Venezia
Soffia ancora il vento del Nord, malgrado Salvini
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Avevo vent’anni, era il 1991, quando Gianfranco Funari, noto showman, negli studi Mediaset mi fece conoscere un politico che, mi disse, “farà parlare molto di sé”. Mi accompagnò nei camerini degli studi di Cologno Monzese e me lo presentò. Era Umberto Bossi. Camicia scozzese a scacchi e un paio di Ray-ban come occhiali da vista. Sono passati 27 anni da quell’incontro e Bossi ha fatto la storia. A guidare la Lega adesso c’è Matteo Salvini,ma l’indipendentismo fa sentire ancora le sue ragioni. Il 15 settembre del 2018 a Venezia, in Campo San Giacomo Dall’Orio, malgrado la Lega Nord sia stata amputata della parola Nord, le ragioni dell’indipendentismo sono state ancora proclamate come essenziali per risanare la questione settentrionale. É Roberto Bernardelli, ex leghista, imprenditore e fondatore di Grande Nord a guidare e sorreggere la speranza di un cambiamento in senso autonomista. E per alimentare questa speranza ha scelto una data e una città simbolica. Venezia e il 15 settembre. Ventidue anni dopo la proclamazione dell’indipendenza della Padania, Bernardelli accompagnato da Walter Togni e da Sergio Borsato e dai movimenti autonomisti veneti (tra loro Paola Goisis, ex parlamentare della Lega, Pierangelo Del Zotto, Antonio Zanchin, Corrado Callegari, Lucio Chiavegato, Guerino Romeo) e da volti noti che sono stati parte della storia della Lega Nord, Monica Rizzi, Davide Boni,Angelo Alessandri, sono saliti sul palco di Venezia per dire che loro ci sono ancora, come ancora ci sono le ragioni dell’autonomia e dell’indipendentismo e dunque le ragioni della Padania. “Che voi siate di destra o di sinistra, dice dal palco Davide Boni, se siete qui è perché riconoscete le ragioni dell’indipendenza:se ci fosse un Inps del Nord, non avremmo bisogno della riforma della Legge Fornero. Se disponessimo del nostro residuo fiscale non avremmo bisogno della flat tax o del reddito di cittadinanza.” Concetti ribaditi da Roberto Bernardelli, ora mite padre di famiglia politico, ora politico incendiario, che nel curriculum della sua vita ha inscritto la sua vocazione alle idee libertarie e alle condotte necessarie per esercitarle. Dal palco allestito e arricchito da molti giovani, si scaglia contro il governo “comunista”, cosi lo battezza, di Di Maio e Salvini. E attacca poi i mezzi di comunicazione social del Governo, “cui risponderemo con una contro informazione mirata e asfissiante”
Da quando la Lega Nord è sparita ho seguito l’avanzata di Grande Nord, circa un anno fa, con la curiosità di capire se potrà essere questo un movimento che ne seguirà le orme, dopo la svolta sovranista.
Sul palco anche Monica Rizzi che leghista lo divenne a sedici anni, come ricorda microfono in mano: e poi c’è Angelo Alessandri, emiliano, che arringa la folla auspicando un precoce calcio nelle terga dell’attuale governo e si congeda con un rinnovato “Vaffa” al governo di Roma. La Lega Nord non c’è più ma le ragioni della Padania “ci sono ancora tutte”. Si chiude con il Va pensiero. Mano sul cuore.
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