Turismo

I luoghi di Sigmund Zois, il mecenate della storia slovena

18 Ottobre 2016

Maja Slivnjak è responsabile ufficio stampa dell’Ente per il Turismo Sloveno in Italia. Il post è sponsorizzato da:

 

Senza i mecenati non esisterebbe tanta arte, cultura, scienza. Tesori dell’umanità come la Cappella degli Scrovegni, il Leviatano e la Divina commedia sarebbero rimasti nella mente dei lori creatori senza il sostegno generoso (ancorché spesso interessato) di uomini e donne facoltosi; mecenati, appunto. In merito, merita di certo una menzione colui che fu senza dubbio il più importante mecenate della storia slovena: Sigmund Zois.

Ritratto di Zois (www.wikipedia.org)

Figlio del mercante lombardo Michelangelo Zois e di una nobildonna carniolana della potente famiglia dei Kappus von Pichelstein, Zois nacque nel novembre del 1747 in uno dei palazzi triestini del padre. Dopo una prima istruzione tra Trieste e Lubiana, il giovane rampollo fu spedito nel ducato di Modena (allora uno dei centri culturali più vivaci d’Italia) per continuare i suoi studi. E Zois, amante dei viaggi e profondamente socievole, non poteva chiedere di meglio: di fronte a lui si spalancava la Pianura padana, con le sue erudite città e i suoi atenei prestigiosi, la Francia dell’Illuminismo, l’Europa insomma!

Ma la sorte aveva altri piani per lui. Colpito da una grave forma di gotta, Zois fu costretto a tornare a Lubiana, dove iniziò a occuparsi dei cospicui interessi di famiglia. La malattia però non bastava a tarpare le ali all’aristocratico, che proseguì la sua istruzione leggendo il meglio della produzione letteraria europea e circondandosi di appassionati di scienze naturali e arti liberali come il gesuita Gabriel Gruber e il religioso Giuseppe Maffei, uno dei maggiori eruditi del XVIII secolo.

Natura slovena (foto di Christine Sonvilla www.slovenia.info)

Grazie ai beni ereditati dal padre, e a un cugino in grado di occuparsi dell’azienda, Zois poté ritirarsi, almeno in parte, dagli affari per dedicarsi agli amatissimi studi. Che erano tutto, fuorché solitari: al suo fianco volle infatti i migliori ingegni della Carniola, quali il primo drammaturgo della storia slovena Anton Linhart, il filologo Jurij Japelj, il linguista Jernej Bartol Kopitar. Fu in questo cenacolo illustre che lo sloveno come oggi lo conosciamo iniziò a prendere forma: un fenomeno decisivo per la storia del mio paese.

Palazzo Zois, Lubiana

Il circolo Zois, come venne ribattezzato, fu il motore dell’Illuminismo sloveno. Ebbe la sua sede nel sontuoso palazzo di Zois sul fiume Ljubljanica, il Zoisova palača. Ma il colto aristocratico non si limitò a sostenere la crema letteraria slovena. Promosse la creazione di un teatro e di un orto botanico, l’ingrandimento della libreria fondata da Linhart, e prese parte a due spedizioni geologiche per esplorare i dintorni del Monte Triglav, la magnifica cima oggi simbolo della Slovenia (è pure effigiata sulla bandiera).

Critico letterario acuto, deista convinto, sostenitore delle riforme dell’imperatore Leopoldo II, Zois fu in buoni rapporti con vari scienziati europei, come il geologo tedesco Abraham G. Werner, che in onore di Zois chiamò un minerale “zoisite”, e il mineralologo francese Déodat Gratet de Dolomieu, che venne a trovarlo a Lubiana. Quando Zois (costretto su una sedia a rotelle dal 1797) si spense nel 1819, ai suoi funerali accorse l’intera città.

 

Immagine di copertina in alto: il Triglav, i cui dintorni furono esplorati da Zois alla fine del XVIII secolo (foto: Matevž Lenarčič www.slovenia.info). Maja Slivnjak, autrice dell’articolo, è responsabile ufficio stampa dell’Ente per il Turismo Sloveno in Italia.

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