Religione
Michela Murgia teologa
La notte scorsa, dedicata ai desideri e alla ricerca di un segno di luce che cade sulla terra quasi per benedirla, Michela Murgia ci ha lasciato (dal sito del Coordinamento teologhe italiane)
In Italia c’è una comunità ecumenica di studio, di ricerca e di divulgazione costituita da un gruppo di donne competenti e libere che dal 2003 produce un pensiero generativo e nelle intenzioni liberante.
E’ il Coordinamento teologhe italiane.
Così ha salutato Michela Murgia: «Ciao Michela, tessitrice instancabile del ricamo della nostra comunità. Non sarà un ricamo perfetto, scrivi tu, “ma è il nostro ricamo, e anche se noi non lo vediamo, sarà forse la montagna, che ci vede dall’alto, a capire quanto è meraviglioso il nostro disegno comune” (Noi siamo tempesta), p. 60».
La teologa Marinella Perrone sulle pagine dell’Osservatore romano le ha reso omaggio ricordando l’energia del suo affetto e la profondità del suo pensiero: «Era questa la sua forza: esserci con tutta la potenza della sua vitalità, sapendo che nessuna lontananza può mai dividere ciò che Dio ha unito. Perché per lei le relazioni erano espressione di Dio: non avrebbe potuto scrivere in God save the Queer quelle pagine davvero magiche di teologia trinitaria se non avesse fatto questa esperienza di Dio e degli umani. Una Trinità che si espande a dismisura in tutto ciò che uomini e donne fanno per rendere il mondo degno di loro, ma anche di Dio».
Scrivere libri di teologia non è stato per Michela Murgia solo un esercizio intellettuale.
E neppure quell’esibizione narcisistica individuabile nel panorama culturale italiano dove psicanalisti, filosofi e intellettuali scrivono di bibbia e teologia al servizio del proprio successo.
Ha raccolto anche ostilità, critiche supponenti e disprezzo, sia da viva e persino appena morta.
Abbiamo perso il suo entusiasmo, ma ci restano i suoi libri, i suoi articoli e le sue interviste.
Come impegno di ricerca della libertà senza sottomissione a nessun dogma e a nessuna verità precostituita.
Con tutta la leggerezza possibile.
Quella che ha predicato in maniera mirabile e commossa al suo funerale l’amica scrittrice Chiara Valerio suscitando risate e lacrime con quell’impegno illuminante: «Di lei parlerò solo al futuro perché parlarne al passato è difficile» (il video completo in rete è facilmente reperibile).
Potremo legittimamente dissentire da Michela Murgia teologa conoscendone il pensiero.
Ma dobbiamo riconoscerle un ruolo intellettuale di prim’ordine.
Intellettuale «non è qualcuno che la pensi come noi ma qualcuno che faccia pensare noi. A desiderare strumenti più che idoli. Meno risposte e più domande. Meno banalità e più rigore. Meno conferme e più coraggio» (Francesco Costa).
Devi fare login per commentare
Accedi