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Su Repubblica la notizia di Berlusconi non c’è: rivoglio il mio euro e quaranta

11 Marzo 2015

Gentile ingegner De Benedetti, egregio direttore Mauro, non ci girerò intorno e declinerò immediatamente le mie pretese: rivoglio indietro l’euro e quaranta che questa mattina, come tutte le mattine, ho devoluto alla causa di Repubblica. La questione è cristallina e davvero emblematica delle sorti del giornalismo di carta di cui in questo tempo si parla moltissimo. Questa mattina, sulle (e delle) sorti del Cavaliere (per affetto io lo chiamo ancora così), sul giornale non v’era una sola riga, insomma, niente di niente sulla notizia del giorno: la conferma dell’assoluzione al processo Ruby da parte della Cassazione. Certo, la “prima” del giornale non poteva ignorare un fatto su cui il medesimo aveva campato per anni, e cioè  le gesta dell’esimio puttaniere di Arcore, raccontate con decine di pagine al giorno, e con quella goccia che scavava, scavava, scavava sino a non poterne più come le famose dieci domande dieci.

Per cui il bravo Colaprico, a cui dobbiamo il neologismo “Tangentopoli”, quindi un benemerito del dizionario, s’è preso sulle spalle il giornale e lo ha letteralmente riempito della sua abilità narrativa, senza peraltro la possibilità di rivelare ai lettori il risultato finale. Se il Milan, inteso come Berlusconi, avesse alla fine vinto o perso. È ricorso, piuttosto, a quella formula giornalistica di mezzo, il ben noto pezzo di copertura che poi, a sentenza dichiarata, viene regolarmente buttato nel cestino per sostituirlo con qualcosa di più fresco. «Per comprendere lo scontro dai toni aspri avvenuto ieri in Cassazione tra accusa e difesa, e per comprendere anche la durata della lunghissima camera di consiglio – cominciata poco dopo le 14 e ancora in corso mentre scriviamo…..», così inizia Colaprico e immaginiamo, da vecchio bravissimo cronista giudiziario, il suo tormento per doversi lanciare nel (quasi) nulla per altre infinite righe, raccontando della requisitoria del Procuratore Generale che cita Mel Brooks per dire della nipotina di Mubarak e altre delizie del genere.

Fosse solo questo. No. Rivoglio l’euro e quaranta perché il giornale l’ho comprato a Roma, dove Repubblica viene stampato e dunque buona norma giornalistica, professionale e soprattutto produttiva, impone che l’editore faccia il possibile perché una notizia fondamentale della notte abbia il suo giusto riscontro nella “prima” del giorno dopo. E poi c’è notte e notte: la notizia della conferma dell’assoluzione di B. da parte della Cassazione arriva qualche minuto prima della mezzanotte. Con i potenti mezzi dei giornali, a quell’ora la partita è tutta da giocare, ma l’unica cosa che si può escludere è cha la notizia fresca non vada in pagina. Parliamo di mezzanotte, non delle due di notte e allora sì che la questione sarebbe problematica.

Fatto sta che su Repubblica di freschezza non c’è una riga, nè in prima nè in nessun’altra parte del giornale. Anzi, a pagina 9 c’è pure la beffa per noi lettori e anche per un’altra cronista di vaglia come Liana Milella, alla quale impongono un’intera pagina che vive su questo assunto dichiarato: «Quali potrebbero essere le conseguenze nel caso in cui il leader di Forza Italia dovesse tornare in appello per il processo Ruby». In che senso “quali potrebbero essere”? Quando leggo questa pagina – sono le otto della mattina – l’unica conseguenza evidente è che quella è diventata una pagina inutile. E qui una malizia è ampiamente autorizzata, visto la tensione partecipativa di Repubblica negli anni duri contro Berlusconi. La malizia che ci fosse la segreta speranza, vista anche l’infinita camera di consiglio, che il nostro venisse nuovamente bastonato. Da qui il rischio di mantenere nel giornale quella pagina rischiosa.

No, così non va. E qui mi rivolgo solo all’editore De Benedetti. Se la vostra idea di contenimento dei costi passa per il depauperamento del giornale, avete il dovere di dirlo ai lettori. Non esiste che una notizia fondamentale che esce poco prima di mezzanotte non sia nella prima edizione del giornale. Non esiste. Questo non è rispetto. Se poi penso che il Corriere, quotidiano di Milano, ci apre serenamente con questo titolo: «Berlusconi ancora assolto», il mio malinconico nervosismo potrebbe presto mutare in uno sciopero mirato.

Ps. Alle ore 11 acquisto anche La Stampa di Torino, la notizia è sparata di apertura: “Ruby, assoluzione per Berlusconi”.

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