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Piace il Papa che non ti aspetti
C’è un documentario in cui si vede Federico Fellini impegnato in alcuni provini per il film Amarcord.
Tra gli attori “provinati” c’è Armando Brancia che poi verrà scelto per interpretare il ruolo del padre di Titta, il protagonista del film.
Mentre parla con Brancia, il regista sta trafficando con una foto dell’attore con un pennarello.
Ad un certo punto mostrando al suo interlocutore la foto, gli dice “Ecco, io il padre di Titta lo vedo così, con una grande natta sul cranio pelato. Lei avrebbe qualche problema a recitare così?”
“Nessun problema” lo rassicura l’attore.
Penso a questo episodio notando un gigantesco porro nero sulla faccia di Silvio Orlando chiamato ad interpretare la parte del cardinal Voiello nella serie tv “The young pope”.
Mi chiedo se anche tra Orlando e Sorrentino, prima dell’avvio delle riprese, ci sia stato un confronto di questo tipo.
Forse anche Sorrentino, come Fellini, ha detto a Orlando : “Scusami, ma il tuo personaggio lo vedo così…”
Ma il collegamento tra Sorrentino e Fellini non si limita al porro del cardinal Voiello.
Guardando “The young pope” è quasi impossibile non pensare a Fellini in continuazione.
Ad entrambi i registi interessa relativamente poco rappresentare la realtà, quello che li soddisfa di più è dare spazio alla propria immaginazione visionaria.
In particolare, in Sorrentino in misura più accentuata che in Fellini, emerge un gusto per la sorpresa, per il rovesciamento degli schemi.
In “The young pope” questa attitudine a stupire raggiunge forse il massimo della sua potenza.
E non potrebbe essere diversamente, visto che il protagonista della storia è un papa, cioè un personaggio che possiamo anche immaginare di veder descritto come voglioso di innovazione e di divergenza, ma non bello come può essere bello un bell’attore, non sarcastico, non dispotico fino alla prevaricazione, non determinato ad usare il suo potere, ad accrescerlo e ad abusarne.
Ma non è solo il protagonista della serie ad essere sorprendente.
La fantasia di Sorrentino sembra non avere limiti.
La parodia che Crozza fa del regista è centrata proprio su questo aspetto della sua creatività: intervistato da un giornalista, Crozza/Sorrentino sforna di continuo immagini insolite e scioccanti, il cui susseguirsi non integra, ma sostituisce la trama.
Anzi, nella gag di Crozza, alla ingenua domanda del giornalista – Mi scusi, è prevista una trama?– il regista, quasi inorridito dalla banalità della domanda, risponde seccamente : “No”.
Ecco allora la scena di apertura con il protagonista che appena eletto Papa, striscia fuori da una pila di bambini nudi accatastati l’uno sull’altro a forma di albero di Natale.
Ecco ancora la scena incredibile in cui il neoeletto, ricevuto in omaggio un esemplare di canguro, fronteggia l’animale mentre esce da una enorme gabbia e sembra placarne, come se possedesse un fluido magico, l’evidente nervosismo.
E poi ci sono le risposte che il personaggio cardine della storia dà a tutti i suoi interlocutori.
Il tono è sempre assertivo, privo di incertezze, sarcasmo e freddezza sono costanti.
E’ il linguaggio di chi non ama gli altri esseri umani, di chi sa di avere un potere immenso ed è determinato ad usarlo tutto.
In una delle prime scene, viene presentata al nuovo papa una vecchia suora addetta alla sua mensa personale.
La donna gli si rivolge con familiarità, cui crede di essere autorizzata dal proprio ruolo oltre che dalla giovane età dell’interlocutore.
Il nuovo papa la gela immediatamente, enunciando uno dei tanti aforismi con i quali è solito infarcire i suoi discorsi ai “sottoposti”:
“I rapporti amichevoli sono pericolosi, si prestano ad ambiguità, fraintendimenti, conflitti e terminano sempre in malo modo.
I rapporti formali, invece, sono limpidi come l’acqua di fonte, hanno regole scolpite nella pietra, non c’è rischio di sbagliarsi e poi durano per sempre.
Ora lei deve sapere che non sono un amante dei rapporti amichevoli. Sono invece un estimatore dei rapporti formali.
Dove ci sono rapporti formali, non ci sono liti e regna l’ordine terreno”.
Sicuramente è presto per dare un giudizio complessivo sulla serie.
Ma una cosa è certa : in questo film non solo niente è come uno potrebbe aspettarsi che fosse, ma anche niente è come sembra inizialmente.
Chi ha scritto, sceneggiato e girato la storia non solo è un visionario dalla fantasia inesauribile, ma anche uno che sa come continuamente sorprendere, stupire e catturare lo spettatore.
E il papa che non ti aspetti piace – e piacerà – a moltissimi telespettatori.
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