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Pezzi di carta: il distillato dei giornali del 23 Maggio

23 Maggio 2018

“Aspetto sempre una chiamata dal Quirinale” (Giuseppe Conte, a Marco Galluzzo del Corriere della Sera)

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“Il caso Conte e il caso Savona, pur distinti, equivalgono ad altrettanto esplosivo piazzato sotto il carro del governo. E forse Salvini, da buon politico, si è sempre lasciato una via di fuga per non farsi intrappolare” (Stefano Folli, La Repubblica)

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“Si possono realizzare due scenari. Il primo, più rassicurante: le élite ammettono che i cittadini hanno compiuto una scelta chiara, vengono a patti con la realtà e incoraggiano la nuova maggioranza a realizzare le parti più ragionevoli del programma, ad avviare una seria e realistica rinegoziazione con l’Europa, a valorizzare le figure più assennate della nuova coalizione. Il secondo scenario – diametralmente opposto – è quello più incendiario. A partire dall’Europa, Lega e M5s vengono trasformati nel bersaglio di attacchi senza appello, anche le figure più autorevoli da loro proposte sono fatte oggetto di voti palesi e occulti. In questo scenario l’establishment potrebbe ottenre un effetto opposto a quello che immagina: la nuova maggioranza sarà di fatto spinta (…) a innescare nuove elezioni riscuotendo realisticamente un risultato ancora più largo ed eloquente” (Daniele Capezzone, La Verità)

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“Questa storia del tecnico, dei tecnici (comprendendo Paolo Savona), al Quirinale non va giù. Oggi come ieri. Oggi più di ieri” (Goffredo De Marchis, La Repubblica)

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“Io voterò la fiducia, poi vedremo il resto” (Paola Nugnes, parlamentare 5 Stelle, intervistata da Giuseppe Alberto Falci del Corriere della Sera)

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“Qualcuno dice che è troppo tardi, altri che è troppo presto, altri che è troppo presto, ma ormai il meccanismo si è messo in moto. Le due anime del Pd, o quello che ne resta, stanno volando verso la scissione. O meglio, l’anima renziana punta a rinascere in un nuovo soggetto politico” (Augusto Minzolini, Il Giornale)

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