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Pezzi di carta: il condensato dei giornali del 6 giugno
“Abbiamo spaccato il fronte, non è vero che non si può incidere sulle politiche europee”. Matteo Salvini a proposito del voto sulle revisioni al trattato di Dublino (Marco Cremonesi, Corriere della Sera)
“Non so Lenin, ma all’inizio io scrivevo i discorsi a tutti quanti” (Umberto Bossi, parlando del modello organizzativo della Lega, Matteo Pucciarelli, Repubblica)
“L’antiberlusconismo fu una spregevole adunata continua dell’Italia perbenista, generò in progressione l’anticasta e il populismo incazzato di oggi, e finì nel governo del vaffa e della democrazia diretta via srl di oggi” (Giuliano Ferrara, Il Foglio)
“«Non voglio credere che una civiltà democratica stia pensando a leggi speciali contro le popolazioni nomadi. Se accadrà mi opporrò con tutte le mie forza» (dice la senatrice a vita Liliana Segre). Applausi, ma già meno. Applaudono dai banchi del Pd, di Forza Italia, anche dai banchi dei Cinque Stelle. Non applaude nessuno della Lega. Tutti a Braccia conserte” (Mattia Feltri, La Stampa)
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