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Mediobanca organizza la contromossa su Rcs: un’Opa guidata da Bonomi
Ci risiamo. Come ai vecchi tempi. La rivalità fra Mediobanca e Intesa Sanpaolo, portabandiere di due mondi da sempre contrapposti, torna a misurarsi nella partita per il controllo della Rcs, la società editrice del Corriere della Sera.
Dopo che un mese fa si era fatto avanti l’editore Urbano Cairo, sponsorizzato da Intesa, per rilevare il controllo della Rcs tramite un’offerta di scambio, oggi è arrivata la contromossa di Mediobanca. La banca d’affari guidata da Alberto Nagel è infatti riuscita a mettere su una cordata guidata dal finanziere Andrea Bonomi, patron di Investindustrial, società di investimenti industriali che ha oggi fra le sue partecipazioni aziende come Valtur, Artsana e la casa automobilistica Aston Martin. Nella contromossa saranno coinvolti alcuni soci storici di Rcs, fra cui Diego Della Valle, il gruppo UnipolSai e Pirelli. Insieme lanceranno un’offerta pubblica d’acquisto per cassa (Opa) a 0,7 euro per azione Rcs. Il prezzo incorpora un premio del 68,4% rispetto al corso di borsa del 7 aprile scorso, data antecedente l’annuncio dell’Ops promossa da Cairo Communication, e del 16,6% rispetto a quello di chiusura di venerdì 13 maggio 2016, quando il titolo ha chiuso a 0,6 euro.
«I soci di Rcs Diego Della Valle (titolare del 7,32% del capitale), Mediobanca S.p.A. (6,25%), UnipolSai Assicurazioni (4,59%) e Pirelli & C. (4,43%) hanno raggiunto un accordo con Investindustrial su un progetto di rafforzamento e sviluppo del gruppo editoriale», si legge in una nota diffusa questa mattina. I soci attuali apporteranno i loro pacchetti di azioni Rcs (complessivamente il 22,6% del capitale sociale della società), in una holding di nuova costituzione (“newco”) pura che non avrà debiti finanziari e farà fronte all’esborso per l’Opa mediante mezzi propri messi a disposizione dai soci. Al termine dei conferimenti di azioni e capitali, Bonomi (tramite la International Acquisitions Holding) avrà il 45% della “newco”, gli altri quattro un quota del 55%, detenuta paritariamente (13,75% a testa). In caso di adesione totale, l’offerta comporterebbe un esborso di 283 milioni di euro.
Rcs ha chiuso il primo trimestre 2016 con una perdita netta di 22 milioni e ricavi in calo del 4,2% 219,8 milioni. L’indebitamento finanziario netto era di 509 milioni a fine marzo (stabile rispetto a 12 mesi prima), ma è sceso a 411 milioni dopo la cessione dell’Area libri, avvenuta il 14 aprile scorso. «Le prime evidenze sul semestre ci consentono di confermare risultati in deciso miglioramento rispetto al medesimo periodo del 2015 e l’obiettivo del ritorno all’utile entro il 2016», ha promesso Laura Cioli, amministratore delegato di Rcs.
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