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Miss solita Italia. Come mai non ha vinto Ismail?
Un antipatico sospetto aleggia sulla recente edizione di Miss Italia, credo sia interessante esplicitare la questione. Interessante anche per chi ritiene i “concorsi di bellezza” futili e inutili se non odiosi. Ma ce n’è a valanga, e se Miss Italia è (ancora?) uno specchio del nostrano cialtronismo ci sarà una sragione che genera mostri, ma c’è. Accendo la tv. Nella scenografia di fintolusso impoverito dalla crisi (Cairo spende per conquistare il Corriere, e c’ha il braccino corto su La7) 40 ragazze in finale e una con un vissuto un po’ speciale: Giadira Mohamed Ismail, uno splendore di ragazza, ha 19 anni, è musulmana di origini somale. Quella della sua famiglia è una bella storia di integrazione, di lotta contro ogni forma di integralismo islamico che parte dalla fuga di suo padre dall’Africa più dura, quella di un Paese abbandonato ai signori della guerra e ai terroristi: papà Bulhani fu il primo africano a ottenere lo status di rifugiato politico a Bologna. Molto peggio è andata allo zio di Giadira Ismail, Yusuf Mohamed Ismail, ambasciatore somalo presso l’ONU: è stato assassinato a Mogadiscio il 27 marzo 2015 da Al shabab, il gruppo insurrezionalista islamista che si è poi legato ai fratelli terroristi dello Stato Islamico. Accompagnandola alla finale di Miss Italia, Bulhan rispondeva così alle domande del Corriere della Sera: “Da padre musulmano sono felice e orgoglioso di mia figlia e oggi andremo a Jesolo a tifare per lei. Ho tre figlie a cui non ho mai imposto la cultura islamica, e mia moglie è cristiana. Io e la mia famiglia abbiamo una missione: spiegare che la spinta integralista è negativa e tutto quello a cui si riferisce non è assolutamente religione musulmana. Sono sempre stato per la libertà di vestirsi senza censure, anzi vieterei il burkini. Chi vuole imporsi sulle donne in nome della religione è figlio di un terrorismo che nulla ha a che fare con l’Islam”. La famiglia vive attualmente a Molinella, nella bassa bolognese, Giadira ha un diploma con indirizzo socio-sanitario, ha studiato canto lirico e sogna di diventare fotomodella. Il sogno diverrà realtà? Certamente ha molte chance, perché fra le 40 finaliste del concorso di bellezza più prestigioso e pretenzioso d’Italia lei era – indubitabilmente – fra le più belle. Quella che spiccava, per la finezza dei lineamenti, lo sguardo, il portamento, la classe. I signori giurati – scelti quasi tutti senza alcuna competenza “tecnica” sul piano estetico e vagamente dotati di altre competenze su qualsiasi cosa possa servire al compito affidato loro (eccetto il nuoto), sembravano passati lì per caso e votavano a capocchia. E così, lorsignori, ci hanno derubato la possibilità evidente di incoronare una ragazza-simbolo della migliore e riuscita integrazione sociale e religiosa, che sotto la coroncina ci sarebbe stata come una cigliegina sulla torta. Alla fine è arrivata quinta, intendiamoci: non è andata così male e nessuno ne farà una tragedia… e anch’io che ne scrivo non vorrei prendermi troppo sul serio: è un gioco, e parecchio stupido per vari motivi. Infatti due dubbi stupidi mi vengono subito alla penna: è andata così perché Mara Venier, Raul Bova, Salemme e GregOro erano sotto l’effetto di qualche psicofarmaco intontente (la Venier in effetti aveva la febbre) o perché sono miopi ma non mettono gli occhiali perché in tv si appare meglio senza? La Venier però glii occhiali li aveva… Il terzo dubbio è quello più serio, e seriamente mi inquieta: eleggere una miss Italia nera, africana e figlia di un profugo mussulmano rimasto orgogliosamente mussulmano ma anche sinceramente democratico, aperto, moderato e ben integrato avrebbe potuto dar fastidio a qualcuno, in questa Italia becera e razzista che fa i titoloni sui “Bastardi islamici”, sui “Falsi profughi”, su “L’integrazione è una bufala buonista” e sullo scandalo al sole del Burkini. Gesù, Giuseppe e Maria, più Allah, Aisha e Ismail… fate solo che non sia così!
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