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Manipolazioni mediatiche: Se un pazzo qualunque diventa “Il teologo dell’islam”
Sulla rete impazza il video di un imam saudita che tenta maldestramente di “dimostrare” il fatto che la terra non ruoti attorno al sole, ma sia ferma. Il filmato è il più visto della gallery del Corriere della Sera e di altri quotidiani italiani.
Mentre qualcuno, come l’Huffington Post, ha l’accortezza di definire Bandar al-Khaibari, il protagonista del video, “un imam saudita”, altri (il Corriere della Sera, il Giornale, Libero) lo appellano invece “il teologo dell’islam”.
E il punto sta proprio qui: invece di chiarire che il tizio è un fanatico qualsiasi (qualche tempo fa, un po’ come alcuni complottisti occidentali, lo stesso al-Khaibari sostenne che l’uomo non è mai sbarcato sulla luna e che il video del ‘69 fu girato a Hollywood) i titolisti in questione trasmettono l’idea che ci si trovi di fronte a un campione attendibile della religione islamica.
Il misconosciuto religioso anti-Galilei diventa, insomma, l’immagine dell’islam stesso. E di conseguenza passa il messaggio che è l’islam è di per sé oscurantista, inconciliabile con la scienza e con il progresso, e che i musulmani, in quanto tali, sono ignoranti.
Inutile sottolineare che lo stesso peso non viene dato ad altri fenomeni di oscurantismo e ignoranza quando questi vengono dalla parte cristiana o ebraica, per limitarsi alle altre due grandi religioni monoteiste.
Basta pensare alla rilevanza che hanno i creazionisti negli Stati Uniti, dove pure sono arrivati a creare parchi a tema in cui si insegna ai bambini che la terra e l’universo hanno appena 6000 anni e che sono stati creati da Dio in sei giorni, senza per questo essere eletti a rappresentati della Cristianità in quanto tale.
Allo stesso modo, nessuno parla di oscurantismo e ignoranza dell’intera comunità cristiana se un vescovo italiano definisce l’omosessualità una malattia.
Ugualmente, nessuno ha l’ardire di condannare l’intera religione ebraica per le discriminazioni di cui sono vittime le donne in Israele da parte degli ortodossi.
Soprattutto, nessuno si permetterebbe di identificare i fanatici in questione con la complessità delle comunità religiose a cui fanno riferimento. Al massimo, e giustamente, si parla di derive fondamentaliste.
Anzi, una strumentalizzazione del genere non viene fatta nemmeno quando a rendersi protagonista di manifestazioni di oscurantismo è un principe della Chiesa, come papa Ratzinger, che nel 2003 – quando era cardinale – condannò la saga di Harry Potter, “perché si tratta di subdole seduzioni, che agiscono inconsciamente distorcendo profondamente la cristianità nell’anima, prima che possa crescere propriamente”.
Le cose cambiano radicalmente quando c’è di mezzo l’islam.
Se per le questioni che riguardano il nostro schieramento, la nostra parte, siamo sempre pronti a fare tutti i distinguo del caso, a fare differenze minuziose tra ciò che e veritiero e quello che è trascurabile, questo non si verifica quando sotto la lente finisce quello che a priori è stato eletto a nostro “nemico”.
Il perché ciò avvenga è tutto da scoprire.
Nel clima attuale – con i media impegnati a montare il pericolo della minaccia islamista arrivata “a Sud di Roma”, ed ad auspicare una nuova guerra contro il potenziale invasore – sarebbe almeno giusto chiederselo.
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