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L’immagine della donna in Italia attraverso un quotidiano sportivo

8 Marzo 2015

Per avere un’idea dell’immagine della donna in Italia può essere istruttivo sfogliare uno dei suoi giornali più letti, la Gazzetta dello Sport, che nella sua edizione digitale del 7 marzo regala un paio di chicche esemplari.

La prima sta in una notizia che viene dall’Inghilterra, e che vede protagonista la fisioterapista del Chelsea Eva Carneiro. Come denunciato dalla Bbc, il medico del club londinese sarebbe stato vittima di cori sessisti da parte dei tifosi del Manchester e dell’Arsenal, che nel Regno Unito hanno suscitato anche l’indignazione del ministro dello Sport Helen Grant.

La Gazzetta riporta il fatto in un articolo firmato dal corrispondente da Londra della rosea e intitolato “Sessismo in Premier”. Nel racconto, dove non mancano i toni indignati, si segnalano anche altri analoghi casi avvenuti sui campi inglesi e si annuncia che oggi (8 marzo, festa della donna) in Gran Bretagna si svolgeranno alcuni eventi per sensibilizzare il pubblico sull’argomento.

La chicca sta nel video che chiude l’articolo di denuncia, in cui viene ripresa la stessa Carneiro (la vittima dei cori sessisti dei supporter inglesi) mentre prende parte all’Ice Bucket Challenge. La didascalia è efficace, e in puro stile commedia all’italiana:

“Chelsea, la doccia della bella dottoressa Eva Carneiro”.

In fondo non si tratta di niente di strano, visto che questo tipo di “notizie” sono la norma nelle edizioni online dei giornali sportivi italiani, dove la gallery della velina di turno o della fidanzata del calciatore famoso ha un ruolo di primo piano nella scaletta delle news, spesso a discapito delle stesse notizie sportive.

Ma accanto a queste immagini da vecchio salone di barbiere, ce n’è anche un’altra più subdola e pericolosa. Vale a dire quella meno esplicita, che si legge tra le righe, ad esempio in una semplice didascalia.

E’ il caso di quella che accompagna il video, sempre della Gazzetta, dedicato a “Elena, l’arbitro più sexy d’Italia”. In questo caso, il testo merita di essere riportato per intero:

“Internet l’ha eletta l’arbitro donna più sensuale della penisola, ma la 25enne comasca Elena Tambini – oltre a un’invidiabile silhouette – mostra anche un certo piglio nel dirigere le partite dei maschietti nell’interregionale e sogna, un giorno, di approdare in serie A. Per il momento è responsabile per la formazione di nuovi arbitri: vediamola all’opera sul campo da gioco”.

Qualcosa di analogo capitò una ventina di anni fa a Carolina Morace, scelta a sorpresa da Luciano Gaucci per guidare, prima donna di sempre, una squadra di calcio professionistica, e più tardi alle sue emulatrici.

Ogni volta che una donna osa entrare, in qualunque veste, nel maschilista modo del calcio il trattamento è sempre lo stesso: la stessa diffidenza, la stessa ironia, la stessa sottolineatura dell’inatteso “piglio” per tenere testa ai “maschietti”.

@carlomariamiele

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