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L’estetica del disgusto, ovvero l’ultima cagata sul Sud detta da Sgarbi

18 Aprile 2020

Continua a crescere la collezione di scemenze esemplari a danno della popolazione del Sud, proferite da giornalisti, conduttrici, opinionisti, carrieristi, tronisti e qualsiasi figura contemplata dallo showbiz delle televisioni. Questa volta tocca alla “Cicciolina della cultura”, Vittorio Sgarbi, popolare polemista psicastenico, reclamato quasi da tutti i programmi vuoti di contenuto, che perseguono congetture e invettive sconclusionate, prive di ogni buon senso, ma pregne di spettacolare stoltezza, talvolta infiocchettata con nastrini frou- frou, altre volte urlata per sublimarla in una sorta di telegenia sensoriale, dove le parolacce, o l’insulto, rappresentano gli acuti di un campionario collaudato, a garanzia della rappresentazione peggiore di un pensiero mai autentico, conveniente, illuminante.

“De Luca vuole chiudere la Campania perché conosce i napoletani e quindi tende a credere che non saranno rispettosi di nessuna regola”, dice Sgarbi, intervenuto alla trasmissione “Stasera Italia” di Barbara Palombelli. Si ha, dunque, che un critico d’arte, una persona che per il mestiere che svolge dovrebbe essere educato a forgiare concetti esteticamente apprezzabili ed eticamente inconfutabili, abituato com’è a esprimere pareri più o meno ragionati sulla bellezza in genere, riesca addirittura a essere più banale di un qualsiasi pappagallo televisivo, ripetendosi in un luogo comune dove l’ignoranza si erge a giudizio.

I napoletani sarebbero irrispettosi? Non osserverebbero nessuna regola per evitare il contagio? Eppure, mi pare che le statistiche dicano tutt’altro. Tanto la gente comune quanto i medici pare abbiano svolto, fino ad ora, e nel migliore dei modi, i rispettivi doveri. Oppure, è solo un caso fortuito che nel meridione d’Italia ci siano così pochi decessi? Ma, al di là di questo dato, inerente a una tragedia che riguarda le morti di tutti gli italiani e di ogni luogo del paese, che tocca ognuno di noi, la frase del nostro parlamentare denigra il cittadino napoletano nella sua essenza, ignorandone la continuità storica e la radice culturale che lo proietta nella contemporaneità.

In sintesi, la versione culturale e maschile della nota pornostar, si lascia andare a una frase non solo irrispettosa nei confronti dei napoletani, ma irriguardosa verso la loro stessa cultura, la medesima cifra d’arte che è alla base della creatività di ogni napoletano. Napoli è conosciuta dagli studiosi di tutto il mondo anche per le importanti correnti artistiche e i nomi illustri che vi si affermano sin dal ‘600, grazie anche a sovrani illuminati come Carlo III. Mi dico certo che, anche senza necessariamente studiarli, qualcosa degli straordinari artisti napoletani, o di adozione napoletana, come Caravaggio, Sellitto, Caracciolo, Jupe de Ribera, detto lo “spagnoletto”, Spadaro, Salvator Rosa e altri ancora si manifesta, anche in forma inconsapevole, nella genia contemporanea partenopea. Diversamente, non si spiegherebbe la fantasia feconda delle nuove generazioni, il senso di pietas verso l’umanità intera, la passione per l’estro. Altro che gente irresponsabile, o irrispettosa, egregio spogliarellista!

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