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La satira e la sua missione. Perché Charlie Hebdo ha fallito
Ho letto con molto interesse l’articolo pubblicato da I Hate Milano sulla contestata vignetta di Charlie Hebdo e trovo ciò che è scritto assai condivisibile. Tuttavia, proprio in virtù della puntuale spiegazione della funzione della satira e dei mezzi utilizzati per rendere efficace il suo messaggio, penso che quella del giornale satirico francese sia un’ennesima stecca, al pari delle vignette sull’Islam che hanno portato alle drammatiche conseguenze che tutti ricordiamo.
Sia chiaro. La satira non deve far ridere, è per sua natura violenta e dissacrante, il suo generare disgusto per amplificare i suoi messaggi è assolutamente voluto e funzionale all’obiettivo che persegue. La satira è anche paradosso, negazione della morale comune, più riesce a sconvolgere e più è efficace. È questa la sua sottesa missione..
A tal proposito mi è tornato alla mente un geniale racconto di Daniele Luttazzi dal titolo “Stanotte e per sempre”, testo divenuto poi un caso giudiziario dove l’attore e scrittore propone una scena immaginaria in cui i brigatisti mostrano a Giulio Andreotti il corpo senza vita di Aldo Moro nella Renault4 dove fu poi ritrovato. Ne propongo uno stralcio:
“Andreotti l’abbracciò forte e l’attirò a sé, dando un gemito di piacere e insieme di protesta nel momento in cui il suo sesso duro s’insinuò prepotente nel terzo foro parasternale. Ci fu una fitta dolorosa, attutita da un piacere troppo intenso per essere misurato. Era da tanto che non provava una sensazione così violenta, che non desiderava qualcosa così disperatamente. Era un desiderio più complesso, più insistente di quanto avesse previsto. A ogni spinta, il suo desiderio cresceva, finché non divenne insopportabile. Un’ondata più forte di tutte l’avvolse, salì vertiginosamente e poi, contro il suo volere, si consumò. Andreotti cambiò foro e il suo corpo sembrava dire:”Mai, mai ti lascerò andare…” La loro comunione fisica era perfetta. Andreotti inarcò la schiena per aderire meglio all’orifizio pseudovaginale e cominciò a basculare la pelvi. Fece scivolare le mani giù per il corpo di lui, tirandoselo ancora più vicino. Sollevò di colpo la testa e rapidamente, quasi con brutalità, prese possesso della piccola cavità. L’intima unione dei corpi lo fece di nuovo tremare in un crescendo trascinante di piacere e passione. Gli carezzava i fianchi, sedotto dalle curve femminili del corpo di Moro. Gridò il suo godimento, i suoi occhi mandavano lampi. Quindi girò il corpo di Moro e senza indugio lo prese di nuovo, stavolta in un foro d’uscita. Gli sembrò di morire ed era una morte deliziosa. Gli si aggrappò alla spalle e si lasciò guidare dal ritmo potente del suo desiderio. Prima lentamente, poi sempre più veloce, fino all’esplosione dell’estasi”..
Questa è la satira. Attraverso una visione sconvolgente e a tratti disgustosa si veicolano dei messaggi chiari a un certo pubblico (perché sì, la satira non vuole e non può arrivare a tutti). Nel caso di Luttazzi i messaggi sono tanti: Il ruolo che si presume possa aver giocato Andreotti nei rapporti tra lo stato e un pezzo delle BR, la sua opposizione politica all’ex presidente della DC, la liberazione dall’uomo ormai inerte, l’eccitazione per l’eliminazione dell’ultimo ostacolo al raggiungimento dei propri obiettivi più nascosti. Tutto questo diventa la cruda visione di un rito tribale sul corpo del cadavere di Aldo Moro..
Tornando dalla digressione, sorge spontanea una domanda. La vignetta di Charlie Hebdo riesce a veicolare i messaggi che aveva l’obiettivo di proporre, seppur ad un pubblico di nicchia? La risposta, guardando anche alle reazioni di molti intellettuali italiani e francesi, è semplicemente no..
Quel disegno in realtà non denuncia i mali dell’Italia, il fatto che da noi si costruisca peggio che in altre parti del mondo, che ci sia chi specula sui disastri. In quel disegno l’autore denuncia solo una serie di pregiudizi posticci, proponendo una stanca e retrograda visione del popolo italiano che ormai non ha presa neanche tra i nostri cugini d’oltralpe, che sanno bene che i mandolini, da queste parti, non si vedono più da un bel po’. Roba da “Bagaglino” insomma, non da intellettuali con la matita..
Volendo malignare, più che ricercare la satira Charlie Hebdo sembra ormai alla ricerca disperata di effetti mediatici, forse per coprire la sua crisi di vendite, forse perché ha perso la fredda e spietata lucidità necessaria al difficile esercizio che si propone. La vignetta sul terremoto in Italia svela la superficialità del suo autore ma in compenso funziona a livello commerciale, come uno spot. Visti i risultati, per onestà intellettuale, chi l’ha disegnata dovrebbe ammettere il suo fallimento e trarne le conseguenze.
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