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La prima serata del Festival di Sanremo visto da mia figlia Sofia

7 Febbraio 2018

Su questo Festival di Sanremo il mio è solo un tentativo di raccontare altro, visto che tutti i giornali quando si parla del festival fanno sempre la stessa cosa, ovvero commentano le gesta dei conduttori, ironizzano sul look dei cantanti in gara, e poi fanno tantissime pagelle sulle canzoni, che più o meno arrivano sempre in fondo. Ecco, io, per non allinearmi a tutto questo, vorrei provare a fare altro, perché nessuno racconta mai Sanremo visto però dall’altra parte del teleschermo, ossia dalla parte del divano e di coloro che vi stanno seduti sopra con la curiosità di vedere cose accadrà e di sentire qualche bella canzone. Visto dalla parte della famiglia, e di una famiglia come la mia.

Il mio racconto allora parte da qui, da una serata che abbiamo vissuto io e mia figlia più grande, quella di cinque anni, ne ho un’altra di tre che potrebbe aggiungersi al racconto nel corso delle  prossime serate. Io quando sta per iniziare tutto devo ancora finire di rigovernare, il televisore mi sta alle spalle. Nel momento esatto in cui inizia questo racconto la TV per la precisione è ancora spenta. Io sento però che è il momento di accendere, scaccio il testo rosso sul telecomando, e sento uno scroscio di applausi, il ‘dittatore artistico’, come si è definito lo stesso Baglioni, è appena apparso sugli schermi di tutta Italia, elegantemente vestito. E detto tra noi la prima cosa che penso è che c’è sicuramente un mucchio di gente che dice di non guardarlo Sanremo, ma poi alla fine un occhio glielo butta sempre.

Mi avvicino allo schermo, ho una spugna bagnata nella mano destra e un piatto da finire di lavare nell’altra mano. Seguono dallo schermo delle parole, un tentativo di poesia come forse non se ne sentiva da tempo. Il Festival non è ancora cominciato, quella che sta passando è solo una specie di anteprima.

Baglioni spiega la sua idea di festival: “A me è bastato leggere ‘festival della canzone italiana’ per capire e comprendere cosa andava fatto: mettere di nuovo al centro le canzoni, per farne di nuovo il momento principale del festival. La canzoni sono arte povera, ma hanno una forza evocativa incredibile, solo gli odori hanno la stessa forza. Le canzoni sono come coriandoli d’infinito, piccoli istanti di eternità. Sono mare, terra, cielo, neve di sogni che sembra cadere giù da un altro pianeta. Infatti nessuno sa da dove possano venire. E in quei secondi fanno piccoli miracoli. Pugni di riso che cuciti insieme riescono a dare emozione, divertimento, commuovono, emozionano. È musica da fanteria, di apparente poca consistenza. Le canzoni sono come l’aria, non si può farne a meno, riempiono polmoni, ci prendono per mano e ci portano a volare, come una macchina spazio-tempo”.

Poi torna la pubblicità, io approfitto della pausa e accelero nell’opera di sistemazione della cucina, mia moglie e la bimba più piccola intanto si sono già avviate verso la camera. Quando è tutto a posto, io e Sofia ci spostiamo nel soggiorno, il divano che ci aspetta.

Lei saltella, tra la televisione e il divano c’è un tavolino basso, che è la sua passerella, e lei guarda la TV, e con un microfono in mano presenta e poi guarda me, e si fa tutto quel tavolino avanti e indietro, in continuazione. Io dal divano faccio come il tergicristallo per cercare di vedere qualcosa. Quando cominciano le canzoni lei si siede e sta ferma con gli occhi dentro il televisore. Presentano la Vanoni, e lei capisce dito invece di mito, e mi viene a dire cosa significa “essere un dito”, che hanno detto così di quella cantante e lei giustamente non capisce. io chiarisco il dilemma mentre ce ne torniamo entrambi sul divano. Poi vede il papillon di Baglioni storto e tutte le volte me lo fa notare, quasi che io allungando una mano lo potessi sistemare.

Finisce la canzone di Bungaro e della Vanoni, e applaude, e grida bravi, io sono in un’altra stanza in quel momento, lei fa tutto da sola. Vede Fiorello che non conosceva e mi chiede chi è, se è un altro presentatore o quasi. Vede Baglioni che duetta con Fiorello e si mette a ridere quando Baglioni va a fare la hola dietro di lui, e l’ospite sta facendo praticamente tutto da solo. Vede Elio e mi chiede lui, Elio, da cosa è vestito. Io: da arabo, con il turbante. Lei invece dice: da re magio. E gli altri da cosa sono vestiti?, mi chiede. Io: boh. Poi capisce che c’è Gianni Morandi ospite, me lo aveva chiesto anche prima che iniziasse se c’era, ma io non avevo letto la scaletta, dico che dovrebbe essere in una delle sere successive. Invece no, lo annunciano, lei impazzisce, e dice, non andiamo a letto fino a che non sale sul palco Gianni Morandi, che è il suo preferito, io le ho fatto vedere tutto il concerto di Claudio Baglioni e Gianni Morandi nella speranza le venisse la baglionite, ma a lei Morandi piace sopra tutte le cose e più di tutti.

Io ho sonno, penso, chissà quando arriva Gianni, dico: dai, domani lo vediamo su RaiPlay, la sveglia tutti i giorni arriva sempre alla stessa ora. Lei insiste, no lo vediamo adesso, poi cede. Io penso,  meno male che hanno inventato RaiPlay. Io a sentire gli Elii che cantano ‘arrivedorci’, mi sono emozionato. Lei dice, arrivedorci è quasi un arrivederci. Ecco, penso io, speriamo che gli Elii stiano scherzando, e che quella ‘e’ diventata ‘o’ faccia davvero la differenza, e che facciano come i Pooh che dovevano finire di cantare e invece si sono moltiplicati.

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