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La ‘netflix postcapitalista’ della nuova sinistra USA
Intervista a Naomi Burton (Means TV)
La vittoria elettorale di Trump nel 2016 per molti elettori democratici ha rappresentato una doccia fredda e ha messo a nudo in tutta la sua portata il fallimento della politica del vecchio establishment democratico incarnato da Hillary Clinton. Il gruppo dirigente del Partito Democratico ha fatto di tutto per impedire che l’avversario di Trump alle presidenziali fosse Bernie Sanders, giudicato un candidato troppo di sinistra che avrebbe spaventato Wall Street e le grandi corporation. Così facendo molto probabilmente i Democratici hanno consegnato le chiavi della Casa Bianca all’attuale presidente e allo stesso tempo però hanno spianato la strada al proprio interno a una nuova leva di candidati di sinistra, di cui Alexandria Ocasio-Cortez, eletta al Congresso lo scorso novembre, è forse la più conosciuta.
La crescita della componente socialista all’interno del Partito Democratico tuttavia sembra essere un fenomeno non esclusivamente elettorale, ma anche il riflesso di mutamenti che affondano le proprie radici in una società americana che reagisce all’inasprimento delle disuguaglianze sociali seguito alla crisi del 2008. Mutamenti che si manifestano anche attraverso alcune mobilitazioni importanti e parzialmente vittoriose, come quelle degli insegnanti. Le aspirazioni a una società più equa, come dimostrano i sondaggi, negli ultimi anni si sono incrociate col riemergere di una tradizione socialista americana che, a differenza di quella europea, non ha sperimentato grandi vittorie ma neppure la pesante sconfitta della vecchia socialdemocrazia. Secondo un sondaggio realizzato da Gallup tra i giovani americani tra i 18 e i 29 anni il 51% vede con favore il socialismo, così come il 57% degli elettori democratici. Mentre il 56% della popolazione americana sarebbe a favore del capitalismo e il 37% del socialismo.
Naomi Burton è cofondatrice, insieme a Nick Hayes, di Means TV, una casa di produzione cinematografica che si propone di amplificare le idee socialiste utilizzando gli strumenti del cinema e della pubblicità. I due hanno l’anno scorso realizzato alcuni video elettorali per Alexandria Ocasio-Cortez (The Courage to Change) e altri candidati socialisti alle elezioni di medio termine e nelle scorse settimane hanno annunciato il lancio di Means TV, una piattaforma streaming che definiscono una ‘Netflix post capitalista’ rivolta ai lavoratori. E mercoledì hanno dato il via a una raccolta fondi con l’obiettivo di raccogliere 500mila dollari per finanziare il primo anno di vita della piattaforma, che verrà inaugurata in primavera con 10 settimane di trasmissioni gratuite. Con lei abbiamo cercato di capire come nasce un’iniziativa così particolare e che radici affonda nella società americana.
Puoi spiegare ai nostri lettori cosa facevate prima di fondare Means TV? Come e quando avete deciso di iniziare con una casa di produzione orientata politicamente al socialismo?
Abbiamo iniziato con Means Media nel gennaio del 2017. Ci eravamo convertiti al socialismo durante le elezioni del 2016, dopo aver constatato la portata del fallimento dell’establishment democratico. Lavoravamo entrambe nel settore dei video commerciali e del marketing creando spot pubblicitari per le grandi società, quelle che compaiono nella classifica di Fortune 500. Poi abbiamo capito che dovevamo toglierci da lì e portare l’esperienza e le competenze che avevamo maturato nel settore privato in dote alla sinistra. A quel punto abbiamo creato Means of Production. All’incirca nello stesso periodo abbiamo cominciato a girare materiale e a fare progetti per Means TV, una piattaforma streaming postcapitalista gestita in modo cooperativo che lanceremo quest’anno.
Cos’è Means TV e cosa intendete quando parlate di una ‘Netflix postcapitalista’ e di sfidare la destra nella ‘guerra di Youtube’?
Means TV sarà una piattaforma streaming postcapitalista e una rete televisiva digitale. Analogamente a Netflix o a Hulu MeanTV produrrà commedie, serie tv, film, cartoni animati e documentari e acquisterà prodotti di intrattenimento in linea coi nostri valori. Tutti i contenuti che Means TV creerà o acquisterà saranno di natura anticapitalista e la piattaforma non avrà finanziamenti da parte di corporation e agenzie pubblicitarie, ma si baserà solo sulle quote mensili pagate dagli abbonati. Anche gli organi di propaganda della destra, come Fox News, funzionano così e allo stesso modo i liberali e le imprese hanno i loro canali, come Netflix, la MSNBC ecc. La sinistra ha bisogno di avere propri canali di propaganda, gestiti in modo egualitario, per promuovere le nostre idee e dare lavoro ad artisti professionisti che si ispirano al socialismo.
Per quanto riguarda il secondo punto l’algoritmo di Youtube sa chi sono. Ma mi fa vedere lo stesso video di Jordan Peterson e Joe Rogan, che giocano con idee pericolose, fasciste, misogine. Il nostro progetto è pubblicare grandi quantità di video divertenti, brevi, gratuiti da condividere, rivolti in particolare ai giovani. La speranza è di poter fare una concorrenza agguerrita alla destra e avvicinare persone che non sono necessariamente socialiste o che non si interessano di politica a idee favorevoli ai lavoratori.
Avete già pensato di espandervi anche all’estero?
Certo! Stiamo pensando di doppiare e sottotitolare il materiale nel maggior numero di lingue possibile per raggiungere un pubblico quanto più ampio. Vorremmo anche collaborare con filmmaker e artisti stranieri per creare e sviluppare contenuti per la nostra piattaforma con un linguaggio che rifletta la situazione dei loro paesi.
Per te cosa vuol dire socialismo? E per il lavoratore americano medio?
Il Socialismo è Democrazia. Socialismo significa che la gente che lavora, che è la maggioranza, deve esercitare un controllo sul proprio posto di lavoro, sul proprio sistema politico e, cosa più importante di tutte, sull’economia. Finché avremo un sistema economico come quello degli Stati Uniti, che consente alla ricchezza di concentrarsi nelle mani di pochi miliardari, il risultato sarà una lenta erosione delle tutele e dei salari a livello globale e contemporaneamente i mercati verranno inondati da prodotti di bassa qualità, merci spazzatura e senza un contenuto di reale innovazione. Invece di lavorare in un sistema gerarchico in cui non hai nessun controllo su quanto guadagni, sul posto in cui lavoro, sul welfare, su ciò che produci ecc. potremmo dare un ruolo a cooperative basate sul potere decisionale dei lavoratori. Se chi lavora può decidere come vuole produrre energia elettrica o come gestire l’agricoltura locale, sceglierà e darà la priorità a scelte sostenibili per l’intera comunità. Agli amministratori delegati, ai miliardari e alle rapaci cricche presenti nell’economia americana invece non interessa assolutamente nulla nostre comunità. Se decidono di inquinare un fiume, dal loro punto di vista coloro su cui si scarica quella scelta sono solo numeri, mentre per i lavoratori che vivono in quella zona si tratta delle loro vite. Un’organizzazione della società in cui i lavoratori controllano i mezzi di produzione sarà sempre più efficiente. In una società socialista avremo tecnologie migliori e più innovazione perchè a decidere del futuro delle scienze non saranno giovani danarosi come Elon Musk. Saranno gli scienziati e i lavoratori.
Avendo visionato una parte del vostro materiale l’impressione che si ha è che voi cerchiate di calare quest’idea di socialismo nella vita delle persone comuni.
E’ proprio ciò che vogliano fare! Gli USA hanno una lunga tradizione socialista e comunista di cui dovremmo andare fieri. Il retaggio di quelle idee è ancora presente nel Midwest, nella regione degli Appalachi e nel sud degli Stati Uniti. Dovunque ci sia una classe operaia che in passato ha tratto benefici dal movimento sindacale, là troverai ancora l’eredità del socialismo.
Fare cinema e organizzare i lavoratori: come possono incontrarsi queste due attività? Avete mai collaborato col sindacato? Siete entrati in contatto con mobilitazioni come quella degli insegnanti?
Cinema e pubblicità sono tra i mezzi più efficaci per trasmettere idee, ma in una società capitalistica questi mezzi sono a disposizione soltanto dei maggiori gruppi economici ed è per questo che abbiamo lanciato Means Media. Noi collaboriamo col sindacato e pensiamo che sia una forza determinante per rovesciare il capitalismo.
Quanto pesano le elezioni e quanto le lotte dei lavoratori per cambiare la società e costruirne una socialista?
Le elezioni sono estremamente importanti, ma allo stesso tempo comportano un enorme investimento di tempo che spesso per i lavoratori non produce grandi risultati. Noi crediamo che si debba lavorare per far eleggere dei veri candidati socialisti ma crediamo anche che ci si debba impegnare ancor più per cambiare il modo in cui le persone pensano. Dobbiamo spostare l’ago della bilancia verso un rifiuto integrale del capitalismo e dare la sensazione che il socialismo sia l’unica opzione percorribile di fronte a un’imminente catastrofe climatica.
Che cos’è Democratic Socialists of America e che rapporti avete?
Democratic Socialists of America è la più grande organizzazione socialista in America. Organizzano manifestazioni, solidarietà e programmi di formazione. Noi siamo iscritti a DSA e speriamo di riuscire a far crescere una propaganda che promuova la loro azione e le loro idee.
Pensate di riuscire a cambiare il Partito Democratico dall’interno o pensate di non poter escludere una rottura politica tra DSA e i Democratici?
Se Il Partito Democratico continuerà ad assecondare i propri finanziatori invece della gente comune, si arriverà a una rottura politica del partito. La maggioranza della gente negli Stati Uniti oggi è favorevole a una forte redistribuzione della ricchezza, è per la sanità pubblica, per un’istruzione gratuita, per una smilitarizzazione della polizia e per avviare un New Deal ecologico. Stiamo riprendendo coscienza della nostra forza collettiva e rivendichiamo la nostra dignità. Ma se non otteniamo rapidamente risultati in questo modo, troveremo un’altra strada.
Vuoi dire qualcosa ai filmmaker di sinistra in Italia?
Voglio dire che stiamo realizzando Means TV anche per voi! Siamo in contatto con centinaia di artisti e di filmmaker di tutto il mondo che sono stati sbattuti fuori dall’industria dell’informazione e dello spettacolo per il loro orientamento politico. Stiamo creando Means TV per farne una struttura permanente capace non solo di far penetrare nuove idee nella coscienza contemporanea, ma anche per dare lavoro agli artisti che si ispirano al socialismo. Se avete idee, sceneggiature o prodotti già pronti, che sono stati respinti dall’industria capitalistica dello spettacolo, potete inviarli a contact@means.media.
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