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La generazione Quark
Vi sono personaggi televisivi che sembrano diventare membri di famiglia, tanto siamo abituati ad ospitarli nelle nostre camere quasi quotidianamente, da tantissimi anni (nel mio caso quasi quaranta): di questi sicuramente il principale è stato Piero Angela. Ricordo al primo anno di ginnasio, sarà stato l’83, era mia abitudine dopo pranzo vedere la puntata di Quark, in cui venivano mostrati i magnifici filmati e documentari della BBC. La cosa che colpiva di quel giornalista che con garbo, gentilezza, cordialità presentava quei programmi, era il senso di rilassatezza, di familiarità che infondeva; già a partire da quella musica L’aria sulla quarta corda di Bach, con cui il programma iniziava, tutto faceva predisporci per un ascolto attento, rilassato, metà lezione, metà seduta di meditazione; era quasi un piccolo ristoro mentale e spirituale, laico, prima di continuare le incombenze della giornata. E così altre volte quando mi capitava la sera di vedere la puntata lunga di Quark, la voce, calma, pacata, torinese di Piero Angela era sempre lì, ad accompagnarti, ad istruirti, come un maestro paziente, per i meandri della scienza con la S maiuscola. A nessuno veniva in mente in quei tempi che dopo qualche decennio si sarebbero fatti vivi certi personaggi strani, inconcepibili, che deliranti si sarebbero anche permessi – nella totale distruzione di ogni certezza scientifica – di prendersi gioco persino di Piero Angela. Sarebbe stato un attentato all’istituzione della Scienza. Ma anche una personale offesa a noi, suoi alunni.
Oggi è un giorno veramente triste per la mia generazione, quasi come perdessimo un parente, e anche un insegnante. Sì, perché Piero Angela era anche un insegnante, era una persona che ci accompagnava, pacato ma anche intransigente, nelle ricchezze che la scienza offriva, nella disciplina intellettuale pura, incontaminata, rigorosa delle sue ricchezze; dopo una puntata di Quark si sapeva sempre qualcosa in più, ci si sentiva un po’ più ottimisti. Per questo credo che oggi noi ex ragazzi della generazione di Quark, programma con il quale ci siamo formati, siamo cresciuti, abbiamo consolidato le nostre convinzioni e orientato le nostre opinioni, ci troviamo un po’ più soli, stupendoci di sentire qualche lacrima solcarci il volto, quasi involontariamente, come per un lutto familiare.
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