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La battuta di Travaglio sull’acido è pessima. La polemica è molto peggio

30 Dicembre 2017

Che un giornalista esageri pensando di scrivere una stoccata, e invece scriva una stronzata, capita da sempre. A volte l’esagerazione riesce (la copertina di Cuore con Cristo sullo scudo DC che dice “la prossima volta mi faccio impiccare”), a volte parliamone (la vignetta di Vauro con le bare), a volte proprio no, come nel caso di Travaglio sulle Camere da sciogliere nell’acido.

Che una donna sfregiata con l’acido intervenga pubblicamente, a tutela della categoria “persone che hanno avuto brutte esperienze con l’acido” per censurare quanto scritto da Travaglio è invece un fatto molto preoccupante: la cosa peggiore che si puó fare ad una vittima, di qualunque tipo, è cessare di considerarla come una persona per ridurla alla sola dimensione della vittima. Se la Annibali, oggi, si sente in dovere di dire la sua pubblicamente al solo sentir pronunciare la parola “acido”, per giunta in un contesto che con la sua vicenda non c’entra assolutamente nulla (tutt’al piú, secondo questa logica malata, avrebbero diritto di parola i parenti di Giuseppe Di Matteo) significa che la societá, nel suo complesso, non ha saputo fare altro che trattarla come relegarla al ruolo di “povera vittima”, fallendo miseramente la sua missione.

Che l’ex Presidente del Consiglio Matteo Renzi intervenga con un tweet per manifestare il suo sostegno a Lucia Annibali è invece un fatto rivoltante.
Se Renzi ha a cuore la sorte delle vittime di episodi simili – anche quelle meno a loro agio sotto la luce dei riflettori – aveva decine di occasione per intervenire in modo concreto nelle vesti di capo del Governo. Se, al contrario, voleva mandare “saluti affettuosi” alla Annibali, così come a Pietro Barbini e a tutti gli altri, poteva approfittare del Natale. Il fatto che lo faccia ora equivale a strumentalizzare la vittima di un atto infame per il suo personale tornaconto politico, in questo caso attaccare un giornalista a lui ostile.

Vuol dire, insomma, usare come scudo umano la Annibali per sparare contro Travaglio e quindi contro il Movimento Cinque Stelle – roba che nemmeno in una parodia di House of Cards.

Che l’opinione pubblica italiana, a due mesi dal voto e subito dopo lo scioglimento della peggiore legislatura nella storia della Repubblica, abbia intasato i social per indignarsi sulla vicenda, montando tribunali online guidati dai soliti eticoni da tastiera, è invece un fatto terrificante.
Abbiamo una disoccupazione unica al mondo, un debito pubblico unico al mondo, la questione dello ius soli che urla vergogna e una campagna elettorale partita nel peggiore dei modi, con promesse imbarazzanti davanti a cui avrebbe indietreggiato persino Achille Lauro; ma l’unica cosa che sappiamo fare è cadere nell’ennesimo tranello retorico e indignarci per una battutaccia cinica di Travaglio.

Avanti così. Avanti verso nuovi, inesplorati orizzonti di merda. Buon 2018.

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