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Jj4, sottratta alla sua natura per essere trasformata in un’imputata
Alla fine, Jj4, l’orsa ricercata, è stata catturata. “Rallentata dai cuccioli”, racconta la cronaca; mentre Maurizio Fugatti, presidente della Provincia Autonoma di Trento, tuona ridondante e festoso: “La cattura dimostra che le nostre strutture sono in grado di catturare animali pericolosi in tempi rapidi”. Una scemenza esemplare, resa tale dalla sostituzione protocollare della parola “animali” con “criminali”. Il secondo termine avrebbe dato un senso, anche se banale, alla frase, che diversamente ne resta privo ed esprime tutta la boria di un politico inabile e maldestro, che cerca di rimediare in malo modo agli errori commessi circa il fallimento della convivenza tra orsi e popolazione, nell’area preposta.
Sembra impossibile che la stoltezza umana possa raggiungere un grado tanto abnorme come quello raggiunto nella vicenda in argomento: l’uomo, nella sua versione di bipede negligente, in seguito a un processo di antropomorfizzazione di un animale selvatico, arriva ad infliggergli una condanna a morte, in quanto giudicato alla stregua di un mostro assassino. Un’orsa, madre di tre cuccioli, che credendoli minacciati ha aggredito un runner, provocandone la morte, viene così ad assumere le sembianze deformate di un criminale spietato, da sottoporre alla giustizia degli uomini. E, in tanti, tra commentatori e popolazione civile, esultano alla notizia della condanna che pende sull’animale. Non so, francamente, a questo punto, se la vicenda sia chiara a tutti: l’uomo formula una sentenza penale nei riguardi di un animale, giudicando reato la sua normale condotta di quadrupede allo stato brado. Pur nel dramma, bisognerebbe riderne, magari amaramente, come è giusto che sia.
Invece, no! Si grida alla corretta e saggia procedura, come se si trattasse di un esempio virtuoso di trionfante giustizia! Se avessero potuto mettere le manette all’orsa, per sugellarne la sconfitta di “pericolosa fuorilegge”, lo avrebbero fatto, così come non hanno avuto vergogna di considerarla un mostro da sbattere in prima pagina. L’immagine del volto a tratti impaurito, sorpreso e per certi versi finanche triste di un esemplare di orso, di un essere vivente con due orecchie disposte sopra la testa rotondeggiante, il muso lungo e quattro zampe, è stato usato dall’informazione come se si trattasse della foto segnaletica della metempsicosi di “Jack lo squartatore”! Come insegnano i greci, il dramma contempla sempre elementi satirici, ma nella fattispecie l’assenza di una componente complessa lascia spazio alla degenerazione del comico nell’assurdo futuristico, da prossima fine del mondo, dove le diverse specie viventi si contendono lo spazio di sopravvivenza, come in un brutto film di fantascienza.
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