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Irridere Corrado Augias non vi renderà Corrado Augias
Con il suo errore un po’ grossolano di cui probabilmente non è neanche l’unico responsabile, Corrado Augias ha prestato il fianco agli sberleffi di tanti leoni da tastiera sovranisti più o meno noti e di tanti intellettuali in versione Bignami aspiranti Corrado Augias. In realtà, sulla buccia di banana su cui è scivolata una delle più grandi penne del nostro Paese scivolano ogni anno decine di migliaia di persone di diversa estrazione sociale, a dimostrazione che un inganno ben costruito può funzionare con chiunque.
Nel 2015, da una ricerca commissionata da Crif a Smart Research realizzata su un campione di persone tra 18 e 64 anni, emergeva che un italiano su sei aveva avuto esperienze dirette di furto di identità, phishing e clonazione di carte di credito, ovvero aveva subito tentativi di truffe informatiche. Di questi, il 92,3% non aveva “abboccato” (il termine è calzante perché la parola phishing è una variante di fishing, che in inglese vuol dire “pescare”). Quanto alle vittime, tra gli intervistati c’era chi dichiarava di aver “lasciato correre” senza cercare di recuperare la somma sottratta illegalmente (27,6%) e chi di essere corso ai ripari bloccando le transazioni tramite i propri istituti di credito (60,8%) e denunciando l’accaduto alla Polizia Postale (46,9%).
Corrado Augias, nel dicembre scorso, ha restituito alla Repubblica di Francia la sua più alta onorificenza perché la stessa era stata consegnata al presidente egiziano Al-Sisi: dedicò il forte gesto simbolico alla memoria di Giulio Regeni ma anche – spiegò quel giorno – «alla Francia, patria d’origine della mia famiglia e dell’Illuminismo che ha illuminato, appunto, il mondo, ma ogni tanto ha bisogno di essere riacceso». Difficilmente, insomma, finirà sui libri di storia per aver subito una truffa informatica di novanta euro.
E fa sorridere che a irridere Augias ci siano “politici” che pensano che Donald Trump abbia vinto le elezioni americane e che Matteo Salvini sarebbe un ottimo premier, teorici della “dittatura sanitaria”, supporter di un partito virtuale che si chiama “Italia Viva” e un assessore municipale di quella sinistra “dura e pura” di Roma che ha dato forma al suo spessore umano con una bella gogna su Facebook. Non meno irrispettosi quei tanti che “è un signore di 86 anni, a quell’età che pretendete”: arrivateci voi a quell’età con la testa di Corrado Augias e poi, se ne sarete in grado, ne riparleremo.
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