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InspiringPR, in Laguna a caccia d’ispirazione

22 Maggio 2017

Dici “convegno” e subito il livello di attenzione del tuo interlocutore fa una brusca frenata. Di conferenze, relatori e keynote speech sono ormai affollate sia le nostre agende sia le multiformi timeline dei nostri account sui social media. Niente da ridire contro le stimolanti occasioni di riflessione e dibattito che scaturiscono da un panel ben costruito e da una serie particolarmente azzeccata di interventi in una tavola rotonda. La mia è solo una premessa per una inevitabile precisazione: InspiringPR è tutto fuorché un convegno nel senso tradizionale del termine.

La location. Niente sale conferenze con tavolo per i relatori e file di poltroncine per il pubblico. Inspiring PR, l’evento organizzato dalla delegazione territoriale del Triveneto di Ferpi (la Federazione Relazioni Pubbliche Italiane) lo scorso 20 maggio e giunto ormai alla quarta edizione, ha scelto da anni un luogo unico: la Scuola Grande di San Giovanni Evangelista a Venezia. Un inno scolpito nella pietra alla bellezza fragile e preziosa della città sulla Laguna, che non ci si stanca mai di ammirare ed invidiare a chi passeggia ogni giorno lungo i canali e le calli.

Il format. Ha fatto bene il Presidente di Ferpi Pierdonato Vercellone a citare in modo ironicamente dissacrante il benchmark internazionale rappresentato dai TED Talk: quello che va in scena sul palco di InspiringPR è esattamente una rilettura agile e senza fronzoli del celebre format, con brevi introduzioni degli speaker affidate ai giovani di Uniferpi e interventi in rapida successione. Niente da invidiare agli speech che si susseguono durante un qualunque TEDx, ma con il valore aggiunto di un saldo filo conduttore dipanato di volta in volta da chi prende la parola. Un’immagine a cui i veterani di InspiringPR non possono non pensare con un sorriso, visto che è stato proprio il filo di un autentico gomitolo ad essere passato di mano in mano nel corso di una passata edizione.

Interventi che, anche quest’anno, hanno accompagnato il pubblico in una riflessione mai banale sul tema dell’incontro. Dall’accostarsi all’arte in un contesto fuori dagli schemi come un borgo montano della Carnia (don Alessio Geretti, animatore della mostra internazionale ad Illegio) alla sfida posta dalla “diretta permanente” che impatta sulle nostre vite attraverso i social media (Massimo Russo, direttore della divisione digitale del Gruppo L’Espresso). Dall’urgente necessità di reimpostare il dibattito politico online con un occhio di riguardo per l’ascolto (Dino Amenduni, comunicatore dell’agenzia Proforma) al valore emozionale racchiudibile nella comunicazione di un grande brand (Vittorio Cino, responsabile European Affairs di Coca Cola). Impossibile riassumere in un tweet gli spunti offerti dai vari speaker nel corso della giornata, conclusa dalla delicata provocazione di Ibrahim Kane Annour, rappresentante della comunità Tuareg della vicina Pordenone e convinto sostenitore della “desertoterapia”. Un invito sferzante a riscoprire l’importanza del tempo e la necessità di costruire relazioni con tenacia e voglia di aprirsi agli altri.

Il senso di comunità. InspiringPR, tenutasi il giorno dopo e nella stessa location dell’Assemblea nazionale di Ferpi, si è confermata anche quest’anno appuntamento irrinunciabile per tutti coloro che operano da professionisti nel settore della comunicazione. Uno spazio informale e libero dai tecnicismi di rito, in cui quello che conta è soprattutto la voglia di mettersi in gioco e di aprirsi, più o meno consapevolmente, all’ispirazione. Perché il bello di InspiringPR è anche quello di intrecciare rapporti di amicizia che riemergono a cadenza regolare sotto il soffitto affrescato della Scuola Grande o che si sviluppano in altri contesti dopo aver vissuto la prima scintilla proprio in corrispondenza dell’evento veneziano. La comunità professionale si crea anche e soprattutto così: scambiando idee tra uno speech e l’altro, raccontandosi le proprie esperienze mentre si è in fila per un caffè, riconoscendo in un capannello il relatore che ci aveva colpito di più durante un’edizione passata.

In fondo, la disintermediazione tanto invocata non è il rifiuto tout court delle strutture tradizionali di rappresentanza, quanto una pressante richiesta di nuove forme di dialogo e di incontro. E se all’incontro segue l’autentica ispirazione, personale e professionale, il gioco è fatto.

 

 

 

 

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