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Il monsignore querela e poi ritira ma la giornalista dice no

21 Agosto 2017

La giornalista cosentina Francesca Lagatta molto attiva nel suo territorio, con un suo articolo ha fatto infuriare Monsignor Leonardo Bonanno vescovo di San Marco Argentano che l’ha querelata per poi fare marcia indietro, ritiro a cui la Lagatta si è opposta: “se mi si accusa di diffamazione si mette in discussione il mio lavoro, se l’ho diffamato devo pagare, ma se ho solo detto il vero la giustizia deve rendermi merito”. L’udienza è fissata per il prossimo ottobre.

Francesca Lagatta ha scatenato le ire di Monsignor Leonardo Bonanno vescovo di San Marco Argentano perché  rea di aver scritto un articolo sul parroco del sacro cuore di Praia a Mare. Nell’articolo la Lagatta scriveva che a Don Franco Liporace per la carica di nuovo rettore del santuario diocesano era stato preferito un altro parroco a causa della sua presunta relazione con una donna. Ma la giornalista in modo chiaro e netto dichiarava che in realtà le dicerie si erano profuse grazie alla macchina del fango nei confronti dell’ennesimo essere umano che non si era genuflesso al volere incondizionato delle autorità politiche ed ecclesiastiche.

Tali dichiarazioni hanno provocato la querela del Monsignore, già noto ai media e alle autorità per essere stato condannato nel dicembre del 2015  a 20 giorni di reclusione trasformati in una sanzione di 5000 euro per aver rivelato notizie coperte da segreto istruttorio a persone che si trovavano sotto indagine da parte della Procura di Cosenza.

La querela del Monsignore è datata 9 dicembre 2016,  il pm chiede l’archiviazione ma il 12 dicembre Bonanno e il suo legale si oppongono. La Lagatta rende noto il fatto e il prelato a chiede a quel  punto di ritirare la querela ma stavolta è la giornalista ad opporsi. Dopo due rinvii ad aprile e luglio, al momento l’ultima  udienza è fissata per ottobre.

La Lagatta è impegnata su più fronti e annovera una vittoria importante contro il Banco di Credito Cooperativo di Verbicaro, i cui legali dopo uno scoop sull’irruzione degli uomini in divisa avvenuta il 9 marzo 2016 ai suoi sportelli,  l’avevano citata in giudizio per diffamazione. Ma la vicenda si è conclusa con la dichiarazione da parte del  Tribunale di Paola della professionalità della giornalista, il riconoscimento del suo operato.

Ma questa vittoria ha un retrogusto amaro perché a causa di questa vicenda Francesca continua a dover fronteggiare querele, lettere diffamatorie anonime, minacce, post denigratori come, a suo dire, la nuova querela del  sindaco di Verbicaro Francesco Silvestri.

Un nuovo articolo della Lagatta denunciava l’intimidazione nei confronti Giuseppe De Luca, ex consigliere di minoranza cacciato dal consiglio comunale, raccontando che davanti alla porta della sua abitazione era stata posta una tanica di benzina per aver denunciato storie di intrecci, intrallazzi, appalti truccati, affidamenti ambigui avvenuti nel comune.

“Il sindaco mi querela in teoria perché avrei messo in discussione l’onorabilità di Verbicaro, parole sue, in pratica perché non ha mai digerito le inchieste sulla banca, lo scoop sul rinvio a giudizio e altre faccende poco chiare che combinano nel comune” dichiara Francesca “dopo questa ultima querela intimidatoria risalente a una quindicina di giorni fa, mi sono recata in procura, ho scritto a Giornalisti d’azione e al segretario del sindacato dei giornalisti senza ricevere risposta da nessuno. Silvestri mi ha definita in qualsiasi modo e nessuno, dico nessuno mi ha difeso o ha detto che io avevo semplicemente raccontato la verità. Camminare per me è diventato un incubo. Ho cambiato le mie abitudini e non uso più il cellulare per chiamare. È un continuo minacce e insulti, un turbine di violenze incredibile”.

Ma Francesca Lagatta non soffre tanto per gli attacchi alla sua persona, quanto per le vessazioni a cui sono sottoposte le persone a lei vicine: familiari, amici, il suo compagno.

Scrive nel suo ultimo post: “Il mio giornalismo può piacere o meno, i miei articolo possono piacere o no e voi lettori non avete solo il diritto di giudicarli e criticarli, ma ne avete anche il dovere. Ma rimanete sulla notizia, sulla veridicità, su eventuali errori, sbavature, imprecisioni, inesattezze. È troppo facile combattere ad armi impari, io sono una sono SOLA, voi siete migliaia e siete dei vigliacchi.Per colpa dell’odio aizzato contro di me sul web, io ho dovuto cambiare le mie abitudini di vita rinunciando a molte cose e adottando diverse misure di sicurezza, senza che NESSUNO di competenza muovesse un dito per me. Il tutto continuando a subire continuamente episodi di intimidazione. Chissà che un giorno a qualcuno venga finalmente un morso di coscienza, se mi dovesse accadere qualcosa”.

 

 

 

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