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Finché morte non ci separi. Senza amore
Dati ISTAT 2015: il 35% delle donne nel mondo ha subito una violenza…in Italia 6 milioni 788 mila donne hanno subito nel corso della propria vita una violenza fisica o sessuale…sette volte su dieci gli episodi di violenza si concludono con un femminicidio (uccisione di donne). Dati allarmanti, epiloghi tragici che la dicono lunga sull’inefficacia delle misure utilizzate contro lo stalking e le altre forme di persecuzione alle donne. Le molteplici modalità di violenza, sebbene quella fisica sia la più facile da riconoscere, rendono complesso tracciare un profilo della donna-tipo che subisce soprusi: la violenza coinvolge tutte le donne. L’intenzione di fare del male fisico, l’imposizione di pratiche sessuali indesiderate che siano lesive della dignità, gli attacchi e le minacce verbali finalizzati a convincere la donna di non valere nulla, per meglio tenerla sotto controllo, l’allontanarla dalle relazioni sociali di supporto o impedirle l’accesso alle risorse economiche e non, in modo da limitare la sua indipendenza. Sono questi gli innumerevoli e subdoli atti di umiliazione, di sopraffazione e di soggiogazione, che provocano nella maggioranza delle vittime profonde ferite psichiche oltre che fisiche, violenze che si consumano più diffusamente tra le mura domestiche, una serie continua di azioni volte al dominio ed al controllo di un partner sull’altro. Questi soprusi perpetrati ai danni di molte donne le rendono vulnerabili, talmente esposte che, come testimoniano anche due avvocati del foro di Napoli l’Avv. Annantonia Romano e l’ Avv. Mario Angelino, “spesso le vittime di violenza hanno difficoltà a raccontare quanto subiscono, restano legate al loro carnefice, per cui messe di fronte alla scelta se denunciare o no il proprio partner, ridimensionano i fatti o li ritirano”. Ricorderete tutti il caso di Lucia Annibali, avvocato di Pesaro, aggredita e sfigurata con l’acido mentre rientrava a casa su mandato di Luca Varani, anch’egli avvocato e suo ex fidanzato. Un atto efferato, culmine di un rapporto malato, di un legame strappato e ricucito più volte fino a quando i sentimenti hanno lasciato il passo ad un crescendo di risentimento e persecuzione. Il 25 novembre 2009, in occasione della “Giornata internazionale contro la violenza sulle donne”, il presidente della commissione ‘Lavori pubblici e politiche per la casa’ del Consiglio regionale del Lazio, Giovanni Carapella, dichiarò l’incomprensibilità della sentenza emessa dalla Corte di Cassazione qualche giorno prima che non riconosceva le circostanze aggravanti a carico del marito di una donna suicidatasi in conseguenza dei maltrattamenti subiti dal consorte. Alla luce di quanto detto, nonostante i dati del 2016 indichino un calo dei femminicidi in Italia, possiamo ben sperare, ma non consolarci pensando che il fenomeno stia rientrando. Le denunce di violenza sono sempre di meno rispetto agli atti di violenza effettiva, e l’ultima Legge di Bilancio in Italia fa temere per la chiusura della maggior parte dei centri anti-violenza. Ben vengano quindi iniziative come quella organizzata dall’Associazione Terra Viva presso la Sala Re-Work nel cuore del Centro Direzionale di Napoli conclusasi Sabato 10 Dicembre 2016, per la “Formazione e informazione per Operatori dell’Anti Violenza”, sul tema della violenza di genere, violenza assistita verso i minori e discriminazioni di ogni tipo, perché è importante mobilitarsi per combattere ogni forma di sopraffazione e violenza che in modi diversi e a differenti livelli minano la convivenza civile e democratica.
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