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Fenomenologia minima di Andrea Scanzi
Quella che si è interrotta è la “successione apostolica” delle intelligenze, dei libri, delle idee, delle emozioni, degli apparati simbolici collettivi, delle esperienze, ovvero il passaggio del testimone da una generazione all’altra. Qualcuno ricostruirà le cause della cancellazione delle tracce mnestiche del mondo dei fratelli più grandi avvenuta come d’incanto nella memoria dei fratelli più piccoli o della generazione che ci segue. Per quel che ho osservato io, è un fatto che già quelli che mi seguono di venti anni appena, forse perché cresciuti con altri cartoni animanti rispetto ai miei, non sanno e non vogliono sapere nulla dei miei fantasmi e delle mie urgenze interiori. Non era così per tutto l’800 e fino al ’68 quantomeno.
Il passaggio delle generazioni avveniva nell’arco dei vent’anni ed era fluido e continuo, non dico armonioso perché le guerre e le rivoluzioni laceravano non poco l’aria del tempo. Poi è accaduta qualche tragedia da qualche parte, l’esplosione di una silenziosa bomba H, non so se nelle coscienze individuali, nella memoria collettiva, nello spirito pubblico, nel sistema dell’istruzione pubblica, diciamo sinteticamente nella storia, e d’improvviso quelli di venti o trent’anni dopo hanno cominciato a sembrarti degli alieni. Non capisco di cosa si nutrono, cosa leggono, quali organature concettuali reggono i loro pensieri, quali intrecci di idee formano i cesti della loro coscienza.
Fatto sta, e lo dico non per lui, simpatico ragazzo coi capelli irti, i pensieri spettinati e lo sguardo vitreo, allocchito, ma in quanto emblema dell’intellettuale pubblico (uso il termine intellettuale nel senso gramsciano, come operatore cosciente di gruppo sociale o di un blocco storico), poi, dicevo, accendo la tivù e vedo (perché non oso più sentire) le lallazioni di Andrea Scanzi e cedendo all’imprecazione pop, balbetto anch’io alla volta di Lilli Gruber, indicando lo schermo e con le parole di Renato Zero (visto che Scanzi è un esegeta di Giorgio Gaber, musica contro musica): “Ma Lui, Lui chi è? Come mai l’ hai portato con te? Il suo ruolo mi spieghi qual è?” La domanda resta sospesa nell’aria. Ma è quella: da dove salta fuori questa generazione “Voyager”?
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