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Dig Awards. La casa del giornalismo d’inchiesta
Quando nel dicembre del 2014 la madre di Ilaria Alpi annunciò la volontà di dimettersi dall’associazione dedicata alla figlia e il desiderio di far calare il sipario sul Premio a lei intitolato – per 20 anni punto di riferimento nel panorama italiano del giornalismo di inchiesta – sembrava non solo che un epoca stesse per finire ma che lo spazio per rendere merito a una forma di ricerca e di indagine così importante, si fosse irrimediabilmente chiuso. Invece, da quella bella e feconda esperienza nata a Riccione per sostenere un’informazione libera e fedele agli eventi e tenere viva la memoria su Ilaria Alpi – inviata del Tg3 uccisa a Mogadiscio l 20 marzo 1994 insieme al suo operatore Miran Hrovatin – è nata una nuova avventura, quella di Dig Awards-Documentari Inchieste Giornalismi.
Premi internazionali dedicati al giornalismo d’inchiesta – giunti alla seconda edizione – presentata nei giorni scorsi e in programma nella città romagnola dal 23 al 25 giugno 2016 – creati per sostenere i professionisti, i free-lance che, di reportage in reportage, inchiesta dopo inchiesta, chilometri di ‘scarponi sul terreno’ vanno alla ricerca della verità e valorizzare opere e progetti giornalistici che trattano temi di rilevanza sociale, economica e politica. Per accendere i riflettori su un giornalismo, quello di inchiesta, che piace anche al grande pubblico – se solo si pensa a programmi come ‘Report’, ‘Vice’ o ‘Presa diretta’, premiati dagli ascolti – ma ancora non troppo presente nei palinsesti quotidiani.
Lo scorso anno, a Riccione, il debutto – in una curiosa sovrapposizione al Palacongressi con le aspiranti star giunte in Romagna per i provini di Italia’s Got Talent – tra incontri pubblici, testimonianze e seminari. Al secondo giro di giostra, quello del 2016, i Dig Awards crescono e diventano ancor più internazionali: la giuria sarà presieduta da Gavin MacFadyen, ‘mostro sacro’ del giornalismo anglosassone (direttore del Centre for Investigative Journalism di Londra e responsabile, dal 1970, di oltre 50 programmi d’inchiesta per Bbc, Channel 4 e Pbs) e il premio entra nel Global Investigative Journalism Network, la più importante rete mondiale del giornalismo investigativo.
Aumentano poi le categorie del concorso, che arrivano a sei. Una, ‘Focus on Italy’ assegna un premio di produzione di 20.000 euro al miglior progetto. Grazie a Sky Italia, due progetti del 2015 sono già stati trasformati in inchieste tv: il vincitore ‘Italian offshore’ sulle trivellazioni al largo delle coste italiane e ‘Follow the paintings’, sui traffici illeciti nel mondo dell’arte. Le altre sezioni premiano inchieste tv (‘Investigative’); i ‘Long reportage’ e gli ‘Short reportage’ (sotto i 26 minuti), ‘Data Journalism’ e la nuova sezione ‘Digital’ per video sotto i 12 minuti per siti d’informazione.
Concorso, ma non solo, Dig Awards vede nascere, quest’anno, anche Dig Academy, programma di alta formazione per giornalisti con grandi reporter europei come docenti. Partenza il 4 marzo, a Riccione, con un corso di 36 ore, divise in due weekend, sui fondamenti del giornalismo investigativo, appuntamento speciale, aperto a 20 giornalisti. In attesa di giugno quando, durante il festival, ci sarà ancora tanto spazio per la formazione.
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