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Coronavirus: un video virale per battere il virus
Una viralità positiva per battere la viralità letale del coronavirus. E, con lo stesso principio, anche la velocità di diffusione delle informazioni contro la velocità di diffusione del contagio. Una scommessa difficile, nata tra Svizzera e Italia con l’obiettivo di premiare giovani creativi in grado di produrre dei video social. Lo scopo finale dell’iniziativa è quello di arginare la pandemia, e con questi principi si sono create delle clip conformi alle direttive dei sanitari, ma nello stesso tempo comprensibili e fruibili in rete.
Tutto si riassume in un hashtag che si sta diffondendo su Instagram: #piuvelocidelvirus, ma che rappresenta anche l’ultimo tassello di un progetto mosso dall’urgenza di agire in fretta e nella buona direzione. Un’idea che ha rapidamente preso forma in un concorso diffuso in tutto il mondo, con in palio premi per 1300 franchi svizzeri da devolvere ai migliori interpreti delle linee guida contenute nel bando. L’obiettivo era premiare il miglior video breve che aiutasse a battere sul tempo il coronavirus facendo diventare virali le idee già contenute nei messaggi #iorestoacasa #stayathome #socialdistancing.
Chi c’è dietro l’iniziativa? “La firmo per trasparenza: sono Guenda Bernegger di Lugano; insegno etica e Medical Humanities”, si legge sul sito che oggi raccoglie tutti i video partecipanti al contest, ma “l’idea ha contagiato Francesca Acerboni di Milano, e ha rapidamente raggiunto Monique Bosco-von Allmen, di Lugano: questo è ora il team”.
Insomma, bisognava e bisogna giocare d’anticipo, prima che sia troppo tardi: andare più veloce del virus, appunto.
Hanno risposto all’appello 25 giovani videomaker provenienti da Italia, Francia e Svizzera e alla fine sono stati premiati ex aequo al primo posto Nicolò Brunoni di Lugano e la coppia torinese Riccardo Zanchetta e Bianca Ferrero.
Le frasi chiave di #piuvelocidelvirus
“La cattiva notizia è che siamo già in ritardo. La buona notizia è che in alcune zone abbiamo ancora un piccolo vantaggio temporale (e dobbiamo sfruttarlo).
La cattiva notizia è che il virus è velocissimo. La buona notizia è che possiamo cercare di essere più veloci di lui, o meglio, di rallentarlo.
La cattiva notizia è che il numero dei nuovi contagi cresce quasi esponenzialmente. La buona notizia è che abbiamo studiato matematica e capiamo che cosa voglia dire (per cui non ci lasciamo rassicurare da chi dice che «da noi ci sono ancora pochi casi»).
La cattiva notizia è che stiamo facendo ancora troppo poco. La buona notizia è che possiamo fare di più. La cattiva notizia è che nessuno può lavarsene le mani. La buona notizia è che il sapone è efficace.
La cattiva notizia è che oggi ci stiamo in realtà provocando quello che sarà domani. La buona notizia è che l’oggi (e dunque il domani) è ancora nelle nostre mani.
La cattiva notizia è che senza saperlo possiamo essere molto pericolosi per gli altri. La buona notizia è che possiamo fare qualcosa di molto utile tutti, ciascuno.
La cattiva notizia è che le misure diventano sempre più restrittive dappertutto. La buona notizia è che oggi sono ancora io che posso scegliere di rinunciare a qualcosa per il bene di tutti, ora”.
Ora è pronta la fase due: un secondo bando lampo è ai nastri di partenza. Manca poco alla sua pubblicazione per aumentare ancora il muro di contenimento della consapevolezza attraverso le piattaforme social.
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