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Caso Rovelli: l’epurazione dell’intelligenza, la rimozione della libertà

13 Maggio 2023

Il dato di cronaca fondamentale intorno alla triste vicenda del fisico Carlo Rovelli è abbastanza noto e resta del tutto inconfutabile, considerata la sua oggettività irreprensibile: nell’ambito della Fiera del libro di Francoforte, il divulgatore scientifico e docente universitario viene invitato alla cerimonia di apertura della prestigiosa Buchmesse 2024, salvo cancellarne la presenza per la sua ideale avversione verso le armi e la guerra. Potrebbe costituire un “motivo di imbarazzo”, gli si scrive in una mail, resa pubblica dal medesimo illustre segato. Appare evidente, in primo luogo, che si tratti di una vera e propria censura preventiva. Non si vuole correre il rischio che l’eminente uomo di scienze esprima la sua legittima opinione circa i conflitti bellici, che riguardano tanto da vicino il futuro dell’intera umanità e l’equilibrio mondiale delle nazioni.

Ecco, si arriva a un paradosso tanto assurdo quanto insulso: in una importante fiera del libro, luogo pregiato di idee, confronti e libere analisi, si cerca di vietare al pensiero di prendere spazio. In un considerevole tempio della cultura occidentale, come, appunto, quello rappresentato dalla città di Goethe, diventa proibito, dunque, tentare di avanzare dei dubbi sul convincimento unico dominante, che contempla l’esigenza e finanche l’opportunità della guerra, tradendo un cinismo mortifero e nocivo, volto a bandire lo stesso concetto di “intelligenza”, considerata nella sua multiforme specificità di dote etica. Pertanto, diventa immorale chi vuole la pace, non chi sostiene la guerra. In un contesto del genere, anche la guerra contro le parole svincolate, emancipate e indipendenti viene ad assumere le peculiarità dell’attacco strategico. Il sabotaggio del pensiero in libertà e l’impedimento della reazione intellettuale, a difesa della posizione prevaricante, supportata a sua volta dal peso internazionale di un’intesa politica e militare, determina, così, la censura del nostro Carlo Rovelli, fisico affermato e pensatore ardito.

Oggi più che mai avremmo bisogno di una classe intellettuale improntata alle esigenze del frangente storico che stiamo vivendo, capace di rappresentare un solido nucleo di opposizione a qualsiasi tentativo di controllo della ragione e della cultura. In un tempo di sconvolgenti campagne di diseguaglianza e discriminazioni di ogni sorta, diventa utile e necessario comprendere le ragioni di una censura, in special modo se avviene nella sfera editoriale e dei libri. Allora occorre dire che, spesso, la censura sortisce un effetto contrario, in quanto veicola maggiormente il modello, o l’opera che si vuole oscurare, finendo per esaltarne i princìpi. Chi ricorre al fenomeno della censura si trova, perciò, a fare i conti con risvolti imprevedibili e sorprendenti. Proprio come possono esserlo le parole elaborate da una mente sciolta, non soggetta a un dominio! Va da sé che nel mondo globale della comunicazione non potrà mai esservi una concezione unica che può dirigere il pensiero in una sola direzione. E fino a quando la lettura e l’ascolto delle parole non cadono nella clandestinità, la libertà di espressione continuerà a qualificare ognuno di noi, a prescindere se scriviamo libri, o meno.

 

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