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Ein Vermittler: il grande mediatore culturale, Carlo Mainoldi
Sino all’ultimo Carlo Mainoldi aveva esercitato il Suo straordinario carisma intellettuale affascinando i lettori delle Sue traduzioni, traduzioni che hanno segnato uno spartiacque nelle tradizione filosofica, politica, scientifica italiana per la loro densità interpretativa.
Intellettuale di razza dagli studi severi, si era avvicinato al lavoro editoriale come una sorta di sostituzione della nobile e irripetibile missione del dotto che insegna e nel contempo non cessa di studiare e di scrivere e di apprendere per di nuovo donare.
Carlo Mainoldi è stato un grande organizzatore di cultura. Ha diretto per anni l’ Universale Economica Feltrinelli che ideò e costruì unendo l’ amore per i grandi e affermati intellettuali e i giovani scapestrati che Lui riusciva a rendere seri e consapevoli di dover seguire il tracciato degli studi come passione, come dovere, come vocazione, come successe a me. A Carlo Mainoldi debbo la mia vocazione culturale come dedizione, ossia la trasformazione di una vocazione in una professione weberiana, per la serietà che seppe ispirarmi con il Suo esempio.
Lascia una traccia luminosa: le Sue traduzioni sono state il percorso di una vita dedicata allo spirito nel tempo e del tempo, dall’ Heinrich Boll di “Wo_warst du Adam?”,“Dov’eri Adamo?” pubblicato da Bompiani nel 1955 nella collana dei “Delfini Classici ”, per passare poi, nel 1987, per l’Editore Adelphi nella Collana Piccola biblioteca Adelphi a “Ex Captivitate Salus. Erfahrungen der Zeit 1945/47”, il libro terribile scritto in carcere da Carl Schimitt, un testo che solo un profondo interprete tanto della filosofia quanto della storia tedesca poteva tradurre in quella forma così cristallinamente sublime e comprensibile che trasuda e disvela insieme l’ angoscia dell’ essere di tutto il Novecento, così come ancora una volta rivelò nelle Sue traduzioni degli autori ebraico-tedeschi.
In questo senso una delle Sue ultime grandi traduzioni, ossia, di Jurgen Habermas: ”Zur Verfassung Europas: ein Essay”, pubblicato da Laterza nel 2012 nella collana “Anticorpi”, in un italiano straordinario e inconfondibile e indimenticabile diede ai lettori della nostra nazione la possibilità di attingere alla prefazione e ai due densi capitoli di grande importanza di un testo decisivo per orientarsi nel dibattito odierno.
Una vita dedicata alla cultura nel senso irrinunciabile del termine, ossia la cultura come destino.
(nella foto di copertina, Carl Schmitt)
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