Media

Canone RAI(d)

5 Ottobre 2015

Arriva il raid RAI.

Il canone Rai è stato sempre un tributo, per usare un eufemismo, stravagante.

Nato come corrispettivo economico di un servizio essenziale, trasformato poi in una imposta dovuta a prescindere dalla fruizione del servizio e ora destinato, forse, a essere pagato insieme alla luce.

Ecco la sintesi perfetta di quello che il diritto tributario, se vero diritto fosse, non dovrebbe consentire.

L’ipotesi di inserire il canone nella bolletta dell’elettricità vuol dire mischiare pere e mele, confondere le persone nella comprensione di cosa stanno pagando e così impedire loro di obiettare di doverlo versare, laddove non dovuto.

Lo conferma lo stesso Chicco Testa, presidente di Assoelettrica (come scrivo qui, cliccate).

L’imposta si mescolerebbe infatti a tante altre voci, già difficili da comprendere ma accomunate almeno dal fatto di essere dovute per la fornitura di elettricità. In mezzo a queste voci, essa diventerebbe una tassa occulta.

L’aberrazione principale, tuttavia, riguarda non i dettagli, ma la ragione di questo tentativo di ampliamento.

In più c’è l’aspetto privacy. Se un utente non paga il canone cosa succede? E’ immaginabile arrivare al distacco delle forniture per il mancato pagamento di importi che nulla hanno a che vedere con la fornitura elettrica, col rischio di incorrere nel reato di interruzione di pubblico servizio?

Aggiungo. Usare questa “strategia” come misura anti-evasione presenterebbe molte criticità legali ed applicative e nulla cambierebbe rispetto al passato, se non l’introduzione di ulteriori costi e rischi aggiuntivi per i venditori di elettricità, che inevitabilmente non potranno non riflettersi nelle bollette.
E allora mi chiedo.

Perché si vuol far pagare il canone in bolletta? Cosa unisce l’uno all’altra? Dire che metterla in bolletta eliminerebbe l’evasione del canone è improprio.

Perché includerla nella tariffa per l’elettricità renderebbe praticamente certo il suo pagamento non solo da parte degli eventuali evasori, ma anche di chi non la deve, mescolando, come si è detto, le mele con le pere, in contraddizione col principio di trasparenza che un inascoltato statuto del contribuente vorrebbe baluardo contro l’arbitrio sovrano.

Commenti

Devi fare login per commentare

Accedi

Gli Stati Generali è un progetto di giornalismo partecipativo

Vuoi diventare un brain?

Newsletter

Ti sei registrato con successo alla newsletter de Gli Stati Generali, controlla la tua mail per completare la registrazione.