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Cairo lancia offerta carta contro carta per prendere controllo di Rcs-Corriere

8 Aprile 2016

L’imprenditore Urbano Cairo, 59 anni, fondatore e azionista di controllo della Cairo Communication, ha deciso di lanciare un’offerta pubblica di scambio volontaria sulle totalità delle azioni di Rcs Mediagroup, il gruppo proprietario del Corriere della Sera. L’operazione è, come si dice in gergo, “carta contro carta”, senza esborso di cassa, e punta a creare, è «finalizzata a creare un grande gruppo editoriale multimediale, dotato di una leadership stabile e indipendente».

Il corrispettivo dello scambio è di  0,12 azioni Cairo per 1 azione ordinaria di Rcs. Ogni 8,333 azioni Rcs, dunque, gli azionisti del gruppo editoriale milanese riceveranno una azione Cairo. Sulla base del prezzo ufficiale delle azioni Rcs e delle azioni Cairo registrato il 7 aprile, la valorizzazione delle azioni Rcs (che oggi hanno chiuso a 0,455 euro) risulta pari a 0,551 euro, al netto del dividendo l’offerta è di 0,527 euro. A quest’ultimo valore, la valutazione del 100% di Rcs è di 275 milioni contro una capitalizzazione di 220 milioni.

L’operazione non è finalizzata al ritiro del titolo dalla Borsa: Cairo si è impegnata anzi a ripristinare il flottante qualora fosse necessario. Il gruppo Cairo detiene già una quota del 4,6% nel capitale della Rcs. L’offerta è condizionata ad adesioni che permettano all’offerente di avere azioni pari ad almeno il 50% più una azione ordinaria, e al fatto che, prima delle conclusione dell’offerta le banche creditrici (la principale delle quali è Intesa Sanpaolo), si dovranno impegnare a rinunciare alla facoltà di chiedere il rimborso anticipato del debito della Rcs, come sarebbe loro diritto sulla base degli accordi vigenti. E proprio il via libera di Intesa Sanpaolo Cairo sembra averlo già in tasca, visto che nell’offerta è assistito da Banca Imi, la investment bank del gruppo Intesa.

Cairo, che è anche proprietario e presidente del Torino Football Club,  conta poi di realizzare «significative efficienze nella gestione dei costi operativi» di Rcs, «anche semplificando la struttura societaria», e di «sviluppare i ricavi sviluppando le potenzialità della Rizzoli e di ristabilire l’equilibrio economico del gruppo», «accelerandone il processo di ristrutturazione e rilancio».

Al momento, fra i grandi azionisti Rcs figurano la Fiat con  il 16,7%, che però aveva già annunciato l’intenzione di uscire, girando la quota ai suoi azionisti , Mediobanca con il 9,9%, l’imprenditore Diego Della Valle con una quota del 7,3%, seguiti da Pirelli-ChemChina (4,4%), Unipolsai (4,6%), Intesa Sanpaolo (4,1%), famiglia Rotelli (2,7%), più due investitori istituzionali (Schroeder con il 5% e Vanguard con 2,29%).

Prima di fondare la Cairo Communication nel 1996, come società specializzata nella raccoltà di pubblicità, Cairo era stato assistente di Silvio Berlusconi alla Fininvest, direttore commerciale e vice direttore generale presso Publitalia ’80, e e poi amministratore delegato, dal 1991 al 1995, della Arnoldo Mondadori Editore Pubblicità. Con l’acquisizione della Giorgio Mondadori spa avviene la trasformazione in vero e proprio gruppo editoriale, cui segue la quotazione in Borsa nel 2000, l’acquisizione di nuove testate e poi della televisione La7 e La7D dal gruppo Telecom Italia.

Il gruppo Cairo pubblica le riviste Dipiù, Giallo, Diva, e, attraverso la Giorgio Mondadori, le testate Airone, Bell’Italia, Gardenia, Arte. Nel 2015 ha un fatturato di 260 milioni, un utile netto di 11 milioni (dimezzato rispetto al 2014) e debiti netti per 105 milioni.

Rcs Mediagroup ha invece un fatturato di poco superiore a 1 miliardo di euro, ha chiuso il 2015 con una perdita di 175,7 milioni e ha un indebitamento finanziario netto di 487 milioni.

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