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Berlusconi e il linguaggio: la metafora e il framing

30 Giugno 2015

di Gianluca Giansante

 

Parlare del linguaggio di Silvio Berlusconi rappresenta un’impresa titanica. Tanti sono, infatti, gli aspetti su cui ci si può soffermare. Mi sembra utile, dunque, non avere la pretesa di un’analisi esaustiva ma provare a cogliere un aspetto, fra i tanti, che caratterizza la sua comunicazione.

Di molti si è parlato ampiamente, ma forse uno è stato sottolineato meno di altri: la sua grande capacità di framing, cioè di definire i temi secondo il proprio punto di vista e di farlo attraverso un potente strumento linguistico: la metafora. Vediamone un caso concreto.

Ormai da tempo Silvio Berlusconi è solito parlare di pressione fiscale quando si riferisce alle tasse.
Non si tratta di un’espressione casuale ma, appunto, di una metafora, che unisce un termine concreto, la pressione, il peso, a un elemento astratto, il fisco, la gestione delle entrate pubbliche. Usa un concetto di cui tutti abbiamo fatto esperienza, l’essere gravati da un peso, per alludere a un concetto più in alto nella scala dell’astrazione, le tasse.

È una metafora che sottolinea alcuni aspetti del pagare le tasse: il fatto che si tratta di un sacrificio, di un gravame. Ne occulta tuttavia altri, per esempio il fatto che se – mentre sto
scrivendo questo testo – mi sentissi male, un’ambulanza verrebbe a prendermi e mi porterebbe al pronto soccorso dove sarei curato. Tutto questo grazie alle tasse, che sono impiegate anche – per fare un altro esempio – per permettere a tutti i bambini di avere un’istruzione gratuita, quale che sia la loro estrazione sociale o culturale. Tutto questo viene occultato dalla locuzione pressione fiscale.

Non è dunque un’espressione neutra ma è portatrice di un punto di vista molto netto sulle tasse, quello della destra, che vede la tassazione come un fardello e chi le elimina come l’eroe della storia.

Continuando a ripeterla ad ogni apparizione televisiva, Berlusconi e i suoi l’hanno fatta entrare nel lessico di uso comune: oggi la utilizzano giornalisti, osservatori e studiosi, ignari della sua funzione partigiana.

La usano anche gli esponenti del centrosinistra che, così facendo, promuovono un punto di vista a loro avverso sulle tasse e sull’economia. In questo senso conoscere il potere della metafora può fare la differenza.

L’espressione, peraltro, non è un’invenzione originale di Berlusconi, si tratta di un calco ben fatto dall’espressione inglese tax relief, “sgravi fiscali”, coniata e diffusa dai conservatori americani e presto entrata nel lessico politico quotidiano .

Estratto dell’intervento al seminario promosso da Antonio Palmieri, in collaborazione con la rivista ComPol, presso la Camera dei Deputati.

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