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Ave, Fedez

9 Febbraio 2023

Ci voleva un ragazzo che ha avuto il cancro e non ha più paura di niente per mostrare a tutti gli italiani collegati alla televisione nazionale che nel nostro governo c’è un viceministro – alle infrastrutture, fatto incomprensibile, per di più – che si traveste da nazista durante “una festa di addio al celibato”: Galeazzo Bignami, che aveva definito il suo gesto (già noto, peraltro) come una “goliardata”. Fedez ha stracciato la sua foto (in divisa nazista) in diretta: un colpaccio comunicativo che potrebbe portare alle dimissioni del ministro, soprattutto se dovesse continuare con le sue campagne contro gli omosessuali e la comunità LGBT.

Come se a una festa di carnevale ci si potesse travestire da kapò di un campo di concentramento, da Adolf Hitler e Eva Braun, da Goebbels con tutti i sei figli uccisi nel bunker di Berlino, perchè non vivessero senza Hitler, e poi dire: “Ma stavamo solo scherzando! Basta solo un po’ di sense of humour per capire che ci volevamo solo divertire!”.

Ecco, lo strano silenzio che aleggia su un governo pieno di simili personaggi, a dir poco impresentabili, è stato squarciato, espressione banale ma adatta al contesto, da un ragazzo che qualcuno snobba perchè ha la Lamborghini, è un influencer, non ha fatto il liceo classico, non è un giornalista, fa i soldi con i social, ma, bisogna riconoscerlo, non è neanche un leccaculo. Merito notevolissimo in un paese in cui il leccaculismo è una solida tradizione, praticata nel ventennio fascista con stolido impegno, per poi finalmente scegliere la guerra civile, pur di non restare (nella seconda guerra mondiale) dalla parte sbagliata della storia.

Ave, Fedez, perchè hai detto quello che i giornalisti avrebbero dovuto urlare da tempo: non  possono stare al governo personaggi come quelli sfoggiati dal governo Meloni, usciti da una bolla storica dell’anteguerra, dove l’unico ideale perseguito è quello del maschio ipermaschio, magari in divisa nazista, ma che non ha dubbi sulla sua identità sessuale: 100% di pura razza maschia, per l’appunto.

Meglio ricordare al viceministro Bignami che la strage di SA compiuta dalle SS nella Notte dei Lunghi Coltelli riguardò anche un noto gerarca omosessuale, Ernst Röhm, in precedenza molto amico di Hitler, e che i sospetti sull’omosessualità del Führer sono stati sostenuti da molti storici, come nel caso del libro “Il segreto di Hitler“, scritto da Lothar Machtan.

Non c’è nulla di meno maschile dell’ipermaschio e di chi lo venera, ma, soprattutto, non c’è nulla di meno moderno che mettere il naso nelle mutande degli altri per controllare (con i propri occhi) cosa contengono le mutande in questione per poi fare la predica al possessore dei genitali: “Sei un uomo, sei una donna! Vestiti da uomo, vestiti da donna!”.

Il problema è proprio questo: uno stato moderno, retto da un governo moderno, non mette il naso nelle mutande dei cittadini ma si fa gli affari suoi. Siamo tutti liberi di fare quello che ci pare nella sfera relativa ai nostri gusti sessuali e alla nostra identità di genere, anche se solo la parola “genere” provoca qualche turbamento nell’elettore (in genere non giovanissimo) tentato dall’opera suddetta di controllo del contenuto delle mutande altrui.

L’Italia merita di essere lasciata in pace da chi perderà le prossime elezioni, appena tutti avranno capito che allegra combriccola di ficcanaso (nelle nostre vite private) è stata mandata al governo. Nessuno desidera vedere invasa la propria esistenza – nella nostra più intima sfera privata – da chi si erge difensore della purezza di genere. Anche perchè nessuno è senza peccato (vedasi Hitler), ma soprattutto non è più un peccato essere gay o qualsiasi altra cosa si desideri essere.  Insomma, politici di destra, fatevi i ca**i vostri che noi ci facciamo volentieri i nostri.

 

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