Media
A Vicenza la paura del declino: «Così la follia green uccide l’industria»
La rassegna stampa dei principali fatti e argomenti nel Veneto nella settimana dal 29 settembre al 5 ottobre
ECONOMIA
Sabato 5 ottobre
A Vicenza la paura del declino «Così la follia green uccide l’industria»
«Noi ve l’avevamo detto. E scusate se userò parole pesanti oggi, ma credo siano necessarie per svegliare chi di dovere dal torpore». Con un effetto anche scenografico, ottenuto rimandando sul maxi-schermo il suo intervento all’assemblea dell’anno scorso, la presidente di Confindustria Vicenza, Laura Dalla Vecchia, ha rigirato il dito nella piaga dei dati Istat sulla declinante produzione industriale italiana, per ribadire il concetto: «Noi lo avevamo previsto». Sottinteso: «E non ci avete ascoltato». L’elenco delle doglianze, recitato ieri pomeriggio davanti a 1.400 imprenditori riuniti nel grande capannone dell’azienda Vibo di Trissino per l’assemblea 2024, è particolarmente nutrito. La Germania, mercato di destinazione naturale per centinaia di imprese nordestine, si è impaludata in una stagnazione che sa molto di recessione; l’automotive soffre maledettamente (Dalla Vecchia cita Montezemolo: «L’industria dell’auto in Italia non esiste più e nessuno si indigna») ma è solo la punta dell’iceberg; il green deal europeo sta mandando le aziende nostrane al manicomio. «La spinta ottusa ed estremista verso le rinnovabili e le auto elettriche – va controcorrente a testa alta la presidente degli industriali vicentini – si giustificano solo con l’ideologia». Scandisce Dalla Vecchia: «Se de-carbonizzazione diventa de-industrializzazione, siamo fi-ni-ti! Il green deal e tutte le fesserie connesse sono un virus in questo organismo che era sano e vigoroso». (Corriere del Veneto).
Venerdì 4 ottobre
L’export veneto va male
L’export manifatturiero Made in Veneto “non va bene”, segnala Confartigianato alla luce di una “contrazione” nel primo semestre 2024 del 3,4% rispetto allo stesso periodo del 2023, attestandosi a 39.302 milioni di euro. “Un’alternativa efficace oggi per rilanciare l’export è puntare su altri mercati rispetto ai tradizionali, quali Asia, Africa e America Latina, là dove i Paesi stanno aumentando la domanda di beni di consumo, tecnologie e infrastrutture, settori in cui l’industria manifatturiera veneta è particolarmente competitiva”. Ne è convinto il presidente di Confartigianato Imprese Veneto, Roberto Boschetto. (Agenzia Dire)
Mercoledì 2 ottobre
Crisi aziendali Speedline e Superjet, 400 lavoratori a rischio
Fim Cisl Venezia e Fiom Cgil Venezia sono ”estremamente allarmate” per la crisi che si sta prolungando per Speedline di Santa Maria di Sala (cerchi in lega) e per Superjet International di Tessera (aeronautica), i cui destini interessano complessivamente 400 lavoratori. Per Speedline, passata a luglio 2023 da Ronal al fondo tedesco Callista, si è ancora in attesa del via libera all’amministrazione straordinaria da parte del Tribunale fallimentare di Venezia, chiesta l’11 settembre scorso. Intricata anche la situazione di Superjet, con il fondo emiratino Mark AB Capital che da oltre un anno sta aspettando il via libera dal Csf (Comitato di sicurezza finanziaria) del Mef per rilevare il 90% delle quote dei russi ora in mano al Demanio che ha minacciato di liquidare definitivamente l’attività che dà lavoro a 120 dipendenti, di cui molti specializzati, se per il 31 ottobre non avverrà la compravendita. (Veneziepost)
LAVORO
Sabato 5 ottobre
Medici e infermieri: 240 in meno
La Cgil: «Basta straordinari, richiami al lavoro e doppi turni» La replica del direttore dell’Usl: «Trovate voi chi assumere». Negli ospedali pubblici della Marca mancano oltre 100 medici. E a questi si aggiunge l’assenza di altre 140 professionisti tra infermieri, tecnici di laboratorio, ostetriche e così via. Il conto è stato fatto dalla stessa azienda sanitaria trevigiana. E ieri è stato sottolineato anche nell’appuntamento della campagna “Curiamoci di noi” lanciata dalla Fp Cgil. Il sindacato ha incontrato il personale in servizio negli ospedali di Treviso e Montebelluna e poi ha fatto il punto della situazione davanti al Ca’ Foncello. La carenza di camici bianchi si fa sentire soprattutto in settori come pediatria, pronto soccorso, dermatologia, gastroenterologia, radiologia, oculistica e cardiologia. Proprio pochi giorni fa, inoltre, l’Usl ha timbrato l’assunzione di due oncologi in libera professione (per un anno) per rafforzare gli organici dei reparti di Montebelluna e Vittorio Veneto. Ad oggi rimane estremamente difficile reclutare specialisti: spesso semplicemente non si trovano. (Il Gazzettino)
Lunedì 30 settembre
Pagati 3 euro a consegna. Lo sciopero dei rider a Padova
Una piazza puntinata di zaini gialli e azzurri. Si è presentata così ieri, domenica 29 settembre, piazza Mazzini, con decine di rider di Glovo e Deliveroo stretti in uno sciopero che dura da sabato. Si sono rifiutati di lavorare, protestando per una paga bassissima e l’assenza di tutele per la sicurezza durante il servizio. A scatenare la protesta è stata la morte di Alì Jamat, travolto da un’auto lo scorso 7 settembre a Limena. A dialogare con loro è accorso il segretario della Nidil della Cgil Mirko Romanato, e il consigliere comunale delegato alle politiche giovanili Pietro Bean. (Mattino di Padova)
SOCIETA’
Martedì 1 ottobre
Atenei, scure sui fondi
Quest’anno ci sono oltre 9 miliardi di euro a disposizione delle università italiane. Uno stanziamento, quello nel Fondo di finanziamento ordinario (Ffo), di cui il ministero ha dato notizia sottolineando l’incremento rispetto agli anni pre-Covid, quando la cifra in questione si aggirava attorno ai 7 miliardi e 450 milioni di euro. Se guardiamo però alle tabelle del decreto di riferimento, dove il confronto è con il 2023, emerge una situazione un po’ diversa: le risorse totali sono inferiori rispetto all’anno scorso, con la conseguenza che quasi tutti gli atenei statali risultano un po’ più poveri. Solo sei sono riusciti a mantenere gli stessi numeri, portando quindi a casa un pareggio. Tra questi c’è anche l’università di Padova. Per tutti gli altri la situazione è molto diversa: le università di Venezia, Verona e Trieste perdono tutte oltre il 3 per cento dei fondi a disposizione, Udine l’1,8 per cento. (Mattino di Padova)
CULTURA
Martedì 1 ottobre
A Padova la 19^ edizione della Fiera delle Parole
128 appuntamenti, 250 autori, 16 luoghi di incontro. L’autunno a Padova comincia con La Fiera delle Parole, che dal 2 al 6 ottobre ospiterà giornalisti, psicologi, scrittori, scienziati, cantautori, teologi, tutti chiamati a confrontarsi tra loro e con il pubblico sui grandi temi della contemporaneità. (Mattino di Padova)
AMBIENTE
Sabato 5 ottobre
A Vicenza a settembre il triplo della pioggia media. Fenomeni estremi, anno da record
Quasi il triplo della pioggia di un “normale” settembre. E cioè 237 millimetri contro gli 80-90 che si dovrebbero registrare nel primo mese di autunno. Una quantità, quest’ultima, che a Vicenza è caduta invece praticamente in un solo giorno – anzi in una manciata di ore – lo scorso 23 settembre. Con ottobre appena cominciato, è tempo di bilanci. E quello sulla risorsa idrica stilato da Arpav è forse il più atteso, dal punto di vista meteorologico. Si scopre così che Vicenza supera persino la media veneta di 198 millimetri di pioggia settembrina (su un dato storico regionale di 105 millimetri). Ma nei primi nove mesi del 2024 sono già numerosi i record “climatici” infranti. (Il Giornale di Vicenza)
POLITICA
Sabato 5 ottobre
FdI punta a Venezia Speranzon: «Pronto a correre da sindaco»
Si accende la sfida per il dopo Brugnaro: «Se l’alleanza lo vorrà, disponibile a candidarmi». «Io candidato sindaco a Venezia? Sì, sono disponibile». Raffaele Speranzon, vice presidente vicario al Senato del gruppo di Fratelli d’Italia e coordinatore per Venezia città del partito, rompe gli indugi sulle voci che circolano da qualche mese. «Siamo il primo partito del centrodestra e in molte parti del Comune. Saremo determinanti nella scelta del prossimo candidato e della squadra di governo della città. Se l’alleanza riterrà che io possa essere la persona giusta, sarò a disposizione». (Il Gazzettino)
Venerdì 4 ottobre
Autonomia. Nel dossier welfare, pompieri e fiere. Riproposta pure l’idea di compartecipare a imposte e tributi, a cominciare dall’Iva
Il corposo dossier che fa partire il negoziato per l’Autonomia del Veneto è stato presentato ieri in via della Stamperia dal presidente della Regione Luca Zaia. Tocca le nove materie che non hanno bisogno di Lep (livelli essenziali delle prestazioni) com’è noto ma, analizzando il documento con attenzione, quasi mimetizzate fra una serie di richieste nel merito, ce ne sono due esplosive. Finanza e tributi. Al capitolo «Coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario regionale», il Veneto mette nero su bianco di voler trattenere eventuali risparmi in caso di gestione virtuosa di un servizio. Se per una materia il Veneto saprà garantire livelli essenziali di prestazione (i famosi Lep) stabiliti a livello nazionale spendendo meno di quanto lo Stato aveva deciso di assegnare alla nostra regione, il «risparmio» potrà restare alla Regione stessa. Ma non basta, perché subito dopo, in una riga e mezza, palazzo Balbi riporta in vita la legge sul federalismo fiscale del 2009 che per 15 anni è rimasta lettera morta. Nel testo del dossier si legge: «È attribuita alla Regione piena autonomia sui tributi delle regioni» e si fa riferimento alla legge sul federalismo fiscale. Come? Grazie ai Lep in corso di lavorazione che danno corpo alla norma del 2009. Il Veneto ne approfitta per chiederne l’applicazione. Una vera e propria rivoluzione dato che il federalismo fiscale prevede la compartecipazione al gettito dei tributi erariali. A partire dalla compartecipazione all’Iva. Nel dossier ci sono anche Protezione civile, Commercio estero (oggetto di polemiche nelle scorse settimane con il ministro Tajani), Rapporti internazionali, Previdenza complementare e integrativa, Giustizia di pace, Professioni, Casse di risparmio rurali, aziende di credito a carattere regionale, Enti di credito fondiario e agrario a carattere regionale. (Corriere del Veneto)
La Lega propone lo Ius Veneti: «Per la cittadinanza si devono conoscere sarde in saor e risi e bisi»
Per lo ius scholae servirebbe studiare, per lo ius Italiae occorrerebbe la presenza effettiva anziché una lontana discendenza. Mentre in Parlamento si litiga, in Consiglio regionale si sogna. «Una provocazione? Niente affatto», assicura il capogruppo leghista Giuseppe Pan, annunciando la proposta che mira «a valorizzare l’identità veneta» attraverso obblighi come questo: «Chi aderisce allo ius Veneti dovrà familiarizzare con i piatti tipici della nostra tradizione, come il “baccalà alla vicentina”, il “risi e bisi”, il “fegato alla veneziana”, il “sarde in saor” e i famosi dolci come la “fugassa” e i “baicoli”. Questi piatti non sono solo sapori ma simboli di un patrimonio culinario che racconta la storia e le tradizioni del nostro popolo». (Il Gazzettino)
Mercoledì 2 ottobre
Autonomia, le Regioni incontrano Calderoli, ma è scontro nella maggioranza
Il D-Day per l’Autonomia veneta è in agenda giovedì alle 13, quando attorno al tavolo del ministero degli Affari Regionali siederanno il ministro Roberto Calderoli e le quattro Regioni apripista: Veneto, Lombardia, Piemonte e Liguria. Si tratta della prima convocazione ufficiale per il negoziato che porterà alle singole intese Stato-Regione. E la delegazione veneta parte con un faldone sotto braccio: 9 dossier già pronti. n appuntamento col destino per Zaia che si dichiara pronto, prontissimo: «Abbiamo un dossier materia per materia, per dire cosa vorremmo chiedere al governo». Un entusiasmo che si scontra con un clima sempre più avvelenato, dentro e fuori la maggioranza fra impugnative di quattro Regioni contro l’Autonomia e il Veneto che si costituisce come potenziale parte lesa, il referendum abrogativo ancora sub iudice da parte della Consulta e polemiche quotidiane che si sprecano. L’ultimo casus belli è proprio su una materia «non Lep», il Commercio estero. A dar fuoco alle polveri il vice premier di FI, Antonio Tajani. E Zaia risponde: «Non ci saranno 20 dipartimenti per il commercio estero, si trasferiscono funzioni, non intere materie. Un’operazione utile per fare un abito su misura nella promozione, nel portare magari alcune produzioni che sono tipicamente venete nei mercati internazionali. Il Veneto spingerà su prosecco e aerospazio, ad esempio, l’Emilia Romagna sull’automotive e il biomedicale». (Corriere del Veneto)
Martedì 1 ottobre
Elezioni provinciali, centrodestra in vantaggio in tutte le province del Veneto.
A Treviso su un totale di 16 eletti, la lista Alleanza per il Territorio (riconducibile a Fratelli d’Italia) ha ottenuto 4 consiglieri; la lista “Lega di Marca Marcon Presidente”, che fa capo al Carroccio, ne ha ottenuti 6; la lista Avanti Treviso (area Forza Italia) ha eletto 3 consiglieri; infine la lista Amministratori di Marca (area centrosinistra) ne ha fatti 3.
A Vicenza su 16 scranni, la lista Centrodestra ha ottenuto 8 posti, la lista “Vicenza in Comune” (area centrosinistra) 6; la lista “Civici” 2.
A Rovigo erano 10 i consiglieri da eleggere: la lista “Centrodestra Unito” ne ha avuti 7; la lista “Civici e Progressisti” 2; la lista “Centro sinistra per il Polesine” (che fa capo al Pd) 1.
Nelle province di Belluno, Padova e Verona si è votato lo scorso 16 marzo. Venezia, invece, in quanto città metropolitana, fa storia a sé e andrà al voto contestualmente al Comune, presumibilmente nella primavera 2026. Nessuna novità per quanto riguarda i presidenti di Provincia, restano Roberto Padrin a Belluno, il leghista Enrico Ferrarese a Rovigo, il leghista Stefano Marcon a Treviso (tutti e tre eletti nel dicembre 2021 e in carica fino al 2025), a Padova Sergio Giordani di area centrosinistra (eletto nel 2022), a Verona Flavio Massimo Pasini di area centrodestra (2023), a Vicenza (Andrea Nardin (2023), mentre a Venezia è sempre Luigi Brugnaro (2020). (Il Gazzettino)
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