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Sicily Hub: così Catania e Palermo sono diventate capitali della Rete
(In collaborazione con Sparkle)
La Sicilia, da sempre, è il cuore del Mediterraneo e snodo e crocevia di culture, tradizioni, sensibilità diverse. Di questo melting pot secolare portano segni duraturi l’architettura, i paesaggi, gli edifici dell’isola, e perfino la sua cucina. Allo stesso modo, oggi, la Sicilia è centrale nel flusso di comunicazioni che attraversano il Mediterraneo e che viaggiano su Internet.
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Proprio nell’isola italiana, a Palermo e a Catania, batte il cuore tecnologico e l’intelligenza di Internet del Sud Europa. È lì che si trova il Sicily Hub di Sparkle, uno dei pochi punti al mondo in cui si incrociano le reti di diversi paesi. Uno di quegli snodi che ci consente insomma di far arrivare dati e informazioni all’estero, e di riceverne dall’estero. Queste attività non sono solo indispensabili per la trasmissione dei dati lungo il Mediterraneo, ma rappresentano anche un’importante opportunità di sviluppo locale e occupazionale per la Sicilia. Ma andiamo con ordine.
Il Sicily Hub di Palermo ha una posizione strategica e adotta tecnologie molto evolute tanto da essersi affermato come il principale hub per i traffici Internet nel Mediterraneo, offrendo a fornitori di contenuti e operatori internet un ecosistema unico e altamente competitivo rispetto agli altri hub europei.
Grazie alla prossimità con il Nord Africa e il Medioriente, al collegamento con tutti i cavi internazionali che atterrano in Sicilia e all’integrazione con la rete globale di Transito IP Tier-1 di Sparkle Seabone, il Sicily Hub offre a content provider e internet service provider internazionali un punto di interconnessione con prestazioni superiori, dal 50% all’80%, rispetto a qualsiasi altro nodo europeo.
Sempre in Sicilia, ma a Catania, si trova invece il Network Operations Center, tramite il quale la Società controlla e gestisce in tempo reale la rete di trasporto internazionale e i cavi sottomarini e grazie al quale, nel 2016, si è aggiudicata la gara per la gestione e il controllo operativo del cavo consortile SeaMeWe 5, che si estende per circa 22.000 km collegando l’Asia e l’Europa. A Catania hanno inoltre sede il nuovo data center iperconvergente e il Sicily Lab, laboratorio d’innovazione tecnologica focalizzato sull’automazione, programmabilità e virtualizzazione della rete.
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La società, inoltre, ha annunciato due nuovi progetti – BlueMed e Nibble – volti a rafforzare l’infrastruttura già presente nel Mediterraneo grazie al ruolo fondamentale della Sicilia come gateway digitale tra Africa, Medio Oriente, Asia ed Europa.
Annunciato ad aprile, BlueMed è il nuovo cavo sottomarino multifibra, operativo dal 2020, che attraverserà il Mar Tirreno collegando il Sicily Hub con la nuova stazione di atterraggio neutrale di Genova fino al ricco ecosistema digitale di Milano. In sostanza, è grazie a BlueMed che la mittelEuropa che “inizia” a Milano sarà ancora meglio connessa con il Nord Africa e il Medio Oriente.
Con una capacità fino a 240 Tbps e lungo circa 1.000 km, BlueMed fornirà connettività avanzata tra Medio Oriente, Africa, Asia e gli hub continentali europei con un miglioramento del 50% delle prestazioni rispetto ai cavi terrestri che collegano la Sicilia con Milano.
Recentemente Sparkle, peraltro, ha assunto dodici giovani ingegneri delle telecomunicazioni e informatici per le sedi di Palermo e Catania. I neo assunti nelle divisioni ICT e Network sono impegnati nella gestione delle piattaforme trasmissive a supporto della rete e dei sistemi in cavo sottomarino, oltre alla salvaguardia delle infrastrutture per l’automazione, la programmabilità e la virtualizzazione delle funzioni di rete.
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Saranno anche questi giovani , quindi, a proseguire e tenere viva la tradizione della Sicilia come terra che incrocia culture, informazioni e lingue diverse e le “restituisce” per tutto il Mediterraneo e l’Europa. Dove un tempo erano filosofi e navigatori, insomma, oggi ci sono ingegneri e scienziati dell’informazione: i tempi cambiano, il Dna dell’Isola e del mare no.
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