Internet
Secondo gli italiani l’informazione in rete è più libera e veritiera
La polemica impazza in questi giorni in un interessante crocevia tra accademia, media e politica. Tra giornali autorevoli che sanciscono il superamento dei sondaggi e l’invocazione di giurie popolari sull’informazione, è il concetto stesso di pubblica opinione ad essere messo in crisi e, con esso, quello di democrazia. Parole impegnative, valori con la V maiuscola che sembravano quasi usciti dalle nostre vite tornano ad ottenere attenzione anche in un orizzonte quotidiano, nel confronto tra le persone che si interrogano su questi temi. Libertà e verità risultano strettamente associate nel pensiero comune e il mezzo/media fa davvero la differenza perché è da esso, come tutti ormai ben sappiamo, che dipendono.
Se il pensiero critico su algoritmi, bolle, filtri si sta ancora formando, la percezione di libertà di espressione nella rete è già pienamente acquisita. È proprio questo grado zero di libertà che viene considerato condizione imprescindibile (e vantaggio competitivo) al carattere veritiero delle notizie. Come dire, ben vengano le bufale perché solo dove ci può essere il falso può trovarsi anche il vero. Lo sosteneva Popper, lo pensano gli italiani.
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