Internet

Magari Alda Merini non sarebbe voluta diventare un Doodle di Google

21 Marzo 2016

Magari Alda Merini non sarebbe voluta diventare un contenuto da Doodle-Marketing di Google (21 marzo 2016).
Nessuno ha potuto chiederglielo, ovviamente.
Tuttavia, se una ditta di bastoncini di pesce o un e-commerce di scarpe avessero utilizzato il volto della Poetessa per una qualsiasi operazione di branding creativo, in molti avrebbero chiesto spiegazioni.
Nessuno sembra, invece, porsi delle domande quando lo fa Google, che è ormai socialmente percepita come un’infrastruttura globale e come parte fondamentale dell’ecosistema digitale. Il che è vero.
Ma resta il fatto che Google sia anche, e soprattutto, un’azienda privata che persegue scopi privati.
Oggi, molti giornali e riviste hanno salutato il Doodle-Alda-Merini come la consacrazione concreta della sua Opera. Tutti hanno letto, quasi automaticamente, l’omaggio nel giorno della sua nascita come il riconoscimento da parte di una nuova Enciclopedia Universale.
Certamente il Doodle-Alda-Merini servirà a far conoscere ancora di più l’autrice, magari a farne vendere ancora di più i libri. E tutti, davvero tutti, ne saranno contenti.
Ma oggi il volto della Poetessa è anche diventato un micro-frammento dei contenuti brandizzati di un’azienda multinazionale quotata in borsa.
Lei, Alda Merini, ovunque si trovi, si sta probabilmente limitando a quel suo accennato sorriso, tra l’inquieto e il troppo sapiente.
E forse, Lei, Alda Merini, ovunque si trovi, non sta dicendo:
Che figata, sono diventata un Google-Doodle!”.

Alda_Merini
fonte: Wikimedia
0 Commenti

Devi fare login per commentare

Login

Gli Stati Generali è un progetto di giornalismo partecipativo

Vuoi diventare un brain?

Newsletter

Ti sei registrato con successo alla newsletter de Gli Stati Generali, controlla la tua mail per completare la registrazione.