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L’impero della truffa: migliaia di investitori ingannati con false criptovalute

Una massiccia fuga di informazioni svela un network internazionale di call center che ha truffato oltre 32.000 persone con investimenti in criptovalute inesistenti, generando ricavi per centinaia di milioni di dollari.

15 Marzo 2025

La rivelazione sulla truffa delle criptovalute. L’organizzazione svedese Qurium ha analizzato i dati provenienti da una massiccia fuga di informazioni ottenuta dalla Swedish Television (SvT). Il materiale, composto da oltre 20.000 ore di registrazioni di chiamate, chat, fatture e contratti, ha rivelato il funzionamento di due vasti network di call center fraudolenti. Sfruttando pratiche di marketing di affiliazione e una rete di società partner e fornitori di servizi, i truffatori hanno convinto oltre 32.000 persone ad investire in criptovalute inesistenti.

Si tratta di un’operazione di proporzioni gigantesche su cui si sta ancora facendo luce. Una delle reti individuate, denominata “Sapphire”, gestisce call center fisici in Israele, Cipro, Ucraina e Bulgaria. Dal 2021 and 2024, hanno impiegato almeno 480 persone e generato 247 milioni di dollari in depositi da 27.000 vittime in 30 Paesi.

Il reclutamento tramite marketing di affiliazione. Secondo questo modello, gli “affiliati” guadagnano commissioni promuovendo prodotti o servizi per conto di aziende, ricevendo un compenso quando viene generata l’azione desiderata, come un acquisto o una registrazione. Per intenderci, quanto un influencer condivide un codice sconto per un prodotto sta facendo “affiliate marketing”: sebbene legale, questo sistema viene anche sfruttato per promuovere attività criminali.

L’adescamento dai call center e il primo pagamento. Le vittime vengono attirate da pubblicità ingannevoli su piattaforme social (Facebook, Instagram, X e Microsoft MSN) che promuovono finti prodotti di trading dai nomi accattivanti come “Bitcoin 360 AI”, “Bitcoin Circuit” o “Bitcoin Bank”.

Un sistema di tracciamento – GetLinked (sviluppato da una società bulgara) – registra i clic sulle inserzioni e reindirizza il potenziale cliente a un modulo online. Qui l’utente inserisce il proprio numero di telefono, che viene poi utilizzato da un giovane e affabile agente per contattarlo e promettergli rendimenti sicuri su criptovalute e azioni. Per avviare l’investimento, la vittima deve caricare i propri documenti di identità sulla piattaforma di trading e versare un importo iniziale di 250 dollari (o equivalente in altra valuta). Il pagamento, preferibilmente effettuato tramite la stessa piattaforma, consente ai truffatori di acquisire i dati della carta di credito. Dopo il primo pagamento della vittima, l’affiliato riceve una commissione per aver generato efficacemente traffico verso le inserzioni. Le informazioni trapelate rivelano che il 7% delle persone che compilano il modulo iniziale effettua un pagamento, con una perdita media di 14.000 USD per vittima.

L’escalation della frode svuota-conto. A questo punto, il nuovo cliente viene affidato ad un sedicente “esperto” di trading – munito di nome e passaporto falsi – che lo convince ad installare un software di accesso remoto al PC, poiché la navigazione sulla piattaforma di trading è volutamente complicata. In questo modo, ottiene accesso alle email e all’home banking della vittima. L’operatore incoraggia a depositare somme sempre più ingenti, proponendo persino prestiti per coprire le continue tasse inaspettate, commissioni aggiuntive e richieste di versamenti per presunti controlli anti-riciclaggio.

La macchina aziendale della truffa. Sorprendentemente, i truffatori operano con strumenti aziendali sofisticati, utilizzando software di gestione dei clienti (CRM) con nomi come “Predator”, che tengono traccia di vittime, agenti e transazioni. L’organizzazione fornisce anche formazione mirata al personale, insegnando tecniche persuasive di raggiro. Inoltre, dispone di dipartimenti dedicati alle risorse umane, al controllo qualità e all’IT, gestendo l’intera operazione come una qualsiasi azienda. Ogni anno, questi call center effettuano milioni di chiamate tramite comuni provider VoIP, che permettono di mascherare l’origine delle telefonate, rendendo difficile rintracciare i responsabili). Si tratta quindi di un sistema estremamente strutturato, in cui i fornitori di servizi coinvolti sono pienamente consapevoli dell’illegalità delle attività svolte.

Pagamenti non tracciati. I profitti della rete Sapphire vengono riciclati attraverso bonifici a società collegate legalmente registrate in vari paesi europei, eludendo così le procedure anti-riciclaggio. Molte vittime effettuano i pagamenti in criptovalute e vengono istruite ad aprire conti presso “neobank” digitali, meno regolamentate, ricevendo precise indicazioni su come giustificare le transazioni per evitarne il blocco (ad esempio, come acquisto di biglietti teatrali). II denaro transita attraverso numerose società, rendendo impossibile tracciarne la destinazione finale. In un caso, i fondi sono passati da aziende registrate in Spagna e Regno Unito, poi inoltrati ad altre in Ungheria ed Emirati Arabi Uniti, e infine trasferiti a società di consulenza fittizie a Cipro ed Nord Macedonia, fino a perderne le tracce.

La doppia beffa del finto recupero crediti. Dopo aver scoperto di essere state truffate, molte vittime vengono contattate da falsi servizi di recupero crediti, gestiti dalla stessa rete criminale (tra cui la società georgiana A.K. Group). Questi soggetti si spacciano per autorità regolatorie, come la “Prudential Regulation Authority” della British Bank, sostenendo di aver recuperato i fondi perduti e offrendone la restituzione in cambio di una cauzione e di un presunto servizio di consulenza legale.

L’impunità del sistema. Diversi fattori hanno reso possibile il successo di questa incredibile truffa. Il desiderio di guadagni facili spinge molte persone a ignorare i rischi di prodotti finanziari privi di licenza, spesso già segnalati dalle autorità. Tuttavia, il vero motore di questo sistema è la capacità delle organizzazione coinvolte di aggirare sistematicamente le normative, approfittando della scarsa efficacia dei controlli anti-riciclaggio.

Questa rete criminale si sostiene grazie ad un sofisticato ecosistema di pagamenti e società che operano impunemente su scala globale (con tanto di sedi fisiche). Gli attori coinvolti nella truffa sono numerosi: i call center con decine di operatori, gli influencer coinvolti nel marketing di affiliazione, i fornitori di servizi di VoIP e software di gestione dei cliente, ma soprattutto le piattaforme digitali che ospitano pubblicità ingannevoli.  Questo meccanismo ben rodato continua ad mietere vittime, esponendo migliaia di persone a perdite finanziarie devastanti.

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