Internet

Interrogare Google come fosse un santone

11 Novembre 2014

Molto spesso siamo portati a stabilire un rapporto personale con gli oggetti inanimati che ci circondano, da una vecchia tazzina a una madeleine proustiana il legame può diventare davvero intimo, special modo in quest’epoca qui, di contenuti digitali, di oggetti quasi ”parlanti” ed evocativi come Siri. Già Spike Jonze aveva portato sul grande schermo un dubbio morale impertinente nel film ‘Her’: un giorno finiremo per innamorarci dei sistemi operativi di cui ci stiamo circondando? In fondo dentro i sistemi operativi cerchiamo noi stessi, e finiamo per contemplarci vanitosamente allo specchio come antichi Narcisi.

Intanto che si prefigurano tempi duri per l’innamoramento, e soprattutto per il sesso, i motori di ricerca si sono già trasformati in quelli che in epoca di polis greca erano i vecchi saggi pronti a rispondere alle nostre domande fondamentali (dall’esistenza al kamasutra). Non sarà sfuggito alle contemporanee figure mitologiche che si occupano di analisi dei dati in rete e di Seo, che le chiavi di ricerca via Google finiscono spesso con il punto interrogativo. Esempio: ”sono previsti concerti u2 nel 2015 a milano?quando?dove?”; oppure: ”ho un prurito al braccio con sfogo cos’è?”; e ancora: ‘‘si può definire molestia il fischio a una donna che cammina per il centro di una città? dunque sono stata molestata poco fa?’‘.

Google diventa insieme un medico di fiducia, un vecchio e saggio amico, un santone, anche se spesso alla fine della ricerca ci reindirizza su Yahoo Answers (e altri forum) senza alcuna pietà. I più privati dubbi sull’esistenza potrebbero essere rivelati un giorno proprio da Google e dall’intelligenza collettiva (o connettiva dir si voglia). Non mi stupirei di sapere che una delle chiavi di ricerca più utilizzate su Google possa diventare: ”perché esisto?”, accompagnata dalla vecchia diatriba tra creazionismo ed evoluzionismo in salsa di domanda da porre alla rete grazie all’azienda di Mountain View: ”come si è creato l’universo?”, ”deriviamo dalle scimmie o da Adamo ed Eva?” (anche se tutti gli indizi ci porterebbero a rispondere scimmie con una certa scioltezza).

Come fare a trattare Google esattamente come quello che è: un motore di ricerca che produce denaro e doodle ogni giorno? Come evitare di credere che lui sappia tutto su tutto? Tornare dal proprio medico potrebbe essere un passo avanti, porre a lui le domande sulle probabilità di un’epidemia di ebola in Europa, senza incorrere nel rischio di finire in siti di contro-informazione che urlano al complotto di una diffusione che ammazzerà tre quarti della popolazione in nome del nuovo ordine mondiale. È più rilassante, davvero. E in fondo non tutte le domande hanno risposte, grazie a dio (già: ”chi è Dio?”).

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