Internet
L’Internet delle cose è già qui ed è pronto a cambiare 30 milioni di case
La prigionia di Internet dentro i monitor dei computer sta per terminare. La diffusione degli smartphone ha segnato un primo momento dell’evasione della Rete dalle pareti domestiche e da quelle degli uffici: la connessione è diventata ubiqua, mobile, con la mail e il web capaci di seguirci ovunque nei nostri spostamenti. Ora la Rete è pronta a esondare fuori dalle cornici che hanno custodito la sua infanzia, e a mutare uomini e cose in nuove interfacce di interazione, in sedi di intelligenza potenziata dalle macchine. L’Internet delle Cose (IoT) trasforma la realtà in un mondo che diventa sempre più trasparente per la nostra comprensione e sempre più maneggevole per le nostre esigenze. Ogni oggetto impacchetta una piccola intelligenza artificiale, un neurone del tessuto connettivo che rende l’ambiente fisico sempre più consapevole di se stesso, sempre più capace di estendere la mente alla materia. Si apre un percorso che non era stato immaginato nemmeno dagli immaginari fantascientifici, sedi della promessa di un futuro fatto di androidi. Invece la Rete sta lentamente innervando tutte le cose di una sottile intelligenza, che trasforma la casa, l’ufficio, il mondo, in un giardino per l’umanità.
Olivetti è uno degli attori principali di ricerca e sviluppo per l’IoT nel nostro Paese. Alla base dell’Internet delle Cose ci sono gli oggetti intelligenti, chiamati anche “Smart Objects”. Luigi Zabatta, responsabile della funzione Smart Industrial & Utilities di Olivetti, ci spiega in poche parole cos’è uno Smart Object: “Si tratta di componenti hardware dotati di un modulo per connettersi in rete e dotati di una propria, seppur a volte minimale, intelligenza”. La connessione a Internet rappresenta quindi una condizione necessaria (ma non sufficiente) per l’ingresso degli oggetti in questa seconda vita, più illuminata, delle cose. Questa rete di oggetti intelligenti, sempre connessi e sempre online, è l’IoT. Un mondo fatto di sensori che raccolgono ed elaborano dati e li trasmettono attraverso reti eterogenee interconnesse tra loro: uno scambio costante di informazioni che viaggiano intorno a noi. Da secoli la filosofia empirista ha sentenziato che non può esserci nulla nell’intelletto, che non sia passato prima dagli organi di senso. In obbedienza a questa prescrizione cognitiva, l’accesso alle facoltà superiori degli smart object è assicurato dai sensori, che permettono di registrare le variazioni di stato nel contesto in cui occorre interagire.
Questo nuovo mondo popolato di dati e sensori rappresenta una opportunità per le aziende ma allo stesso tempo pone loro una grande sfida. Le tradizionali catene del valore vengono alterate, i modelli di business cambiano e si evolvono. Sebbene in forte crescita, l’IoT per molte aziende è ancora un paradigma dai contorni non ben definiti. La disponibilità di grandi quantità di dati, di per sé, non rappresenta un valore; spesso anzi espone le aziende a possibili rischi che se non correttamente gestiti arrecano danni sia di immagine sia economici. La mission è proprio quella di accompagnare le aziende in questo percorso di trasformazione digitale, mettendo a loro disposizione know how e soluzioni ready-to-use che le aiutino a creare valore da queste reti di oggetti e di dati.
Diverse sono le soluzioni già messe in campo da Olivetti per l’IoT. Una di queste riguarda il mondo dell’agricoltura dove una serie di sensori vengono utilizzati, ad esempio, per raccogliere informazioni sulle fluttuazioni del livello di umidità nel terreno, o della temperatura dell’aria dai campi coltivati. Questi sensori aiutano a controllare lo stato dei raccolti e permettono di prelevare dati di campo per elaborare modelli previsionali che in futuro potranno prevedere il momento migliore per avviare la vendemmia o mietere il grano. Nel caso del mondo automotive, invece, saranno rilevanti altri dati come la presenza di veicoli nei paraggi, le condizioni dell’asfalto, o il grado di usura delle gomme. La raccolta di dati che viene generata dai sensori è l’input per le elaborazioni processate dalle applicazioni. Sono queste i motori dell’intelligenza degli oggetti, dal momento che definiscono le condizioni di attivazione e le regole di comportamento che devono seguire nei diversi casi previsti.
L’infrastruttura IoT proposta da Olivetti si basa su una piattaforma trasversale ai singoli ambiti applicativi che garantisce l’integrazione dei sensori indipendentemente dalla loro tipologia e dal mondo applicativo sovrastante. La piattaforma semplifica la gestione dei vari protocolli tipici dell’IoT, come per esempio Zigbee e MQTT, e permette di implementare in maniera semplice e veloce i veri e propri «organi percettivi» degli oggetti intelligenti. La piattaforma abilita un framework applicativo che permette all’intera comunità di programmatori di sviluppare software applicativi dedicati ai singoli ambiti (cruscotti per gli agricoltori, dashboard per gli automobilisti, ecc.).
Gli ambiti di intervento per l’IoT sono svariati: in Italia ci sono 30 milioni di case che aspettano di essere rese intelligenti, 20 milioni di contatori del gas che aspirano alla stessa sorte, 50 milioni di automobili, due milioni e mezzo di distributori automatici, un milione di ettari di vigna, tutti pronti a qualificarsi come smart.
Una case history interessante di Olivetti è quella di Iren Emilia, azienda che eroga energia e acqua per uso domestico. L’infrastruttura implementata da Olivetti per questo progetto è un sistema IoT che permette di gestire la tele-lettura e la tele-gestione dei servizi: in altre parole, il distributore di gas può rilevare in ogni momento il consumo assorbito da ogni cliente. Non è più necessario ricorrere all’operatore umano che una volta all’anno passa casa per casa per controllare i valori registrati dal contatore. In questo modo, Iren risparmia sui costi di gestione, non richiedendo più l’attività di lettura compiuta ogni dodici mesi, e può registrare un set di dati personalizzati su ciascuno dei clienti, venendo a conoscenza dei tempi e dei modi in cui si articola la domanda di gas nelle case dei consumatori. In parallelo, gli utenti possono riporre una maggiore fiducia nel rapporto economico con il distributore, dal momento che non vedono prolungarsi il loro stato di debito o di credito nell’arco di un anno, sottoponendosi alla necessità di un conguaglio nella bolletta a fine anno.
La ricognizione del consumo effettivo permette al cliente di monitorare e di razionalizzare i propri modi di impiego dell’energia; per Iren invece si apre l’opportunità di ottimizzare le strategie di acquisto e distribuzione del gas, con un beneficio sui costi aziendali complessivi. La distribuzione dell’elettricità è già da tempo oggetto di questa forma di accertamento: il cosiddetto smart metering permette di ispezionare i comportamenti di utilizzo da parte dei clienti, tenendo sotto osservazione tutti gli elettrodomestici dell’unità abitativa. La casa intelligente sa ridistribuire in modo automatico l’accensione della lavatrice, della lavastoviglie, regolare l’intensità della luce, riducendo al minimo l’importo economico della bolletta, i picchi di domanda e la concentrazione negli orari di maggiore richiesta collettiva.
Un’altra esperienza interessante è quella con Agrisol, applicata al settore agricolo. Il sistema è volto a misurare l’assorbimento di acqua dalle radici delle piante, l’umidità del terreno e dell’aria, la bagnatura delle foglie, la quantità di luce solare recepita dalla vegetazione. L’infrastruttura IoT permette di risparmiare energia scongiurando gli sprechi, e di incrementare la quantità e la qualità dei raccolti. Questi obiettivi sono raggiunti attraverso lo sviluppo di una sequenza molto varia di misurazioni e di calcoli, che prevedono i rischi di aggressione da parte degli agenti patogeni, azionando in via preventiva il tipo di trattamento più indicato; integrano i dati sulle previsioni meteo con gli schemi di bilancio idrico delle coltivazioni; analizzano la fermentazione, in rapporto agli interventi correttivi messi in atto dal sistema. Per di più, la raccolta sistematica dei dati agevola la loro condivisione sia tra i clienti privati, sia lo scambio con le informazioni detenute dagli enti pubblici, a tutto vantaggio dell’identificazione delle best practice e della loro divulgazione a tutti gli attori del mercato.
Prepariamoci, il nostro destino è segnato: finiremo per essere accuditi da un mondo più intelligente di noi.
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