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Il garante leva il monopolio del processo telematico a chi ha preso i fondi Expo
Per 10 anni il processo civile telematico è stato regno incontrastato di una sola società, la bolognese Net Service spa, che si è accaparrata senza gara anche una parte consistente dei fondi Expo destinati alla giustizia 2.0. Ora, il Garante della concorrenza e del mercato, chiamato a pronunciarsi su eventuali violazioni da un’associazione di imprenditori ‘ e da Avvocati Telematici srl, prova a tirare una riga. E, indirettamente, conferma che qualcosa è andato storto nella ‘costruzione’ del Pct, anche con riferimento al tesoro di Expo sul quale sta indagando l’Anac di Raffaele Cantone che ha mandato nei giorni scorsi la Guardia di Finanza a prendere documenti nel Comune e nel Tribunale di Milano.
L’autorità di controllo ha accettato quella che potremmo definire con linguaggio poco tecnico una proposta di ‘patteggiamento’ da parte di Net Service. La corazzata ex Finmeccanica incassa lo stop all’istruttoria iniziata a metà 2016 per verificare le possibili condotte contrarie alla concorrenza e, in cambio, si impegna da adesso in avanti ad ‘aprire’ il mercato. “E’ chiaro che qualcosa non è andato nella macchina amministrativa se per 10 anni non è stata fatta una gara – ci spiega l’avvocato Carlo Piana, rappresentante della ricorrente Assogestionali – Il Pct è nato nel 2004 e io dal 2007 non ho traccia di gare”. Tutto risolto adesso? Non proprio, stando alle osservazioni degli Avvocati Telematici riportate nella delibera del Garante del 18 gennaio : “Gli impegni assunti da Net Service non sono di per sé sufficienti a scongiurare il protrarsi delle asimmetrie informative ai danni del mercato a valle”.
I ‘giuramenti’ di Net Service davanti a chi deve vigilare sulla concorrenza sono due: 1) Per evitare di sfuttare il fatto di essere al tempo stesso leader del mercato nella produzione dei sistemi informatici e società che fa man bassa degli appalti con gli affidamenti, la società si impegna a individuare due aree azendali separate, una che si occupa di realizzare i prodotti, l’altra di venderli 2) La creazione di un ‘blog del Pct’ nella quale possano dialogare tutte le imprese che offrono servizi legati alla digitalizzazione della giustizia. Le perplessità riguardano soprattutto la separazione delle aree aziendali che “non è sufficiente a avitare che esse interloquiscano tra loro” e inoltre viene evidenziata “l’assenza di trasparenza dei contratti stipulati tra Net Service e il Ministero”. Intanto, questione di poco, il processo telematico sta per arrivare anche nel penale. E’ troppo chiedere che le chiavi per realizzarlo siano affidata con gare pubbliche e criteri limpidi?
Manuela D’alessandro
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