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La chiusura di Gigaom, una storia che interroga tutti

10 Marzo 2015

Con parole semplici, che riportiamo qui integralmente, viene annunciata la chiusura di Gigaom, sito di informazione tecnologica molto apprezzato, fondato da Om Malik ormai nove anni fa e lasciato ormai un anno fa.

A brief note on our company

Gigaom recently became unable to pay its creditors in full at this time. As a result, the company is working with its creditors that have rights to all of the company’s assets as their collateral. All operations have ceased. We do not know at this time what the lenders intend to do with the assets or if there will be any future operations using those assets. The company does not currently intend to file bankruptcy. We would like to take a moment and thank our readers and our community for supporting us all along.

— Gigaom management

 

Anche il fondatore, Malik, ha dedicato un pensiero sofferto alla vicenda della compagnia da lui fondata.

Gigaom is winding down and its assets are now controlled by the company’s lenders. It is not how you want the story of a company you founded to end.

Every founder starts on a path — hopeful and optimistic, full of desire to build something that helps change the world for the better, reshape an industry and hopefully become independent, both metaphorically and financially. Business, much like life, is not a movie and not everyone gets to have a story book ending.

There will be time for postmortems, but not today. Today, I want to thank all the people who make (and have helped make) Gigaom. Their role in this journey was what really made it all worth it. They are great people and they will all do great work wherever they go. I want to thank our investors who believed in the business long before it became fashionable. And most importantly, I want to thank you dear readers for coming along on this trip of a lifetime.

I might have left Gigaom, the company, over a year ago, but Gigaom, the  idea still lives in my heart.

Goodnight sweetheart, I still love you!

 

Mathew Ingram, forse la firma più famosa di Gigaom, ha scritto via twitter che “abbiamo fatto quanto era possibile, ma non è stato abbastanza”. Quella di Gigaom è dunque una storia di un fallimento che colpisce un sito importante, un punto di riferimento per molti di noi, che contava circa sei milioni di utenti unici al mese e che però non è riuscito a evitare che i costi troppo elevati si trasformassero in debiti che, alla lunga, hanno strangolato il progetto. La antica legge, sempre quella, dei costi e dei ricavi. Ancora una volta, siamo davanti a un caso di nuovo modello editoriale che non ce la fa: gli interrogativi restano tutti aperti, le strade da perlustrare sono ancora tutte lì. Nel nostro piccolo, guardando a Gigaom, apprezziamo la schiettezza anglosassone con cui viene annunciata la crisi, e continuiamo a lavorare per costruire modelli sostenibili per il futuro dell’editoria e del giornalismo.

 

 

 

 

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