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Gestione social media: gli errori più comuni che anche i “grandi” commettono
Quando arriva il momento di cimentarsi con i social media per scopi aziendali o lavorativi, ci sono due possibilità da valutare: affidare la gestione ad un’agenzia o provare ad avviare una conduzione interna, tramite un team marketing dedicato. Nessuna delle due è migliore rispetto all’altra.
La decisione dipende da numerose variabili, e deve tener conto di quali sono le ragioni per cui è necessario investire risorse nella gestione social media. In realtà, anziché parlare di “ragioni”, sarebbe più corretto parlare di “obiettivi”, cioè ciò che l’azienda è in grado di ottenere investendo in questo ambito.
A partire dagli obiettivi prefissati, sarà possibile delineare cosa serve per raggiungerli e, quindi, quali risorse bisogna stanziare. Questo è l’iter “sano” da seguire prima di avviare una gestione dei canali social aziendali; vediamo qui di seguito quali sono gli errori più comuni da cui tenersi lontani.
C’è molto di più dietro il like
Per tantissime persone l’equazione matematica vincente per stare sui social è la seguente: avere tanti like equivale ad avere tanti guadagni. In realtà non è affatto così, perché non è tutto oro ciò che luccica.
E difatti un profilo social redditizio, non va avanti grazie ai “like” ma per via della presenza di una strategia, di un budget da destinare alle inserzioni pubblicitarie e, infine, di una serie di contenuti professionali realizzati per l’occorrenza, come shooting, video, grafiche ecc.
Performance o creatività?
Scegliere di affidarsi a qualcuno di esterno per la gestione dei social media è una buona idea, ma solo quando si ha contezza nel farlo. Innanzitutto bisogna sapere che esistono due approcci e, quindi, due macro-tipologie di agenzie/professionisti dei social.
Da una parte ci sono le agenzie performance, cioè quelle che si occupano per lo più di lead generation, cioè acquisizione di contatti profilati, e che lavorano per lo più su numeri, report, inserzioni e dati.
Dall’altra ci sono le agenzie creative, cioè quelle più spiccatamente mirate a lavorare sul brand e sulla reputazione.
Oltre i social
Un altro errore diffusissimo è quello di concentrare tutte le energie e le risorse sui social, senza distribuirle su tutte le attività necessarie. In genere se si vogliono curare dei canali sui social media, è perché si hanno progetti e ambizioni di crescita, guadagno o popolarità. Per avere tutto questo, non basta pubblicare belle foto o scrivere cose condivisibili, aspettando che il successo arrivi dall’alto.
Ci vuole una strategia omni-comprensiva, anzi, come si direbbe tra gli esperti di settore, omni-canale, cioè una presenza curata anche sui motori di ricerca, sulle piattaforme di recensioni e… nella vita vera.
Meno tiri in porta
Dal momento che il costo di ingaggio di un’agenzia per la gestione social media è piuttosto variabile, anche le realtà con fatturati minori possono finalmente permettersi il parere di un esperto.
Ciò che conta davvero, tuttavia, non è quanto bisogna spendere per potersi permettere un social media manager, ma cosa serve al proprio business per raggiungere anche un solo piccolo obiettivo.
Chi dispone di risorse di investimento limitate, non deve lasciar perdere tutto, ma anzi sforzarsi di trovarle attraverso la crescita degli affari; e l’unico modo per farlo, in ristrettezza del budget, è ridurre gli obiettivi da centrare. Per fare una metafora particolarmente sentita: meno tiri in porta, più goal.
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