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Facebook fa male alla salute dei ragazzi?
Non si hanno ancora risposte certe ed approfondite su quale sia l’effetto di Facebook sulla mente e sulla psicologia sociale dei ragazzi, ma si possono esprimere alcuni timori che paiono meritevoli di considerazione.
Un primo aspetto è quello del rendimento scolastico dei ragazzi che utilizzano i social durante le lezioni, comportamento che, oltre a essere un gesto di pessima educazione, peggiora l’apprendimento e aumenta stress e disattenzione.
In realtà, usare i social durante l’orario scolastico è anche un controsenso, in considerazione del fatto che la scuola dovrebbe rivelarsi il principale luogo di socializzazione degli adolescenti e il più importante luogo dove apprendere un migliore comportamento sociale. Sarebbe, dunque, buona norma dedicarsi a Facebook in un altro momento, quando non distragga da attività più importanti, come lo studio, o più efficaci socialmente, come la conoscenza personale.
Quest’aspetto ci porta non solo al giusto momento per utilizzare i social network, ma anche al corretto approccio e al giusto tempo da dedicare al nostro profilo virtuale. Da un lato, l’utilizzo di Facebook solo per gestire una ristretta cerchia di amici che si conosce personalmente potrebbe essere riduttivo, d’altra parte, non riuscire a distinguere l’amico vero da un conoscente e ancora da conoscenze esclusivamente virtuali con cui si condividono alcuni interessi in comune sul web, distorce le relazioni sociali.
Analogamente, una politica troppo restrittiva, priverebbe i ragazzi di un’utile esperienza, se condotta correttamente, e svilirebbe uno strumento di comunicazione che in un attimo apre una finestra in tutto il mondo. Anzi, una politica troppo severa rischierebbe di sortire l’effetto opposto a quello desiderato: dinanzi all’intransigente divieto di utilizzare Facebook, la reazione potrebbe essere proprio quella di rifugiarsi nella realtà 2.0 per fuggire dall’autorità dei genitori. Ma un approccio del tutto privo di regole sarebbe completamente diseducativo e dannoso (basti pensare, come vedremo tra breve, alla possibilità dell’effetto dipendenza che Facebook può provocare sui ragazzi non ancora totalmente strutturati psicologicamente).
Va da sé che lo strumento, in quanto tale, non va criminalizzato, ma appare chiaro che è bene che vi sia sempre una giusta educazione e un minimo di regole concordate tra genitori e figli per l’uso di smartphone e social. Un aspetto importante è che le regole siano chiare, le restrizioni motivate e i rischi connessi a un uso spericolato dei social siano ben spiegati.
Detenere un giusto equilibrio risulta fondamentale per tutelare non solo la propria immagine in Rete, ma anche per salvaguardare la propria salute fisica e psicologica: difatti, alcuni aspetti dei social possono effettivamente essere assimilati alle droghe e proprio gli adolescenti, a causa della loro fisiologica insicurezza, sono più a rischio Facebook (o social) addiction.
Il rischio non è da sottovalutare, visto che Facebook sfrutta la leva della validazione sociale e in qualche modo ‘approfitta’ di una vulnerabilità della psicologia umana.
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