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Elon Musk e Twitter: ritorno di fiamma?
Sull’acquisto del miniblog social per eccellenza, Twitter, da parte dell’uomo più ricco al mondo, Elon Musk, si è scritto e parlato tanto. Un eccentrico miliardario, che con cadenza pressoché giornaliera annuncia acquisti strambi, dal Manchester United alla criptovaluta più in voga in un determinato momento, non fa granché notizia se decide di annunciare l’acquisto di un social.
Quando lo aveva fatto, qualche mese fa, se ne era parlato il giusto, principalmente per l’esoso prezzo di acquisto (44 miliardi di dollari) prima di perdere attenzione nell’operazione e reinvestirla in altri, più scottanti, temi di attualità. In fin dei conti era aprile ed eravamo alle prese con una guerra poco distante e una crisi di governo in procinto di entrare nel vivo.
Se ne era riparlato quando l’affare, un paio di mesi dopo essere stato concluso, era saltato.
Che cosa è andato storto l’ultima volta?
Non è chiaro a tutti cosa sia successo l’estate scorsa, quando Musk ha improvvisamente fatto dietrofront rinunciando all’acquisto dopo averlo – ampiamente – annunciato sui suoi canali social come un affare concluso. La motivazione ufficiale sarebbe che l’azienda non ha mai fornito al patron di Tesla dati veri su account falsi come bot e generatori di spam. Elon Musk sta portando avanti una sorta di crociata contro gli account non reali sui social network e, a suo dire, su Twitter sarebbero molti di più del 5% che l’azienda dichiara.
Per tutta risposta, Twitter ha fatto causa, portando l’imprenditore in un tribunale del Delaware per costringerlo a onorare l’impegno preso. Secondo l’azienda, infatti, quella dei bot sarebbe solo una scusa, un pretesto orchestrato per chiamarsi fuori da una proposta non ritenuta più vantaggiosa.
Elon Musk in tribunale
Come riporta l’ANSA, l’udienza non sta esattamente favorendo l’imprenditore. Seppure la giudice Kathaleen McCormick abbia autorizzato Musk a portare in tribunale una talpa come l’ex responsabile della sicurezza di Twitter, Pieter Zatko, il quale ha confermato come il social dei cinguettii menta sistematicamente alle autorità sul numero di account falsi presenti all’interno della propria rete, andando dunque a portar acqua al mulino del ceo di Space X, difficilmente ciò basterà a far pendere la bilancia dalla sua parte.
Un lungo ritardo di acquisizione, infatti, è nocivo per Twitter, che sta già perdendo accessi e, dunque, investitori, a causa dell’incertezza sul suo futuro. Il lungo delay dell’operazione, di cui Musk è responsabile, è dunque un problema rilevante. I danni sono stati quantificati come ingenti già a partire dalla quarta settimana di ritardo in sede di udienza. Siamo ormai arrivati a tre mesi dalla clamorosa retromarcia. Dunque la richiesta del quasi acquirente di rimandare il processo non aiuta certo la sua causa.
In secondo luogo, appare molto difficile riuscire a provare in tribunale che un maggior numero di account non reali aumenti le avversità per il futuro amministratore e le difficoltà economiche di un social network che, seppure meno popolare di altri, resta comunque una delle piattaforme più frequentate al mondo, con tantissimi accessi giornalieri. Gli esperti avvocati di Elon Musk cominciano a pensare di non poter volgere a proprio favore l’udienza e, in vista del 17 ottobre, data del prossimo appuntamento di fronte alla giudice McCormick, starebbero pensando a un accordo tra le parti.
Non si tratterebbe dunque di alcun ritorno di fiamma, bensì di ferirsi del male minore.
Dunque che succederà?
La strategia di Elon Musk potrebbe ora essere quella di tornare sui suoi passi e completare l’acquisto. Il consiglio d’amministrazione si è detto favorevole a completare la cessione al prezzo di 54,20 dollari ad azione, per un totale che raggiungerebbe la stessa cifra proposta ad aprile, per la quale era stato trovato l’accordo. È tutto da verificare ma una mail informale con la proposta sarebbe già stata inviata dall’imprenditore.
Se ciò andasse in porto, ci ritroveremmo con una nuova gestione per il social, guidata da un miliardario capace di acquistare quel che vuole, spazi sociali inclusi. Musk ha sempre affermato di voler tutelare la libertà d’espressione e togliere ogni censura, compresa quella verso Donald Trump, bandito da Twitter in seguito all’assalto al Campidoglio di Washington.
“Musk riconosce che le sue chance di vincere contro il consiglio di amministrazione davanti al tribunale del Delaware sono molto deboli e la transazione, al prezzo di 44 miliardi, sarà per lui inevitabile prima o poi.”
Ha affermato Dan Ives, analista della società di investimento Wedbush Securities ed esperto di transazioni miliardarie. Il futuro di Twitter sarebbe dunque segnato, secondo gli addetti ai lavori. Siamo alla fumata bianca per questo affare?
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