Tutta l’estasi in una trilogia di danza

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21 Ottobre 2024

Catania. Come tutte le coreografie più grandi e impegnative di Roberto Zappalà, anche quest’ultima “Trilogia dell’estasi”, al di là dell’ispirazione di fondo, del dato contenutistico e dell’afflato spirituale che la innerva, sembra voler rispondere a una specie di sfida sul piano della costruzione formale: mantenere l’intensità del segno coreografico e la tensione comunicativa pur lavorando su una scena molto ampia e con un numero di danzatori molto grande. Raccontiamo questo spettacolo che ha debuttato già a maggio scorso nel contesto del “Maggio fiorentino” e si è visto – finalmente – a Catania dal 6 al 13 ottobre 2024, sulla scena del Teatro Bellini e nel contesto della stagione d’opera e balletto. La creazione e la tessitura coreografiche operate da Zappalà (regista e coreografo e creatore di scene e luci), si avvale (come sempre) della complicità e del lavoro di scavo e invenzione drammaturgica di Nello Calabrò, mentre in scena a danzare ci sono Samuele Arisci, Faile Sol Bakker, Giulia Berretta, Andrea Rachele Bruno, Corinne Cilia, Filippo Domini, Laura Finocchiaro, Anna Forzutti, William Mazzei, Silvia Rossi, Damiano Scavo, Thomas Sutton, Alessandra Verona, Erik Zarcone. Le musiche, in questa occasione, sono suonate in scena dall’orchestra del Bellini dirette dal giovane maestro bielorusso Vitali Alekseenok. Tessitura coreografica si è detto, ed è così perché si tratta di una riscrittura di tre pezzi celeberrimi della  storia della musica novecentesca e della danza ad essa collegata: il “Prelude a l’après-midi d’un faune” di Debussy ispirato da Mallarmé (e calato, ai primi del ‘900, in una altrettanto celebre coreografia da Vaclav Nizinskij; il Bolero di Ravel con tutto il carico delle tantissime e spesso preziose coreografie che ha suscitato; infine Le Sacre du Printemps’ di Igor Stravinskij, anche in questo caso coreografato per la prima volta da Nizinskij (ma con infinite riprese da Bejart a Bausch solo per fare anche i nomi più noti). Vasto programma… si direbbe allora: davvero vasto, vastissimo da perdercisi dentro.

Queste opere sono attraversate con serietà certo, ma senza alcun timore reverenziale, anzi con bella energia e sono ri-coreografate sulla base di una riflessione presente da molto tempo nella produzione di quest’artista, ovvero che la religiosità, soprattutto nella sua dimensione più mistica e travolgente è parente stretta, se non proprio consustanziale, di una sensualità adulta e pacificata, accolta con libertà e lasciata crescere e sgorgare con gioiosa e stupefatta consapevolezza. Funziona? Si, anche se non convince l’esplicita e insistita memoria di Eyes Wide Shut di Stanley Kubrik, come fantasmagoria di una sensualità misteriosa, inquietante, ineffabile: proprio perché riconoscibilissima e persino formalmente prevedibile da parte di tutto il pubblico questa memoria filmica appesantisce il lavoro che invece viaggia complessivamente attraverso territori di grande eleganza. Nel primo segmento appare straordinario l’assolo di Filippo Domini (ma è una conferma di quanto il coreografo catanese stia scommettendo sul talento di questo danzatore), mentre nel terzo segmento l’intero ensemble sembra riscrivere integralmente ed energicamente, dentro il perimetro ormai molto vasto e arioso del linguaggio coreografico di Zappalà, il grande disegno coreografico di Nizinskij.

 

 

Catania, Teatro Bellini, Stagione di opere e balletti. Dal 6 al 13 ottobre, Compagnia Zappalà Danza. L’après-midi d’un faune | Boléro | le sacre du printemps (Trilogia dell’estasi).

Regia, coreografia, scene e luci di Roberto Zappalà, direttore d’orchestra Vitali Alekseenok. Musica: Claude Debussy/ L’Après-midi d’un Faune – Maurice Ravel/ Boléro – Igor Stravinskij/ Le Sacre du Printemps’ – altre musiche Tujamo, Vinne, Murotani. Drammaturgia di Nello Calabrò. Assistente alla coreografia Fernando Roldan Ferrer. Danza e collaborazione: Samuele Arisci, Faile Sol Bakker, Giulia Berretta, Andrea Rachele Bruno, Corinne Cilia, Filippo Domini, Laura Finocchiaro, Anna Forzutti, William Mazzei, Silvia Rossi, Damiano Scavo, Thomas Sutton, Alessandra Verona, Erik Zarcone. Orchestra e Tecnici del Teatro Massimo Bellini.

Costumi Roberto Zappalà in collaborazione con Veronica Cornacchini. Realizzazione costumi Majoca | realizzazione scene Peroni S.p.a. Goatmask Giada Russo Art Atelier direzione tecnica Sammy Torrisi. Management Vittorio Stasi. Tour management Federica Cincotti. Organizzazione Laura Gullotta, Lucia Inguscio. Responsabile comunicazione Caterina Andò. Comunicazione digitale Andrea Di Giovanni, Giuseppe Tiralosi. Ufficio stampa Veronica Pitea. Comunicazione visiva Maurizio Leonardi. Amministrazione Carmen Carace, Marica Runza. Direzione generale Maria Inguscio. Crediti fotografici: Serena Nicoletti

Una co-produzione Scenario Pubblico|CZD Centro di Rilevante Interesse Nazionale per la Danza, Teatro Massimo Bellini (Catania), Fondazione Teatro del Maggio Musicale Fiorentino (Firenze) , Centre Chorégraphique National de Rillieux-la-Pape (Lione), Fondazione I Teatri (Reggio Emilia), MILANoLTRE Festival (Milano), in collaborazione con Fondazione Teatri di Piacenza, Fondazione Ravenna Manifestazioni, Teatro del Giglio (Lucca), con il sostegno di MiC Ministero della Cultura, Regione Siciliana Assessorato del Turismo, dello Sport e dello Spettacolo.

TAG: Bolero, Danza contemporanea, l'apres midi d'un faune, Le Sacre du Printemps’, Roberto Zappalà
CAT: Teatro

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