Teatro
Teatro, le drammaturgie di Rifredi a Firenze e il Canto degli Alberi a La Spezia
Giallo nell’Isla Bonita. La notte di Natale viene scoperto il corpo di un giovane assassinato. Emergono insospettabili intrecci e connessione nella vita del “Chamaco” un ragazzotto “inurbato, senza arte né parte”. Riflettori puntati sui giardini, le piazze e i marciapiedi di una Cuba notturna e marginale, percorsa nascostamente alla ricerca di soldi e sesso. E’ il plot di un’opera teatrale originale (inedita in Italia) “Chamaco” del giovane scrittore di origine cubana Abel González Melo. Di giovane età ma già da tempo affermatosi in campo internazionale, come drammaturgo e regista la cui opera in questa occasione viene tradotta e proposta al pubblico nella lettura scenica curata dal traduttore e regista Angelo Savelli assieme alla complicità degli attori Lidia Castella, Mauro D’Amico, Olmo de Martino, Fabio Magnani, Ciro Masella, Riccardo Naldini, Diletta Oculisti e Samuele Picchi. Costoro vestono i panni degli otto personaggi di una trama di strane connessioni familiari: una sorta di “partita a scacchi dove non è solo il destino a muovere le pedine, ma anche il malessere sociale, la corruzione, la libido e l’ipocrisia”. Questo è anche il testo che quando fu pubblicato, nel 2004 (la messa in scena arriverà successivamente, due anni dopo), rivelò il talento di uno scrittore che in venti anni ha bruciato moltissime tappe. I testi di Abel González Melo sono infatti pubblicati in quindici paesi. Lavora stabilmente dal 2006 con la compagnia cubana Argos Teatro il cui regista Carlos Celdrán ha allestito cinque sue opere. Innumerevoli sono i premi ricevuti in patria e all’estero. E’ editore e docente universitario; dal 2018 è drammaturgo residente per il Teatro Avante di Miami per il quale in qualità di regista ha messo in scena opere di Sergio Blanco e Josep Maria Mirò.
Assieme a questi due registi González condivide l’attenzione e la cura di quello che in Italia è un vero centro d’eccellenza per la ricerca e promozione della drammaturgia contemporanea, come è il Teatro Rifredi (Premio speciale Ubu 2019 sia al teatro che al regista Angelo Savelli) da sempre dedito con passione ammirevole alla divulgazione di nuovi autori contemporanei quali ad esempio Rèmi De Vos, il catalano Josep Maria Mirò, il trio dei belgi Nicolas Buysse, Fabrice Murgia e Fabio Zenoni. Ma è soprattutto verso il Sudamerica che da qualche tempo Angelo Savelli e Giancarlo Mordini alla guida del Teatro Rifredi, recentemente entrati a far parte della Fondazione Teatro della Toscana, hanno moltiplicato gli sforzi ripagati da eccellenti risultati (dal micidiale “Alpenstock” del 2017 al recente successo di “Zoo” di Sergio Blanco tradotto da Savelli e prodotto dal Piccolo di Milano). Non è un caso quindi che il loro progetto di promozione della drammaturgia contemporanea internazionale sia stato battezzato emblematicamente “I Neolatini”. Un progetto basato su una precisa scelta di campo _ non solo linguistica, ma anche di poetica e vicinanza artistica. Una drammaturgia, dicono, “molto forte nei contenuti ed estremamente originale nella forma che parla in maniera impietosa e coinvolgente della complessità del nostro presente”.
Nasce in questo contesto “Drammaturgia/Drammaturgie” l’evento che si volge a Firenze, appunto al Teatro Rifredi, dal 6 al 13 maggio, con appuntamenti dedicati all’arte di scrivere per il teatro tra tavole rotonde, incontri con gli autori, seminari e spettacoli e di cui il drammaturgo e regista Abel González è l’ospite speciale.
“La drammaturgia è l’arte di comporre per il palcoscenico _ spiega il direttore del teatro Giancarlo Mordini _ Ma è anche l’insieme, lo stile e la poetica specifiche di un determinato autore. delle opere di un determinato autore. E se il desiderio di raccontare il mondo sulla scena secondo le leggi tipiche del teatro sembra persistere immutabile nei secoli, gli autori variano come variano i mondi e i tempi in cui si ritrovano ad operare. Per questo esistono molteplici “drammaturgie”, soprattutto in una società come la nostra, caratterizzata da innovazioni e mutamenti velocissimi. Con “Drammaturgia/drammaturgie” vogliamo indagare su questo doppio aspetto, sottolineando l’universale dignità e specificità dello scrivere per il teatro e al tempo stesso esplorando i particolari e differenti percorsi compositivi dei singoli autori contemporanei”.
Ed ecco il via (il 6) alle ore 21 con “Chamaco. Una storia cubana”, traduzione e regia a cura di Angelo Savelli. Nella stessa giornata anche la presentazione del volume “Antologia teatrale” con Antonia Lezza,Laura Caretti, Stefani Stefanelli, Antonia Ida Fontana, Angelo Savelli, patrocinato dal Centro Studi Napoletano, Meridionale ed Europeo, l’Università di Salerno e la Società Dante Alighieri di Firenze. Martedì 10 presso il Centro Studi per la traduzione di Siena alle 17 incontro su “Lingue in scena-scrivere e tradurre il teatro” condotto da Abel González Melo e Angelo Savelli. Modera Daniele Corsi.
Il 13 maggio, sempre alle 17,30 si terrà la tavola rotonda “Drammaturgie”. Interverranno Emma Dante, Antonella Questa, Davide Carnevali, Michele Santeramo, Tindaro Granata e Abel González Melo. Coordina Renzo Guardenti. E’ rivolto soprattutto a un pubblico di studenti universitari il programma di incontri in collaborazione con l’Università di Firenze e l’Accademia di Belle Arti di Firenze. Da quest’ultima gli studenti coordinati da Cristina Borgioli sono stati coinvolti anche nella realizzazione delle maquettes per la scenografia di “Raccontami tutto da capo”, Il 12 alle 16 presso il Teatro Rifredi si terrà “Sguardi drammaturgici” condotto da Angelo Savelli.
Il 13 maggio alle 21 si terrà la seconda lettura (anche in questo caso si tratta di un’opera di González inedita nel Belpaese) affidata stavolta al giovane autore e regista fiorentino Giovanni Ortoleva, menzione speciale alla Biennale veneziana, dove nel 2019 presentò “Saul” da Andres Gide e l’anno successivo “I rifiuti, la città e la morte” di Rainer Fassbinder. Lo scorso anno al Torino Film Festival ebbe il Premio Ermanno Olmi per un suo corto intitolato “Autoritratto con arma”.
Giovanni Ortoleva ha riletto scenicamente “Raccontami tutto da capo” conta partecipazione diei bravi attori Valentina Picello e Annibale Pavone. L’opera di González è stata definita un “thriller sentimentale con un tocco di commedia nera e funambolico esercizio di stile”. Il testo dell’autore cubano “segue la cinica ascesa al potere di due giovani attori: tradimenti, vendette, crimini a un passo dall’abisso si susseguono mentre, come in un gioco di specchi, si apprestano a portare in scena il Macbeth shakespeariano”.
A proposito della sua presenza fiorentina al Teatro Rifredi il drammaturgo Abel González Melo così ha riflettuto: “Credo che il teatro sia un viaggio di andata e ritorno, dunque non si tratta tanto di insegnare o apprendere, ma di condividere, confrontarsi. Qui quello che potrò offrire al pubblico sarà forse poco rispetto a quello che porterò via con me. Facciamo teatro con l’idea di conoscerci e riconoscerci, di andare incontro all’altro, molto al di là degli spazi fisici, degli argomenti trattati o dei costumi di scena. L’obiettivo è far incontrare l’anima dello spettatore con quella dell’autore, per riconoscersi simili e uguali”.
E la sperimentazione di nuovi orizzonti nella pratica teatrale è al centro della due giorni del 7 e 8 maggio a La Spezia con allestimenti, incontri e riflessioni per l’evento speciale “Canto degli alberi”, opera spettacolo, con lo scrittore Antonio Moresco, diretta da Enrico Casale in cui si vogliono sondare le possibili interazioni tra letteratura e altre forme espressive sul tema della natura. Il via il 7 alle 16,30 nel foyer del centro Il Dialma, cantiere creativo urbano dove lo scrittore e poeta Francesco Terzago introdurrà il pubblico al rapporto tra piante, natura, paesaggio urbano e poesia in “Tra selvatico e giardino planetario”. Segue (ore 18,30) la messa in scena dello spettacolo “Canto degli Alberi” (in replica anche alle 21,15) con gli studenti delle superiori cittadine guidati da Enrico Casale, Renato Bandoli e Alessandro Ratti, con la partecipazione dello scrittore Antonio Moresco che ha all’attivo un lungo elenco di opere pubblicate con i più diversi editori, da Fanucci a Rizzoli, da Nottetempo a Mondadori e Feltrinelli. Moresco è stato tra i fondatori, nel 2003, del blog collettivo Nazione indiana da cui due anni dopo è uscito per fondare la rivista digitale e cartacea “Il primo amore”. E’ tratta da un suo omonimo libro pubblicato da Aboca (2020) l’opera teatrale “Canto degli Alberi” nelle forme di performance e corteo. Un percorso visivo e sonoro dell’universo di Moresco che in questa occasione si interseca con quello degli adolescenti in “un viaggio fantastico e per certi versi mistico”. Lo spettacolo verrà allestito in nove quadri nello spazio Dialma e uno in plein air nel giardino dove, al termine, verrà presentato il giornalino “Play the critic” curato da Maddalena Giovannelli e Alessandro Iachino di Stratagemmi e dagli studenti del laboratorio di critica teatrale dell’IISS Cardarelli. Alle 20,15 presentazione del libro “Canto degli alberi” con Antonio Moresco, Alessandra Dell’Atti. L’indomani alle 11,30 si tiene l’incontro su teatro di comunità e partecipativo coordinato da Alessandro Iachino, “Saremo tutto? La partecipazione: ricette, dosi ed effetti collaterali”.
Tra i temi in dibattito quelli sulla “dissoluzione, dislocazione e conflagrazione della comunità” già segnalati nel 1983 da Jean-Luc Nancy e la relativa analisi su quanto è stato fatto in Italia nel frattempo. Le esperienze -sostengono gli organizzatori della due giorni- si sono moltiplicate e “le parole inclusione e partecipazione vengono ripetute come un mantra” e pure i bandi a tema aumentano. Naturalmente, in questa situazione non si è esenti da criticità e problematiche come ha sollevato Claire Bishop nel suo libro “Inferno Artificiali” del 2012. Su quali possono essere i limiti e le storture di queste pratiche, le ricadute e gli eventuali errori di “un’attivazione pretestuosa, portata avanti solo per esigenze progettuali se ne parlerà nel tavolo di lavoro organizzato a margine del progetto “Non siamo niente, saremo tutto” di Jens Hillje e Alessandro Renda, promosso da Zona K di Milano, e che ha previsto il coinvolgimento di lavoratori del settore sanitario e delivery. Partecipano tra gli altri: Valentino Picariello di Zona K, Enrico Casale e Andrea Cerri (Scarti), Maddalena Giovannelli di Stratagemmi, Alessandro Renda del Teatro delle Albe e Michele Altamura di Vico Quarto Mazzini. Si conclude con le repliche di “Canto degli Alberi” (18 e 21,15). L’evento è inserito in “Fuori Luogo 11”, percorsi di teatro contemporaneo, progetto dell’associazione Gli Scarti in partnership con Balletto Civile, Scena Madre e Casarsa Teatro, direzione artistica di Andrea Cerri, Renato Bandoli e Michela Lucenti (info e prenotazioni allo 3332489192).
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