Teatro
Teatro, la donna futurista di Frosini e Timpano e “Pilade” secondo Giorgina Pi
Una tragedia del “dopo”. Così la battezza Giorgina Pi, una delle più interessanti personalità della scena contemporanea che, dal 16 al 19 febbraio all’Arena del Sole di Bologna, presenta un dramma scritto da Pier Paolo Pasolini come fosse una sorta di quarto capitolo della tragedia “Orestea”, trilogia degli Atridi di Eschilo. Il poeta e cineasta, nato a Bologna cento anni fa racconta infatti una sorta di “sequel” -per usare un termine contemporaneo usato nel cinema- cosa sarebbe accaduto dopo la decisione del tribunale dell’Areopago di Atene di assolvere Oreste e il suo ritorno nella città di Argo. Qui ad essere sottoposto al tribunale è infatti Pilade che ha manifestato la sua opposizione al regime ispirato al culto della dea Atena voluto proprio da Oreste. Qui il cuore di “Pilade” dolorosa tragedia pasoliniana ambientata nel secondo dopoguerra in Italia è “sull’incapacità della democrazia di applicare giustizia ed etica nel sistema capitalistico”. Per Bluemotion la compagnia diretta da Giorgina Pi che ne ha curato l’allestimento prodotto da Emilia Romagna Teatro Ert/ Teatro Nazionale e dal Teatro Nazionale di Genova in collaborazione con Angelo Mai. “Pilade” è ambientato in un luogo disperso, Argo, in un parcheggio dove i personaggi “sempre in scena, si ritrovano dopo un rave poco prima degli anni Duemila (uno spazio immaginato, come dichiara la regista, ben prima del cosiddetto Decreto Rave). Sperimentano la fine di un’era, l’imminente fine del Novecento e l’avvento degli anni Duemila, la più importante cesura storica delle biografie di un’intera generazione”. Ecco così che le Eumenidi sono diventate dei corpi transessuali e i contadini dei migranti sfruttati. In questa tragedia “Gli eroi non sono più capaci di agire, perché tra vittoria e sconfitta non c’è più differenza: dove troverà posto ora la scandalosa diversità di Pilade? Pilade, Oreste ed Elettra danzano verso il fallimento condotti da un’Atena stanca di difendere la divina ragione”.
La regista Giorgina Pi che affronta il testo di Pasolini, dopo aver messo in scena “Tiresias”, “Guida immaginaria” e “Lemnos” così si interroga: “Siamo in grado, ancora una volta, di parlare di democrazia? Cos’è per noi la fine di un’era?». E teatralmente come si potrebbe oggi “tradurre oggi il senso di fallimento che permea questo testo?” Massimo Fusillo, il dramaturg che ha collaborato anche in passato con Giorgina Pi risponde affermando che “Il finale di Eschilo, che vede la trasformazione delle Erinni in divinità benevole, in Eumenidi, condensava splendidamente la visione politica di Pasolini: la sintesi fra il mondo arcaico, magico e sacrale, e il mondo moderno, democratico e pragmatico; un’utopia che gli sembrò sempre più irrealizzabile. Con la sua scandalosa diversità, con le sue contraddizioni ambivalenti, il personaggio di Pilade, dai forti tratti autobiografici, non fa che rappresentare questo tragico fallimento. (…) In “Pilade” Pasolini decostruisce l’opposizione tra passato arcaico e futuro progressista, e finisce perciò in una sospensione nichilista dei segni, terribilmente autobiografica».
Così la regista racconta la sua idea e le scelte per questa messa in scena: “Ho immaginato il ritorno di Oreste e in generale degli eroi della tragedia di Eschilo come un ritorno dagli anni Sessanta di figure vicine a Pasolini vivo, alla sua immaginazione, a tratti dei veri suoi alter ego, in mezzo a noi, a persone nate dopo la sua morte. Noi, la nostra generazione, in scena di fronte a lui e a loro. Mettendo però in questo noi, figure più vicine per storia ed estrazione insieme a figure con un quotidiano diverso dal nostro come migranti e rifugiati… Nevrosi borghesi e tradizione degli oppressi restano vive, modificate ma radicate, come la mancanza di opposizione tra vittoria e sconfitta».
“Pilade” di Pier Paolo Pasolini, in scena in prima nazionale all’Arena del Sole di Bologna è uno spettacolo di Bluemotion con la regia, le scene e i video di Giorgina Pi con i seguenti attori in ordine di apparizione: Anter Abdow Mohamud, Sylvia De Fanti, Nicole De Leo, Nico Guerzoni, Valentino Mannias, Cristina Parku, Aurora Peres, Laura Pizzirani, Gabriele Portoghese. Dramaturg, Massimo Fusillo, ambiente sonoro a cura del Collettivo Angelo Mai, musica e suono di Cristiano De Fabritiis e Valerio Vigilar. Disegno Luci di Andrea Gallo e costumi di Sandra Vardini. Nell’ambito del progetto “Come devi immaginarmi” dedicato a Pier Paolo Pasolini. In scena giovedì 16 e venerdì 17 alle 20,30, sabato 18 alle 19 e domenica alle 16. Dal lavoro su Pasolini è nato anche il progetto “Lucciole”, un percorso che Bluemotion condivide con persone adolescenti, per non lasciare un messaggio desolante alle nuove generazioni: nel 2010, 35 anni dopo il celebre articolo pubblicato da Pasolini sul “Corriere della Sera”, il filosofo francese Georges Didi-Huberman pone la domanda: “Le lucciole sono davvero scomparse?” Giorgina Pi e il collettivo hanno scelto di ripartire da qui, rispondendo che “per noi sono vive e vogliamo scoprire come e dove”. “Lucciole” è nato all’interno di “Fuori!, il progetto sperimentale di Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale con la cura di Silvia Bottiroli, promosso dal Comune di Bologna e parte del più ampio “Il giorno di domani”, finanziato dall’Unione Europea – Fondo Sociale Europeo nell’ambito del Programma Operativo Città Metropolitane 2014-2020 e della risposta dell’Unione alla pandemia di Covid-19.
Altri appuntamenti con il teatro, in giro per lo Stivale. Qui e Ora è una compagnia di produzione costituita da artiste provenienti da esperienze diverse ma accomunate da una stessa visione poetica. Lavora su drammaturgia autografa e ama confrontarsi e collaborare con altri artisti e artiste per dare vita alle proprie opere, in un meticciamento di linguaggi e visioni. Per venerdì 17 al Teatro Nardini di Rosignano Marittimo porterà in scena in collaborazione con Sosta Palmizi per Armunia l’anteprima di “Vertigine della Lista” di e con Francesca Albanese, Silvia Baldini, Lorenzo De Simone e Laura Valli. Messa in scena e movimento coreografico Giorgio Rossi. nasce dal desiderio di provare a leggere il contemporaneo confuso che ci sta intorno, dalla voglia di sovvertire il presente che ci sfugge, dall’ambizione di inventare nuovi sguardi sul mondo, dal piacere fisico e dalla gioia che la danza porta con sé, dai nostri corpi che si trovano immersi in una poetica gioiosa e scanzonata, quella di Giorgio Rossi.
Elvira Frosini e Daniele Timpano, la straordinaria coppia artistica della scena contemporanea, tornano alla rassegna “Fuori Luogo” con la loro ultima fatica, prodotta proprio con gli spezzini Scarti – Centro di Produzione Teatrale d’Innovazione. Sabato 18 febbraio alle ore 21.15 debutta a Il Dialma – Cantiere Creativo Urbano di La Spezia il dissacrante “Disprezzo della donna. Il futurismo della specie”, una cantata a due voci dedicata ai futuristi ed al disprezzo della donna: uno spettacolo – come spiegano gli artisti- contro “la donna che ostacola la marcia dell’uomo, contro quei fantasmi romantici che si chiamano donna unica, amore eterno e fedeltà, contro il femminismo e contro la famiglia, contro la democrazia e contro il parlamentarismo”. Uno spettacolo femminista, composto da materiali che non lo sono affatto, in cui l’immaginario sulla donna che emerge con violenza ci appare lontanissimo, eppure ancora riconoscibile e attuale, quasi sempre fastidioso e intollerabile. Liberamente tratto da diversi testi e manifesti di Filippo Tommaso Marinetti, Maria D’Arezzo, Enrica Piubellini, Volt, Depero, Emilio Settimelli, Giovanni Papini, Valentine De Saint-Point, Rosa Rosà, Adele Clelia Gloria, Irma Valeria, Libero Altomare, Benedetta Cappa Marinetti ed altri autori ed autrici del Futurismo italiano, “Disprezzo della donna” è “una cantata dove non si canta perché non c’è più niente da cantare, tutt’al più si può stonare, nel tentativo di capire perché il Futurismo non aveva futuro”.
Debutto del Teatro delle Bambole il 16 febbraio al Comunale di Lari in provincia di Pisa e in replica venerdì alle 20,30 sabato17 e domenica 18 febbraio alle 19 presso il Teatro Linguaggi espressivi di Milano, “La Mite” dall’omonimo racconto di F.Dostoevskij. Canto della scena Federico Gobbi. Canto dell’adattamento del testo, allestimento e regia di Andrea Cramarossa. Ancora a Bologna, al Teatro delle Moline, dal 21 febbraio al 5 marzo (martedì, giovedì, venerdì e sabato alle 21 e mercoledì alle 19, domenica alle 18,30) va in scena “4000 Miglia” di Amy Herzog. Lo spettacolo prodotto da MaMiMò. Emilia Romagna Teatro Ert/Teatro Nazionale, traduzione di Monica Capuani, regia di Angela Ruozzi con Lucia Zotti e con Alessio Zirulia, Lorena Nacchia, Annabella Lu. Scene e costumi di Stefano Zullo. Luci di Giulia Pastore. “4000 Miles” è stato prodotto per la prima volta dal Lincoln Center Theater di New York. Dalle note dello spettacolo un interrogativo che è la chiave per aprire le porte dello spettacolo: “Cosa hanno in comune un ragazzo ventenne con la voglia di girare il mondo e una signora novantenne che vive sola nel West Village? Nel cuore della notte Leo si presenta alla porta dell’appartamento newyorkese di Vera. Lei è un’anziana comunista che vive sola, lui un hippie contemporaneo, rientrato da un viaggio in bicicletta non terminato a causa di un tragico evento. A loro, creando ulteriore scompiglio, si aggiungerà la ex ragazza di Leo…” A Roma fino al 19 febbraio il Teatro Lo Spazio ospita “Nascondino”, spettacolo di Tobia Rossi, che mette in scena la storia di due adolescenti accomunati dal desiderio di fuga, di rivalsa e di amore. Un racconto delicato ma potente e profondamente attuale per i suoi temi che, come ci raccontano i fatti di cronaca, colgono gli adulti troppo spesso impreparati se non addirittura indifferenti. Un viaggio alla scoperta del mondo emotivo degli adolescenti, del loro rapporto con il corpo e il sesso, con la scuola, con il fenomeno del bullismo, divenuto ormai una vera e propria piaga sociale, così come la dipendenza dai social.
In “Nascondino” si mescolano i generi, dal thriller al melò, dalla black comedy al racconto di formazione e si evocano immaginari pop dal mondo delle serie tv, della letteratura e del cinema. In scena due attori under 16, Andrea Manuel Pagella Luca e Vernillo De Santis, con le musiche e la regia di Fabio Marchisio (tutte le sere alle 21, domenica alle 18).
In conclusione ecco l’annuncio di un laboratorio teatrale di quelli da non perdere per chi vuole conoscere meglio l’arte dall’attore. A tenerlo presso Armunia sarà l’attore Danio Manfredini a partire dalla sua personale esperienza artistica basata sulla ricerca delle possibilità espressive dell’attore, figura che egli concepisce come creatore, come materia viva il cui estro nasce da un profondo lavoro su di sé, dalla sua intimità e consapevolezza. Il corpo come luogo fondamentale di ascolto ed espressione, esplorazione della vocalità, esplorazione della memoria emotiva come aspetti del training preparatorio dell’attore. Considerazione delle fondamentali convenzioni appartenenti all’arte del teatro e consapevolezza del disegno complessivo che conduce alla recitazione di un’opera teatrale. Il laboratorio si tiene dal 24 al 28 aprile 2023 per 8 ore al giorno. Il laboratorio potrà avere un massimo di dieci partecipanti e (la selezione andrà fatta su base di curriculum da inviare entro il 24 marzo) e si terrà presso la
Sala Danesin via del Torrione 6 a Rosignano Marittimo.
Informazioni presso la Fondazione Armunia, Castello Pasquini-Castiglioncello, Telefono: 0586754202, armunia@armunia.eu.
Devi fare login per commentare
Accedi