Teatro e natura, negli spazi dimenticati della città e tra i Casoni della laguna

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18 Giugno 2024

Natura uber alles. Sarà la crisi climatica che ha stimolato una maggiore attenzione sui temi dell’ambiente, sarà pure il bisogno di chi fa arte o spettacolo di provare nuovi spazi e location, il fatto è che negli ultimi tempi aumentano gli inviti, di chi organizza i festival, a guardare fuori dagli spazi urbani o meglio dentro le stesse metropoli. A prescindere dal “Giardino delle Esperidi” di Campsirago – da venti anni il vero punto di riferimento su tematiche a cavallo tra scena e ambiente – è tutto un fiorire di appuntamenti. A Cagliari addirittura Sardegna Teatro ha battezzato la sua manifestazione – nata inizialmente nel sud della Sardegna a Fluminimaggiore e poi dirottata nel capoluogo regionale- come “Giornate del Respiro”. Nelle note di questa edizione gli organizzatori spiegano che: “respirare è una conversazione con il paesaggio, un processo del vivente che anima – insuffla- l’ambiente, poiché da esso trae pulsazioni e possibilità, in una interdipendenza che poggia su un metabolismo cosmico”. Così, sin dal primo approccio si ha la sensazione di invadere o percorrere sentieri di anelata spiritualità mettendo davanti all’eventuale spettatore la necessità o l’urgenza di scegliere da che parte stare. Ancora dal manifesto del festival si osserva : “la respirazione impegna tutti gli esseri viventi, contamina il mondo con le esistenze e viceversa dunque compromette, conduce a una messa in gioco collettiva”. Ecco quindi il centro vero di questa manifestazione ideata da Giulia Muroni, dichiaratamente di performing art, come ormai vuole la moda, dove c’è un po’ di tutto: azioni teatrali, danza, ma soprattutto installazioni e tanta performance. D’altra parte il festival vuole guardare largo perciò “raccoglie e propone artiste che interrogano il contemporaneo con quesiti incalzanti e modalità indocili”. E quindi? Si segnalano in modo netto la scelta urbana e i suoi siti dimenticati, angoli di natura un po’ borderline se si vuole ma con un obiettivo preciso: per quanto riguarda la città (in questo caso Cagliari) “si mostrano ferite e complessità, dell’arte conflitti irrisolti e lotte gioiose”. Ed è quindi una pattuglia eterogenea di artisti quella che da 19 al 29 giugno andrà all’assalto di luoghi simbolici della città. Sono Dom, Motus, Industria Indipendente, Cristina Kristal Rizzo, Parini Secondo, Basel Zaraa, Lucia Di Pietro, Thjerza Balaj, Bono/Burattini, Putacaso e Hari, Alberto Marci & Laura Farneti, Donatella Martina Cabras, Andrea Melis, Violetta Cottini e Carlotta Sofia Grassi, Filippo Gonnella, Marco Tè, Sara Saccotelli x Creative Campus.

La camminata dentro luoghi di natura all’interno di Cagliari in “La città che cammina” condotta da Leonardo Delogualle “Giornate del respiro” (Foto Laura Farneti)

E giusto per dare il battesimo del fuoco il via sarà con quell’indomito “camminatore” di Leonardo Delogu. Sua l’ideazione e ls regia di “Città che cammina” che apre la danze dal 19 al 22 proponendo la partenza alle 17 dalla Stazione Rfi in piazza Matteotti. Da qui una galoppata di due ore per attraversare la città dal centro alle periferie invitando contestualmente “un gruppo di artisti e abitanti a essere i protagonisti dello spin-off cagliaritano, e a raccontarsi per le strade delle città in cui vivono”.

Il 21 giugno negli spazi della ex Manifattura Tabacchi il ritorno di “MDLSX” spettacolo feticcio dei Motus con Silvia Calderoni che lo ripropone in un inedito formato per Dj e Vj set. La stessa sera Industria Indipendente, un collettivo di arti performative e visive fondato da Erika Z. Galli e Martina Ruggeri, presenta “Superorganismo”. Il gruppo immagina “un unico corpo dentro il quale le persone possono esprimere le proprie identità multiple, nel rispetto di quelle altrui e dello spazio in cui si muovono”. Dal vivo il dj set di Bunny Dakota, il cantante Egeeno e “il rituale-offerta del tatuaggio di Erika Z. Galli”.

L’indomani sabato e domenica 22 e 23 giugno (ore 20)spazio a una celebrata coreografa come Cristina Kristal Rizzo in scena con Diana Anselmo in “Monumentum DA”. La coreografia è “n movimento del corpo al corpo, che intende amplificare e dare spazio alle possibilità intrinseche della lingua dei segni, lingua per lungo tempo resa estranea e aliena dai processi di potere fonocentrici, processi che hanno tentato di abolirla nel corso della storia, lingua viva, corporea, umana, che non parla di margini ma di nuove forme”. Negli stessi giorni al Mercato Cuore del quartiere popolare di Sant’Elia Parini Secondo mostra la performance di 15 minuti “Speed” (ore 22 e 22,30). E’ un progetto coreografico e musicale ispirato al fenomeno della “Para Para” (una danza dallo stile colorato) e dell’Eurobeat, diffusosi negli anni ‘90 nei club di Tokyo.

Una scena da “MDLSX dei Motus con Silvia Calderoni. La performer proporrà alle “Giornate del respiro” una originale lettura di questo spettacolo di culto (foto di Renato Mangolin)

Sempre sabato 22 c’è Creative Campus, formato da di artisti coinvolto in una formazione creativa cross mediale. Alle 20,30 si inaugura la installazione di Sara Saccotelli, “Esercizi di Parigi nera”. Altro appuntamento è a Campidarte di Ussana il 29 alle 19 con la performance di Violetta Cottini e Carlotta Sofia Grassi “Chincagliere” che può essere seguita da cinque persone per volta. Da domenica 23 a sabato 29 giugno, tra Manifattura, Campidarte e Parco della Musica l’artista palestinese Basel Zaraa -attualmente residente in Inghilterra- presenta “Dear Laila” performance di un quarto d’ora in cui l’artista avvicina il pubblico alle esperienze di esilio e di guerra.

Il 24 giugno alle 19 presso i bagni del bar della Manifattura si assiste a “Monster’s Sensuality” di Andrea Melis “un’indagine performativa che si addentra nei meandri delle relazioni sociali, esplorando le complessità dell’identità e invitando il pubblico a riflettere sulle maschere della vita quotidiana”. Il 25 e 26 nel parco di Bonaria workshop della coreografa Lucia Di Pietro “Not Your Chicory”. Il seminario è ”pensato per entrare in comunicazione con la flora che cresce spontanea lungo i marciapiedi delle città e non si lascia mangiare, addomesticare, determinare dagli esseri umani”. Di Pietro propone “una pratica di avvicinamento empatico e sensibile alla vegetazione spontanea, sperimentando tecniche di comunicazione al confine con il fantascientifico, alla ricerca di una possibile reciprocità”.

Nell’Orto Botanico, il 28 giugno Donatella Martina Cabras in “Vestite d’ombra” propone “una performance itinerante che dialoga con lo spazio circostante ricercando l’aspetto relazionale della danza. Il continuo fluire di comunicazione tra il dentro e fuori dal corpo sperimenta lo stato d’incontro e risponde all’apertura percettiva e sensoriale verso la natura”.

“Speed” la performance di Parini Secondo ispirata alla dance “Para Para” giapponese con la musica dell’Eurobet (Foto Davide Vergnago)

Due le installazioni da visitare a Campidarte:  Marco Tè propone “Al parco si muore per amore o per noia. Una prova di traduzione” che intende riflettere “sulle possibili traduzioni della poesia in forma d’azione, di corpi e colori – al di là della parola”. L’altra è di Alberto Marci e Laura Farneti, “Trasparente”, ed esplora le possibilità “dello spazio invisibile che sta tra i corpi, le cose e le intenzioni che lo occupano, lo vedono, lo toccano”. Tjerza Balaj alle 21 (sempre a Campidarte, il 29) porterà in scena invece la performance “Ruzalka” un lavoro che “ruota attorno allo sguardo femminile, il possesso, l’indagine sul mistico e alle strutture di potere”.

La chiusura, tutta musicale del festival, alle ore 23 è affidato al duo di Bono/Burattini e al dj set di Putacaso e Hari. Bono/Burattini è il nuovo progetto creato da Francesca Bono, cantante di Ofeliadorme e membro del collettivo Donnacirco, e Vittoria Burattini, batterista e componente storica dei Massimo Volume. Entrambe bolognesi, la loro ricerca musicale si espande tra elettronica, minimalismo, avanguardia.

Cambia lo scenario, e questo viene evocato sin dal titolo, “Scene di Paglia- festival dei casoni e delle acque”, dal 22 giugno al 7 luglio porta, per la sua quindicesima edizione, il teatro in luoghi storici delle provincie di Venezia e Padova attraversando la Sacciscica e Mirano per giungere sino alla Laguna di Venezia. Vengono coinvolti otto comuni distribuiti in due province, iniziando da Piove di Sacco, che è il comune capofila, per toccare poi Arzergrande, Brugine, Codevigo, Correzzola, Legnaro, Sant’Angelo di Piove e Mirano. Questo festival si muove nei casoni di campagna e quelli di laguna, tra acqua e cielo, in luoghi dove il lavoro dell’uomo si è misurato con un territorio di incredibile fascino, tra idrovore e antiche e preziose ville, borghi che conservano antiche storie e tradizioni e accolgono ogni anno il festival in palcoscenici originali. “Scene di paglia”, diretto da Fernando Marchiori, ogni volta monta un programma attento al contemporaneo per quanto riguarda il teatro e la danza, ma capace di mostrare anche musica e teatro di figura. Questo anno il motto è “Tenere presente”. Perchè? “Bisognerebbe tenere presente i tempi che corrono. La cattiva memoria dei popoli resuscita mostri intorno a noi – è la terza edizione del Festival in tempi di guerra!  così dice Marchiori – e noi ci ritroviamo a teatro per cercare di essere un po’ meno distratti, distanti, divisi. Per non dimenticarci, per provare a dimenticare. Per immaginarci nel passato e ricordare il futuro che avevamo sognato. Storie intime per dare corpo e voce ai grandi temi del presente. Il dovere di ricordare e il diritto all’oblio. Aggrapparsi al passato o prendersi cura del presente? La memoria è la madre della saggezza, dicevano gli antichi. Beati gli smemorati, rispondeva il filosofo, perché avranno la meglio anche sui propri errori. Alla memoria – e alla smemoratezza – è dedicata la quindicesima edizione di Scene di Paglia. E a chi ha percorso insieme a noi questa strada, e ne serba memoria”.

La danza della pizzica e della taranta a cura del Canzoniere Grecanico Salentino inaugura a Piove di Sacco il festival “Scene di Paglia”

Ecco questa è la bussola scelta per questa edizione. Un progetto unico che tiene assieme nel suo essere itinerante le diverse arti della scena per parlare di memoria e, allo stesso tempo, cancellazione dei ricordi. Invece bisogna conoscere la propria storia. Bisogna conoscere quello che è accaduto per capire meglio dove si va. E quale migliore condizione se non quella di stare in luoghi di natura ancora preservati, un paesaggio unico che accoglie a braccia aperte gli spettacoli programmati. Il via è per il 22 a Piove di Sacco con lo scoppiettante e dinamico Canzoniere Grecanico Salentino che rilegge in chiave moderna i temi e il rito della pizzica e della taranta. Poi in programma una prima assoluta coprodotta dal Festival e il Teatro Bresci, e poi una serie di interessanti e attuali messe in scena.

Il 25 giugno nella Corte Benedettina di Legnaro è la volta proprio della prima de “Il sequestro- gli 831 giorni di Carlo Celadon”, compiuto dalla n’drangheta: il più lungo della storia italiana.

Il giorno dopo al Palazzo Pinato Valeri di Piove di Sacco il libro di Fernando Marchiori è l’occasione di un incontro con Marco Paolini che leggerà alcune parti di volume che è un romanzo storico.

A Villa Roberti di Brugine, il 27 la compagnia francese BitterSweet mette in scena “Jamais je n’oublie”, coreografia di Perle Cayron. Sul palcoscenico un duo che affronta il tema della perdita di memoria interrogandosi su cosa significhi questa malattia.

“Tarzan” di Claudio Montagna è uno straordinario spettacolo di teatro da tavolo in cui rivivono le vicende dell’eroe inventato da Edgar Rice Burroughs. Alle 21 al Casone Ramei di Piove di Sacco. Alle 22 acrobazia, teatro e circo in “La crisis de imaginaciòn” della compagnia spagnola Rauxa Cia.

L’attore e regista di origine argentina Cesar Brie e la compagnia Isola del Teatro presentano al Casone Romei per il festival dei Casoni e delle acque “Re Lear è morto a Mosca”

Il 29 alla Corte di Correzzola Lady Godiva Teatro presenta “Olmo-io corro per la vendetta”. Il racconto di un atleta che nella corsa ha cercato il riscatto e la vendetta. Alle 22 torna Claudio Montagna con “Modàferri” storia di un detenuto che si redime attraverso il teatro. La sera è in programma la camminata di Rain Runners “Di corsa tra Scene di paglia”.

Al Casone Ramei domenica 30 alle 18,30 ultimo appuntamento con Claudio Montagna che si congeda dal festival con “Orecchie d’asino” racconti di migrazione nell’Italia dell’Ottocento. A seguire “La sposa blu” di e con la danzatrice-attrice Silvia Battaglio ispirata alla fiaba di Barbablù. Un intenso lavoro tra danza e teatro di figura che, “nel percorrere gli archetipi e i contenuti della fiaba, porta in luce uno sguardo sul presente e sulla violenza di genere”.

Il 1 luglio alle 18,30 al Cinema Politeama si proietta “Il monte interiore” di Michele Sammarco che esplora tradizioni contadine nei Colli Euganei. A seguire al Casone Romei in scena “Re Lear è morto a Mosca” di e con Cèsar Brie e la compagnia Isola del teatro. “Un viaggio in Russia per raccontare una storia vera attraverso i dipinti di Chagall e i personaggi del Re Lear: i protagonisti del Teatro Ebraico uccisi per ordine di Stalin”.

Lo straordinario e intenso lavoro della danzatrice e attrice piemontese Silvia Battaglio e le marionette di Anna Toselli in “La sposa Blu”  (fotografia di Guido Savant)

Il 3 luglio alle 18,30 a Palazzo Valeri Emanuele Aldrovandi presente il suo romanzo “Il grande niente”. L’attrice Eleonora Giovanardi leggerà alcuni brani. Alle 21,5 a Casa Maritan di Sant’Angelo di Piove di Sacco va in scena “Chi resta” di Matilde Vigna e Anna Zanetti interpretato da Matilde Vigna e Daniela Piperno sul tema della solitudine e della ricostruzione di sé dopo una perdita.

Il 4 al Casone Azzurro di Arzergrande Enzo Vetrano e Stefano Randisi assieme in uno spettacolo cult: “Totò e Vice”.

Il 5 dopo la presentazione del libro “Storie che accadono” di Roberto Ferrucci alla Idrovora di Santa Margherita di Codevigo debutta “Il sistema nervoso” di e con l’attore Leonardo Capuano. Il 6 Luglio alla Corte di Villa Errera di Mirano alle 21,15 va in scena “La morte ovvero il pranzo della domenica” scritto e diretto da Mariano Dammacco con Serena Balivo.

Il 7 luglio ai Casoni della Fogolana di Codevigo con “Sid. Fin qui tutto bene” del giovane attore Alberto Boukabar Malankino, premio Ubu 2023 come miglior interprete under 35. “Sid è un adolescente italiano di origini algerine. Non appartiene né all’Occidente né alla cultura africana. È il futuro. Un futuro senza identità. Un presente senza futuro. Sid cerca la propria identità, il suo palcoscenico è il mondo, la sua croisette i Social, la vita il suo film. Il suo pubblico il mondo”.

I Casoni della Fogolana, un’ altra interessante location a contatto con la natura per il festival teatrale “Scene di Paglia” (Fotografia di Giorgio Meneghetti)

 

 

 

 

 

 

TAG: cagliari, Cesar Brie, Marco Paolini, Mosca, Motus, padova, Silvia Battaglio, Silvia Calderoni, Tokyo, venezia
CAT: Teatro

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