Teatro
Danza, la “Carne” di Lucenti in Emilia Romagna e un microfestival a Collegno
Ventiquattro spettacoli, di cui cinque prime assolute, “Carne”, la rassegna di danza dell’Ert/ Teatro Nazionale Emilia Romagna curata dalla coreografa e danzatrice Michela Lucenti che ha il suo focus principale sulla drammaturgia fisica tornerà a insinuarsi nella programmazione delle stagioni dei teatri con una scaletta di proposte allettanti. La rassegna “Carne” vuole mettere l’accento «su un corpo non solo armonico, ma che si prenda la responsabilità di agire sulla scena accettando lo statuto simbolico che le immagini del suo racconto propongono» così afferma la curatrice che ha scelto di accogliere nel programma linguaggi e storie geografiche differenti. Non solo maestri italiani dunque, ma anche stelle internazionali, ma si scommette anche su giovani talenti, con percorsi finalizzati anche al momento della formazione (vedi Scuola di Teatro Iolanda Gazzerro). Rendere il più accessibile il linguaggio della danza, questo è l’obiettivo dichiarato per riuscire a trovare «attraverso la performance, una funzione sociale comunitaria condivisa -dice ancora Lucenti_ un coinvolgimento con tutta la cittadinanza attiva anche diversamente abile, alla ricerca di un nuovo teatro fisico popolare».
Ecco così a Bologna, dal 19 al 22 ottobre un Prologo di quattro giornate tra l’Arena del Sole e il Teatro delle Moline che mette assieme artisti anche assai diversi. Questi sono: Sharon Friedman, coreografo israeliano, maestro di contact dance, l’insolito trio formato dall’attore Giuliano Scarpinato in pista con Christian Cucco e il musicista Giacomo Agnifili, l’attrice e regista Federica Rosellini e infine la danzatrice Francesca Zaccaria.
E vediamo più nello specifico. Fridman intanto. Il coreografo avrebbe dovuto condurre a Modena il laboratorio con le allieve e gli allievi della Scuola ERT Iolanda Gazzerro, con una dimostrazione finale del percorso pedagogico a Bologna, dove avrebbe presentato anche un medley di tre sue differenti creazioni, Tres Piezas Cortas. Dopo l’esplosione del conflitto israelo-palestinese lo spettacolo è stato annullato, mentre il laboratorio e l’esito “Le parole del corpo” sono stati curati invece dalla danzatrice e collaboratrice storica di Fridman, Melania Olcina, in condivisione con il coreografo. Fridman è comunque atteso per il 19 ottobre.
Per questa stessa data nella Sala Salmon dell’Arena del Sole si presenta “All about Adam – Indagine danzata sul maschile italiano”, un progettonato dal dialogo fra Giuliano Scarpinato, il performer Cristian Cucco e il musicista Giacomo Agnifili, sui modelli che hanno formato la loro identità dagli anni ‘80 a oggi. «In uno scenario frammentato, – scrive il regista – fitto di vecchi e nuovi stereotipi, ricorre l’ipotesi che l’evoluzione del maschio non riesca a tener testa all’ascesa continua, rapida, mediaticamente roboante del genere femminile.E’ la fine dei ruoli tradizionali?», così si interroga questo spettacolo.
“Não Não (Primo studio)”, coreografia diretta da Federica Rosellini e Francesca Zaccaria, la prima attrice, l’altra danzatrice si mettono in gioco insieme in un progetto ibrido, che fonde il teatro con l’arte della ceroplastica, un corpo a corpo con la materia scultorea: «Ci avviciniamo alla materia della cera – scrivono le artiste – per le sue qualità scultoree e fortemente simboliche, per la sua malleabilità e per questa possibilità esclusiva di applicarvi elementi naturali e prodotti organici, particolari veri». Lo spettacolo sarà replicato fino al 22 ottobre e vede in collaborazione produttiva ERT assieme ad Aldes.
Nella stessa serata, ma alle ore 20, va in scena All about Adam nella Sala Salmon dell’Arena del Sole, mentre alle 21 in Sala Leo de Berardinis è in programma l’esito de “Le parole del corpo”, il Corso di Alta Formazione della Scuola Gazzerro tenuto da Melania Olcina in condivisione con Sharon Fridman che introdurrà allo spettacolo assieme a Michela Lucenti. Al termine della performance segue Eclissi, lavoro conclusivo curato da Michela Lucenti sempre con gli studenti della Scuola Iolanda Gazzerro: sabato le repliche del primo studio di “Nào Nào” alle 19 alle Moline (anche domenica) e “All about Adam” in Sala Salmon alle 20.
La rassegna riprende la sua programmazione normale a partire dal prossimo novembre. In arrivo coreografie di Chiara Taviani, Marcos Morau e Mauro Astolfi, Stefano Vercelli e Rita Frongia, Roberto Castello, Abbondanza/Bertoni, Marco D’Agostin, Hannes Langolf, Angelin Preljocai, Saburo Teshigawara, Rihoko Sato, Dewey Dell, Alessandro Pallecchi e, naturalmente, della curatrice Michela Lucenti.
Su il sipario dal 23 al 26 novembre al Dams/Lab Teatro di Bologna con la prima assoluta di “Elizabeth I Sorry for What?, ideato da Giulia Spattini che ne cura anche la regia, danzato e coreografato da Paolo Rosini e Giulia Spattini. Si affronta un personaggio importante dlela storia come Elisabetta I regina d’Inghilterra, da una prospettiva poco praticata. Elisabetta I è infatti vista come una lottatrice sui generis, che si confronta con il suo allenatore/coscienza su un insolito ring, con la consapevolezza che è necessario «lottare per scegliere, per aderire al proprio sé, qualunque esso sia, purché vero. Una lotta del sé contro sé».
“Harold Puppet” è lo spettacolo in programma dal 24 al 25 novembre allo Storchi di Modena di e con Michela Lucenti e Michele Calcari, con le immagini di Giorgina Pi. Lo spettacolo infatti è una sperimentazione nata dall’incontro tra la coreografa, il musicista Paolo Spaccamonti, la regista e autrice Giorgina Pi e il sound designer Valerio Vigliar. “Una ballad-perfomance che affronta le vicende di Amleto dal punto di vista del fantasma del padre: quando lo spettro arriva sembra un diavolo in carne e ossa e la sua ambiguità riflette la confusione generale dei personaggi. Ergendosi sopra un podio radiofonico, declama il famoso monologo della fine del primo atto, che in scena viene indagato, decostruito e ri-assemblato. L’orrendo tradimento del fratello e della moglie viene infatti rivelato per frammenti che si tramutano nei refrain di un cupo disco in stile Nick Cave. Lo spirito chiederà al giovane principe di seguirlo e vendicarlo, ma cosa significa vendicare un padre?
Dal 30 novembre al 1 dicembre al Teatro delle Passioni di Modena in scena il primo studio di “How to perfectly Hide”, regia e coreografia di Chiara Taviani. In scena, due performer, Loretta d’Antuono (coreografa, danzatrice e insegnante) e Lorenzo De Simone (danzatore e ricercatore), abitano un luogo nascosto, una dimensione altra, liminale, dove tutto è da riscoprire e da ripensare. La ricerca si incentra sulla messa in discussione dell’iper-esposizione delle nostre vite oggi, tentando di ricreare un grado zero del mondo in cui «dalla pulizia dell’assenza» possano prendere forma apparizioni e sparizioni «capaci forse di delineare un modo nuovo di offrirsi alla vita».
A Bologna (Arena del Sole, Sala Salmon) dal 7 al 17 è in cartellone il Balletto Civile con “Les Fleurs” regia e coreografia di Michela Lucenti. Riprendendo il titolo dell’opera di Baudelaire, la coreografia si concentra sul linguaggio poetico e su come questo abbia un impatto rivoluzionario sul corpo contemporaneo, in una visione di libertà e dialogo con la società civile, proponendo il corpo poetico come corpo politico.
“Che cosa significa drammaturgia fisica? Raccontare raccontarsi attraverso il corpo, non avere paura di parlare la propria Iingua, ma ciò che c’è di ancor più necessario e comprendere che cosa si vuole dire. Non si tratta di sperimentare, di indagare, ma di poter guardare negli occhi uno spettatore e dialogare.”
Data unica al Bonci di Cesena, il 13 dicembre di “Marte” e ”The real you”, due pezzi coreografici del Spellbound Contemporary Ballet coreografati da Marcos Morau e Mauro Astolfi. Il primo celebra l’Europa del XX Secolo “con tutta l’energia della sua gioventù e del desiderio come forza motrice, che colonizza un pianeta vuoto e ostile.” “The real you” invece“costruisce una sorta di spazio ideale nel quale riconoscersi quali esseri unici, affrancandosi da convenzioni e ruoli prestabiliti. A incarnare i due diversi disegni, l’estrema precisione tecnica e la poetica espressività dei danzatori di Spellbound”.
Dal 19 al 21 dicembre allo Storchi di Modena, il 26 dicembre al Dadà di Castelfranco Emilia si presenta “Davidson” liberamente tratto dalla sceneggiatura “Il Padre Selvaggio” di Pier Paolo Pasolini, concept e drammaturgia di Maurizio Camilli e coreografia di Michela Lucenti.
“Il Padre Selvaggio” è una sceneggiatura di un film mai realizzato, scritta da Pier Paolo Pasolini nel 1962 e pubblicata postuma nell’anno della sua morte. “Proprio nella mancata realizzazione della pellicola, Balletto Civile trova un nuovo potenziale espressivo e ricava dallo script una coreografia originale, facendo incontrare la controversa arte di Pasolini con l’espressività del teatro fisico”.
Il 12 e 13 gennaio al Teatro delle Moline si presentano “Etoile” e “Star”, Due atti unici costruiti da Rita Frongia con e sui corpi degli interpreti: la coreografa, danzatrice e insegnante di Metodo Feldenkreis Teri Weikel e l’attore di formazione grotowskiana Stefano Vercelli. “Due artisti poliedrici, che vantano eclettiche e non convenzionali esperienze artistiche, giunti a quel momento della propria carriera in cui è necessario fermarsi e chiedersi chi si è veramente”
Il Balletto Civile torna in scena il 21 gennaio allo Storchi di Modena con “Nothing”, regia e coreografia di Michela Lucenti liberamente tratto da “Re Lear” di Shakespeare. “Nothing “è “una riflessione sulla possibilità di ricominciare rinnegando il potere dei padri e l’eredità che ne resta in modo da demolire l’idea di un classico che ci sovrasta (le leggi dei Padri) e trovare un nuovo modo per rifondare il tempo presente”.
“In girum imus nocte et consumimur igni”, progetto e coreografia di Roberto Castello (autore anche di musica, luci e costumi), produzione Aldes del 2015 è “un enigmatico palindromo latino dalle origini incerte, già scelto nel 1978 da Guy Debord come titolo per un documentario sul cinema. Castello lo utilizza per un raffinato spettacolo notturno, a cavallo fra videoarte, danza e teatro, in cui i performer immersi in uno scabro ambiente bianco e nero assecondano il ritmo incalzante della musica elettronica lasciandosi trascinare in una estenuante danza ipnotica”. Lo spettacolo va in scena il 24 gennaio al Bonci di Cesena. Allo Storchi di Modena, il 3 febbraio, da non perdere “La morte e la fanciulla”, regia e coreografia di Michele Abbondanza e Antonella Bertoni che riprende il brano composto da Schubert su testo di Mathhias Claudius.
“Leitmotiv della coreografia disegnata da Abbondanza/Bertoni sui corpi e sulle personalità delle tre interpreti, in uno spettacolo pluripremiato per la sua densa ed evocativa stratificazione. I motivi romantici dell’infinito e dell’attrazione per il trascendente si combinano con una meditazione sul mistero della vita e della sua apparente conclusione”.
Altro spettacolo imperdibile è “Best regards” di Marco D’Agostin in programma il 13 febbraio al Bonci di Modena “ad alto tasso emotivo nella scia di Nigel Charnock, l’incredibile co-fondatore di DV8 Physical Theatre scomparso nel 2012, che con i suoi spettacoli, mix ipercinetici di canto, movimento, grido e improvvisazione, ha allargato i confini della danza contemporanea”.
Sempre al Bonci di Modena, in prima assoluta l’8 marzo e in replica il 10 marzo all’Arena del Sole di Bologna “New York” (il titolo per il momento è questo ma potrebbe cambiare) che “ERT produce con Moonwalking Bear Productions:nuovo spettacolo di Hannes Langolf, coreografo e danzatore tedesco con base a Londra tra le figure di spicco della scena contemporanea internazionale che, nei suoi lavori di impronta socio-politica oltrepassa i confini della danza e del teatro per creare una forte connessione con il pubblico. Protagonista degli ultimi spettacoli del celebre DV8 Physical Theatre,con questa performance Langolf dà vita a un’ode pubblica alla vulnerabilità e all’insicurezza, una difesa della nostra possibilità di cambiare per mantenerci vivi e consapevoli di sé.” Sono previsti incontri con Langolf, l’8 marzo al Bonci di Cesena e il giorno dopo alle 16 all’Arena del Sole. Proprio il 9 nella Sala Salmon dell’Arena del Sole di Bologna si presenta “Io non sono nessuno” con Muradif Hrustic, Michael Schermi, Emilia Verginelli, produzione Bluemotion e 369 gradi in coproduzione con Santarcangelo. “Un’esperienza come volontaria teatrale all’interno di una casa-famiglia romana permette all’attrice Emilia Verginelli di raccogliere storie di vita e singoli episodi, ma anche di instaurare relazioni d’affetto con alcuni degli ospiti, fra cui Muradif, che ama esibirsi in numeri di breakdance mozzafiato. Un’esperienza che suscita in Verginelli non pochi interrogativi: sul proprio ruolo – non è un’educatrice né un’assistente sociale né tanto meno una tutrice – ma anche sul significato della parola “famiglia” e su quale strumento adottare per raccontare quanto vissuto senza tradirlo”.
“Un Jour nouveau/Birthday Party (over dance”) sono le coreografie di Rachid Ouramdane e Angelin Preljocaj nel cartellone del Teatro Bonci di Cesena il 27 marzo 2024. “Coproduzione internazionale sul progetto della Fondazione Nazionale della Danza/ Aterballetto nato per esplorare una scrittura coreografica capace di abbracciare i limiti del corpo che invecchia: il dittico “Un jour nouveau/ Birthday Party“firmato da due maestri della danza francese, il direttore del Chaillot – Théâtre National de la Danse di Parigi Rachid Ouramdane e Angelin Preljocaj, considerato il più significativo esponente della nouvelle danse, celebra l’estetica dei corpi nella terza età, con otto interpreti tra i 64 e gli 80 anni”.
Al teatro le Passioni di Modena dal 5 al 7 aprile si rappresenta “Fathers- Hearth project” creato e interpretato da Ana Balboni Rodrigues, Confident Frank, Cipriano Junior Riccardo, Seit Kibja , autore della drammaturgia.
Coreografie Ana Balboni Rodrigues e Confident Frank. Lo spettacolo è “il primo atto creativo di Collettivo Heart, un gruppo multiculturale di ventenni nato dall’incontro con e tra giovani artiste e artisti nei contesti laboratoriali organizzati da ERT e curati da Michela Lucenti, Maurizio Camilli e Balletto Civile sul territorio emiliano-romagnolo tra il 2022 e il 2023”. “The Idiot”, in programma il 9 aprile all’Arena del Sole di Bologna vede in scena il grande danzatore Saburo Teshigawara, in tandem con la danzatrice Rihoko Sato nella trasposizione senza parole del romanzo di Dostoevskij. “Quella di Teshigawara non è danza narrativa né ricorre all’inserimento di parti recitate, bensì mira a incarnare nella coreografia il movimento insito nella parola letteraria. L’idiota viene raccontato dal corpo dei due interpreti, che riescono nel miracolo di tramutare non solo frasi, ma urla, gemiti, tormenti e affetti in un movimento, puro e ammaliante. Uno spettacolo costruito su «voci silenti» e su un «corpo rumoroso». Il giorno prima alle 16 incontro con Sabuto Teshigawara in dialogo con Enrico Pitozzi dell’Università di Bologna.
Si torna al Bonci di Cesena per assistere a “Le Sacre du Printemps” ultima creazione di Dewey Dell, compagnia nata a Cesena nel 2006 oggi nel panorama della performing art internazionale.
Dal 7 al 12 marzo al teatro delle Moline ultimo appuntamento con la rassegna curata da Michela Lucenti: si tratta della prima assoluta di “I’m not a hero. Indagine della società dell’incertezza”, idea, regia e testi di Emanuela Serra, coreografia di Alessandro Pallecchi. Il lavoro è liberamente “ispirato al pensiero del sociologo Zygmunt Bauman, teorico della “società liquida”.
Ancora dal pianeta danza. “Evening school on care” è un progetto di Lavanderia a Vapore, co-curatela di Elisabetta Consonni e Daniele Ninarello. Dal 2 al 5 novembre alla Lavanderia a Vapore di Collegno ( in provincia di Torino) si terranno laboratori, pratiche e performance dal giorno alla notte, fino all’alba.
Un micro-festival aperto a tutti e tutte con nove laboratori, tre performance e il “Suq dei saperi”, un’installazione immersiva che trasforma lo spazio del foyer in un mercato clandestino.
Workshop e interventi di Eliana Otta, Olimpia Fortuni e Corinna Ciulli, Marie Moise, Noura Toufeche, Elena Giannotti, Valerie Tameu, Michela Depetris. La partecipazione è gratuita.
Spettacoli in programma: “Elementare “del Collettivo Amigdala (3 novembre, dalle 23 all’alba); “Healing Together” di Daniele Ninarello/CodedUomo (4 novembre, ore 20.45 in prima nazionale); “Wow Wide Web” di Michela Depetris ( 5 novembre, ore 18).
Evening School on care è un evento performativo in forma di scuola serale, realizzato nell’ambito del progetto europeo “On Mobilisation”: è uno spazio-tempo in cui mettere in discussione il paradigma educativo, un modello a imbuto tradotto nello spazio frontale per promuovere un tipo di sapere che si trasmette (e non si insegna) partendo dall’immagine della sera, intesa quale zona umbratile in cui riscoprire quello che spesso viene rifiutato dalla luce e dal sapere illuminista.
Artista associato della Lavanderia a Vapore, Salvo Lombardo presenta sempre a Collegno il 19 ottobre il nuovo lavoro “Sport”, dopo il debutto a “MilanOltre” e i diversi progetti di residenza che gli hanno permesso di lavorare a Collegno. La performance “Sport” è il terzo capitolo della trilogia “L’esemplare capovolto” a cui il coreografo lavora con la sua compagnia Chiasma dal 2018. L’intero progetto si è mosso a partire dalla riscrittura di tre opere storiche del repertorio della danza accademica italiana di fine 800 che il coreografo Luigi Manzotti ideò per il Teatro alla Scala di Milano. Seguendo questa traiettoria Lombardo ha realizzato Excelsior (2018), basato su una lettura post-coloniale dell’originale Gran Ballo Excelsior, e poi “Amor” (2021), che indaga la fenomenologia del potere e le sue manifestazioni nei corpi in rapporto alle eredità iconografiche della classicità, per arrivare a “Sport” (2023) concepito come rinnovata occasione per ridiscutere i canoni e gli immaginari applicati alla corporeità in Occidente. “Sport”di Salvo Lombardo individua nella condizione fisica della “caduta” una specifica dimensione esistenziale e allo stesso modo un pretesto per riposizionare gli ideali di agonismo e di prestazione normalmente fondati su principi di esclusione e di conformità a precise norme anatomiche, sociali, comportamentali, culturali. Nello specifico “Sport” tenta di “allargare lo sguardo sul concetto stesso di “performatività” del corpo, tanto nella performance artistica quanto in quella sportiva. In questo senso lo sport è indagato come una delle diverse articolazioni delle forme del potere dominante, nelle intersezioni tra espressione individuale e narrazione pubblica, al crocevia con la costruzione delle identità nazionali, culturali, di genere”.
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