Tennis
Davide contro Golia, ovvero Pennetta e Vinci a New York
Io non so cosa si possa provare sopra i 30 anni a trovarsi di fronte alle tenniste più forti in circolazione. La numero 1 e la numero 2 nella semifinale di un torneo dello Slam. Forse ti sembra già un miracolo essere arrivate al punto di incontrarle, incasellando l’evento come l’apice raggiunto prima di avviare la fase discendente di una carriera, che ha già riservato un bel po’ di soddisfazioni. E davvero non oso immaginare cosa possa scatenare la vittoria contro le due Giganti, facendosi beffe di qualsiasi pronostico degli esperti. Posso solo dire che io da spettatore ho provato i brividi.
Flavia Pennetta e Roberta Vinci si sono trovate così, a New York, nell’atmosfera dell’anniversario dell’11 settembre, in quello che doveva essere il ruolo delle vittime sacrificali. Con una pacca sulla spalla avrebbero dovuto abbandonare il palcoscenico alle protagoniste più attese. “Brave le italiane, ma ora lasciate la scena alle vere potenze del tennis”, era il ragionamento logico per l’epilogo che volevano gli americani: Serena Williams che completa il Grande Slam davanti al pubblico di casa contro la sua avversaria più forte del momento, Simona Halep. Ma nel 2015, nonostante sia stata usata e riusata, la storia di Davide contro Golia si ripete su un campo di tennis, a Flushing Meadows. E finisce che Flavia Pennetta sconfigge Simona Halep e tu dici “vabbè, almeno avrà l’onore di celebrare il rito del Grande Slam di Serenona”. Una bella soddisfazione, la più grande e molto probabilmente irripetibile. In fondo lei, Flavia, aveva qualche chance in più rispetto alla connazionale Roberta Vinci.
Ma poi accade l’imponderabile in una giornata – come l’11 settembre – così ricca di sentimenti commossi per gli americani. La Gigante Serena, trasportata dal tifo di casa non proprio di tennistica compostezza, si avvia verso il successo e conquista il primo set. Ma di là c’è un’atleta che conosce la sofferenza dello sport, una a cui il tennis ha regalato tante soddisfazioni – soprattutto in coppia con Sara Errani – ma al prezzo di tanta fatica. E allora quella Davide di nome Roberta Vinci ha deciso che vuole regalarsi e regalarci il giorno da ricordare da qui a quando esisterà il mondo. Rimontare, esaltata dal tifo unidirezionale, la Super Favorita, Serena Williams.
Una storia molto americana, che agli americani sarebbe piaciuta tanto se non fosse la loro Serena Williams la vittima. E così finisce che gli Us Open 2015 femminili diventano una festa italiana, tra compagne di Nazionale. Finisce che a 30 anni superati Pennetta e Vinci provano una gioia di quelle che in pochi hanno provato nella vita. Ma che a chi non l’ha provata, risuona come un incoraggiamento. Perché davvero con il sacrificio, la passione e l’impegno anche l’impossibile può diventare possibile.
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