Federica Brignone in gara a Garmisch nel 2017. Foto di Srefan Brending, https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0/de/legalcode,

Sci

Saalbach, che Mondiali di Sci saranno?

Si aprono oggi in Austria le competizioni che dovrebbero fare da trampolino a Milano-Cortina 2026. L’Italia si presenta con la certezza di Brignone e Goggia nel settore femminile, e poche speranze di medaglia in quello maschile. Basteranno le velociste azzurre?

3 Febbraio 2025

Sono, inutile girarci attorno, i Mondiali di Sci che devono fare da “lancio” alle Olimpiadi Invernali del prossimo anno. Il medagliere azzurro peserà, e parecchio, nel creare un po’ di interesse sportivo intorno ai Giochi di Milano-Cortina, che a oggi hanno fatto discutere più per le questioni di sostenibilità ambientale che per le prospettive dell’evento agonistico. In un momento storico non semplicissimo, il Circo Bianco – come viene chiamata la Coppa del Mondo di sci – lascia spazio ai Campionati Mondiali, che assegnano medaglie nelle specialità tradizionali, a cui si aggiungono le competizioni a squadre, oggettivamente poco più che un carosello, con scarso peso specifico e ancor meno storia alle spalle. L’attenzione è dunque focalizzata attorno alle quattro specialità principali: le gare veloci, discesa libera e supergigante, e specialità tecniche, gigante e slalom.

Nel settore femminile, l’Italia si presenta col ruolo non semplice di super favorita nella regina delle specialità alpine, la discesa. Possiede infatti l’atleta più forte, Sofia Goggia, e quella più brillante in questa fase di stagione, l’inossidabile Federica Brignone. Le prove veloci sono sempre un terno al lotto, condizionato dallo stato della neve, dalla preparazione degli sci, dai marchi che in questa stagione sembrano avere qualcosa in più (Head su tutti). Occorrerà aspettare le prime prove per capire come le concorrenti si adattano al tracciato, che presenta un mix interessante di tratti di puro scorrimento e passaggi più tecnici. Brignone, che tradizionalmente viene considerata una gigantista-supergigantista, quest’anno dà il meglio di sè proprio in discesa. Però, sia detto con tutta serenità, alla luce dello straordinario talento di entrambe, nella prova unica per la medaglia d’oro Goggia ha per noi qualcosa in più. Il suo problema non è come vincere, ma cosa non fare per perdere. Sciare al 90/95% le potrebbe bastare per essere davanti alle avversarie, andare oltre spesso le è costato caro, per una predisposizione naturale alla scorrevolezza che a volte l’ha tradita nella scelta di linee troppo personali. Brignone sa leggere di più i tracciati, e questo potrebbe aiutarla anche in supergigante, dove però la lotta per la medaglia d’oro è più aperta. Occorrerà di certo fare i conti con la ticinese Lara Gut, e forse anche con la talentuosa norvegese Kajsa Vickhoff Lie. Non è da escludere a priori dal pronostico neppure Marta Bassino, medaglia d’oro a sorpresa nella specialità ai Mondiali del 2023, quest’anno però apparsa meno brillante anche in gigante, che resta la sua specialità d’elezione.

Veniamo proprio alle porte più larghe. Brignone ha tutte le qualità per stare davante a tutte anche qui. Sin qui però ha mostrato in stagione una sorprendente leggerezza nella lettura di alcune fasi di gara. Nel recente gigante di Plan de Corones, si è fatta innervosire dalla prova maestosa della statunitense Robinson nella seconda manche, ha voluto strafare, e ha buttato un podio quasi sicuro. Alice Robinson è sul nostro personale taccuino la favorita numero uno, perché potrà concentrare le proprie energie su questa specialità. Poco sotto parte la svedese Sara Hector, campionessa olimpica di Pechino ’22, ottima regolarista. Al via ci sarà anche Mikaela Shiffrin, ma con poco allenamento nelle gambe, e una certa desuetudine alla vittoria in questa specialià. La Gut, alla nona partecipazione a un mondiale, potrebbe ambire a una medaglia, ma ci sembra tagliata fuori per l’0ro.

Nello slalom le italiane non hanno carte da giocare per i posti sul podio. La più brillante in stagione si è rivelata la la croata Zrinka Ljutic, con ben tre successi in Coppa del Mondo. Ma personalmente sono convinto che da qui a due settimane tra i pali stretti la Shiffrin tornerà pienamente competitiva. Il terzo incomodo potrebbe essere Katharina Liensberger, atleta di casa, campionessa del mondo uscente. Attenzione però a Lara Colturi, qui e in gigante. La giovane campionessa piemontese (con sangue valtellinese), figlia della campionessa Daniela Ceccarelli e del tecnico Alessandro Colturi, ha mostrato quest’anno grandissimi progressi, e soprattutto ha gestito con grande intellingenza, a fronte della giovanissima età (Lara è del novembre 2006) alcune seconde manche molto complesse, dando la sensazione di avere ancora del margine, da spendere in una gara secca com’è il Mondiale. Nessuno lo credeva possibile in questi tempi, ma Lara potrebbe già essere uno dei volti da copertina di Milano/Cortina.

Mikaela Shiffrin al termine di una gara di Coppa del Mondo a Stoccolma nel 2019
Mikaela Shiffrin al termine di una gara di Coppa del Mondo a Stoccolma nel 2019.

In campo maschile il pronostico è più difficile. Tutto farebbe pensare che la discesa libera sia una lotta in casa rossocrociata: gli svizzeri avranno infatti al via lo straordinario Marco Odermatt, a parere di chi scrive lo sciatore più forte di tutti i tempi, al dispetto del palmares, che è ancora un cantiere aperto. Ma è tutto il quartetto che è formidabile: Alexis Monney, Franjo Von Allmen e Justin Murisier garantiscono a loro volta di poter lottare per il podio. La possibile alternativa è il canadese Cameron Alexander, non abituato al successo, ma grande agonista, che io vedo tra i medagliati. Tra i papabili c’è anche il trionfatore di Kitzbühel, l’americano volante James Crawford. Gli statunitensi hanno feeling con il Mondiale e con le gare secche, ma Crawford non fa della regolarità il suo forte. Dovremo capire dalle prove qual è il suo feeling con la pista. L’Austria punta sull’acciaccato Vincent Kriechmayr, uscito con un ginocchio dolorante da Wengen, dove ha evitato per miracolo la rottura del crociato. Molto solida è stata la stagione dello sloveno Miha Hrobat. Gli Italiani hanno di certo la possibilità di dire la loro, con Dome Paris e Mattia Casse. Florian Schieder sembra più attrezzato su percorsi più tecnici. La vera insidia per Odermatt è Monney, uno sciatore di cui ancora non conosciamo i limiti.

Nel supergigante credo che Kriechmayr abbia qualche chance in più, lui che tecnicamente è il più forte di tutti. Ma la scarsa condizione e la pressione dei tifosi potrebbero zavorrarne le linee pulitissime, e la neve bagnata di febbraio punire la sua scarsa attitudine alla scorrevolezza. Odermatt è anche qui l’uomo da battere, anche se non sempre è parso a proprio agio nella specialità che, lo ricordiamo, si svolge senza effettuare prove in precedenza, e spesso rileva solo a gara in corso i reali trabocchetti del tracciato. Gli italiani si avvalgono di un tecnico, Max Carca, che spesso sa leggere il percorso con più lucidità degli avversari. Casse, Giovanni Franzoni, Guglielmo Bosca partono con la possibilità di poter arrivare in zona medaglie. Paris non sente molto il superG, ma ha la qualità per ben figurare, in una gara che comunque resta un mezzo terno al lotto, fortemente condizionata dalla scelta dei numeri e dal posizionamento delle porte.

Marco Odermatt con la Coppa del Mondo.
Marco Odermatt con la Coppa del Mondo.

Odermatt parte naturalmente con i favori del pronostico anche in gigante. Nel 2024 era praticamente ingiocabile, a tal punto era superiore alla concorrenza. Ora qualcosa è cambiato. Lui probabilmente ha finalizzato la preparazione ai Mondiali, ma qualche sbavatura durante la stagione c’è stata. In giornata di grazia, sembra fare un altro sport. Alcune prime manche nella stagione in corso sono state meno brillanti, per uno del suo livello sotto la sufficienza. Staremo a vedere. Parte comunque una spanna e mezza sopra gli altri. Tra cui c’è il nostro Luca De Aliprandini, sempre in attacco, sempre al limite, approdato però all’annata migliore della carriera, almeno per continuità. Sognare una medaglia è tutt’altro che fuori luogo. Occorrerò fare i conti anzitutto con il norvegese Alexander Steen Olsen, il vero avversario di Odermatt per gli anni a venire, almeno in questa specialità, con il connazionale Henrik Kristoffersen, che oggi ci piace più in gigante che in slalom, specie su tracciati un po’ chiusi, e sul regolarista elvetico Luc Meillard. Per tutta la stagione si è visto un braccio di ferro Norvegia/Svizzera, e la sensazione è che anche a Saalbach non si uscirà da questo copione.

Diversa è la questione in slalom. Qui il pronostico è apertissimo. Non esiste un vero favorito, anche se il francese Clement Noel, oro olimpico in carica, ha qualcosa in più, se non altro nell’esperienza di gare in cui ci si gioca una medaglia pesantissima. Difficilmente il transalpino, reduce da un paio di errori grossolani in Coppa del Mondo, sarà aggressivo nella prima manche. Le uscite si scontano sempre in termini di sicurezza. Estremamente agguerriti anche qui i norvegesi Timon Haugan e Atle Mc Grath, senza dimenticare lo stesso Kristoffersen. Ma la sensazione è che proprio nello slalom gli austriaci, dopo una stagione partita in sordina, si giochino le carte migliori, con Manuel Feller, Fabio Gstrein e Marco Schwarz. Per me uno dei tre andrà sul podio. Un potenziale crak è sempre lo svedese Kristoffer Jacobsen. Alex Vinatzer ha i numeri per giocarsi le medaglie, ma occorrerà trovare il giusto equilibrio tra una sciata più centrata di baricentro e di spalle del solito e la voglia di attaccare. Al nostro slalomista è mancata quest’anno, al di là dell’exploit di Kietz, la capacità di interpretare la gara con gradualità nei tratti più tecnici. Fari puntati infine sul brasiliano/norvegese Lucas Pinheiro Braathen. Nel 2023, prima di prendersi un anno sabbatico, il giovane talento era già arrivato a essere lo slalomista numero uno del mondo. Quest’anno si è ripresentato con la casacca della nazionale brasiliana, dopo gli screzi che hanno portato alla separazione dalla federazione norvegese. Ha fatto tratti di manche impressionanti, ma per certi versi è sembrato mancare un po’ di fondo atletico. Sulla gara secca però è un cliente pericolosissimo per tutti, in slalom e pure in gigante.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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